Aerospazio, Expo Milano atterra in corso Marche. Il piano da 25 milioni per l’hub di ricerca del futuro

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difficile da pignorare

 


di
Christian Benna

La Regione Piemonte coinvolge Arexpo e Cdp per lo sviluppo della «Houston italiana». È il settore chiave per superare la crisi insieme a quello dell’Intelligenza artificiale

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La Regione Piemonte prova a rimettere in rampa di lancio la Città dell’aerospazio, il progetto da un miliardo di euro annunciato tre anni fa dal governatore Alberto Cirio per trasformare l’area di corso Marche (di proprietà di Leonardo) in una «Houston italiana». Dopo aver sbloccato l’investimento regionale da 15 milioni (che mobilita risorse pubblico private fino 27 milioni) per la «Palazzina 37», il cuore della ricerca, in collaborazione con il Politecnico e Leonardo e Thales, la Regione punta a coinvolgere altri soggetti per finanziare l’operazione.

Il 10 febbraio l’assessore alle attività produttive Andrea Tronzano incontrerà i vertici di Arexpo, la società incaricato dello sviluppo dell’area Expo Milano 2015 anche dopo l’evento, e di Cassa Depositi e Prestiti. L’obiettivo è trovare un modo per finanziare la nascita della «Casa delle imprese»; l’hub della Città dell’aerospazio dove si insedieranno società aerospace e che potranno contare sulla collaborazione con i laboratori di ricerca del Politecnico e di Leonardo.




















































Studi di fattibilità

La Città dell’aerospazio è stato uno dei due progetti bandiera regionali per il Pnrr, l’altro riguardava l’idrogeno, della giunta Cirio. Oggi si prova a mettere a terra quei progetti coinvolgendo attori pubblici e privati. L’idea dello studio di fattibilità è quella di far atterrare nell’area due soggetti pubblici, come Arexpo e Cdp, per far partire un’operazione di project financing da 20 milioni, che verrà rimborsata con la gestione dell’immobile, quindi con gli affitti delle aziende locatarie.

L’ipotesi di uno Spazio made in Torino ma sviluppato da Milano ha generato qualche malumore nei corridoi regionali e non solo. Ma Tronzano mette le mani avanti: «Non dobbiamo avere timore di una colonizzazione della Lombardia nei nostri confronti. Non è interesse loro né nostro. Piuttosto dobbiamo agire in modo complementare e la nostra grande opportunità è cercare strumenti utili alle nostre strategie da qualunque luogo essi provengano. Nessuno potrà mai toglierci la primazia nel settore dell’auto o dell’aerospazio. Non siamo alla ricerca della concorrenza alle regioni, ma bisogna collaborare, nessuno si salva solo». 

E poi ha precisato: «L’operazione della Casa delle imprese necessita di 20/25 milioni. Non c’è alcun ritardo o preoccupazione, ma solo l’attenta ricerca di soggetti per lo sviluppo che siano pubblici perché così possono garantire massima trasparenza e nessuna esclusione. Se troveremo la quadra partirà il secondo grande progetto della Città dell’aerospazio».

Tra spazio e Ai

Il Piemonte che prova a voltare pagina dopo un secolo industriale, nel bene e nel male, a bordo dell’auto Fiat e delle sue filiere, fatica però a trovare le risorse per sviluppare altri settori: dall’aerospazio all’intelligenza artificiale. Proprio ieri l’assessore Tronzano ha riferito in commissione bilancio per spiegare come verranno investiti 24 milioni regionali per lo sviluppo delle imprese: 5,3 milioni per l’internazionalizzazione delle imprese, 11 milioni per gli investimenti, 500mila per l’editoria e 1 milione e 900 mila per l’artigianato.

 «Crediamo nel futuro dell’industria dell’aerospazio ma non solo — ha detto l’assessore alle attività produttive della giunta Cirio —. Oltre ai fondi regionali ci sono quelli europei. In ballo ci sono 20 milioni per il bando digitalizzazione, 30 per l’attrazione e il rilancio degli investimenti, un fondo da 10 milioni per rischi Confidi, un altro da 10 sulla ricerca, e un fondo per le piccole imprese artigiane da 11 milioni e da 7 per quelle del commercio».

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