Piano di intervento contro il granchio blu a tutela del settore ittico

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Il Governo italiano ha presentato al Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste (MASAF) un piano di intervento straordinario per contrastare la diffusione del granchio blu, una specie invasiva che sta sconvolgendo gli ecosistemi marini del Paese. Il progetto, che si concentrerà principalmente nel Delta del Po ma che potrà essere esteso ad altre aree del territorio italiano, sarà finanziato con 10 milioni di euro per il biennio 2025-2026, a sostegno di un settore dell’economia che valeva oltre 200 milioni di euro più l’indotto prima dell’arrivo di questa specie aliena.

Il Ministro dell’Agricoltura, Gilberto Pichetto Fratin, ha spiegato che il piano mira a ridurre progressivamente la popolazione del granchio blu e a creare le condizioni per una nuova semina di vongole. Ha sottolineato che il lavoro richiederà interventi graduali e coordinati, con un approccio che punta sia alla gestione sostenibile delle risorse marine sia al sostegno diretto ai pescatori e alle imprese colpite. Inoltre, ha ribadito l’importanza di collaborare con tutti gli attori coinvolti per garantire un futuro sostenibile per l’industria della pesca italiana.

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Cosa prevede il piano di intervento

Il piano di intervento è frutto di quanto esposto nel Decreto Agricoltura del 2024. Dopo la nomina di un Commissario Straordinario, Enrico Caterino (ex prefetto di Rovigo), il ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, e il ministro dell’Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin, hanno lavorato in sinergia con l’ARPA del Veneto e diverse aziende e cooperative che operano nel settore ittico per realizzare il piano di intervento per contenere e contrastare il fenomeno della diffusione e della proliferazione della specie granchio blu.

Il progetto prevede diverse azioni mirate. In primo luogo, verrà incentivata la pesca selettiva e lo smaltimento delle biomasse di granchio blu non destinate al consumo umano. Verranno potenziati i sistemi di protezione delle strutture di acquacoltura, come recinzioni e nasse, per limitare la pressione predatoria di questa specie invasiva. Inoltre, il Governo promuoverà l’uso alternativo del granchio blu, ad esempio nella produzione di farine animali, pet food e bioplastiche. A supporto delle imprese del settore, saranno stanziati contributi economici per diversificare le produzioni e ripristinare le attività di allevamento danneggiate. Tutte queste misure mirano a contenere il fenomeno e a tutelare le risorse naturali ed economiche delle aree colpite.

Un Predatore Versatile e Adattabile

Il granchio blu, scientificamente noto come Callinectes sapidus, rappresenta una delle principali sfide ambientali ed economiche per le coste italiane. Questo predatore onnivoro, originario delle coste atlantiche americane, si nutre di una vasta gamma di organismi, tra cui cozze, vongole, ostriche e persino crostacei come i gamberetti. La sua dieta varia e la sua voracità lo rendono un competitore estremamente pericoloso per le specie autoctone.

La capacità del granchio blu di adattarsi a diversi habitat e di sfruttare una dieta così ampia ha contribuito alla sua diffusione invasiva nelle acque italiane. Dove altre specie incontrano difficoltà, il granchio blu prospera, mettendo a dura prova gli ecosistemi marini. La sua presenza massiccia non solo minaccia la biodiversità, ma genera gravi squilibri ecologici. La sua predilezione per molluschi di alto valore commerciale, come cozze e vongole, ha un impatto devastante sulle risorse naturali e sulle attività economiche legate alla pesca e all’acquacoltura.

Impatti Economici sull’Industria della Pesca

L’invasione del granchio blu ha causato danni ingenti all’industria della pesca in Italia. I molluschi come cozze, vongole e gamberi, che rappresentano una componente essenziale della cucina italiana, sono praticamente spariti dal mercato in alcune aree costiere. La riduzione drastica delle popolazioni di questi molluschi ha portato a una carenza significativa, facendo lievitare i prezzi a livelli insostenibili.

I pescatori locali, incapaci di contrastare l’avanzata del granchio blu, stanno subendo perdite economiche importanti. La diminuzione delle risorse ittiche ha costretto l’Italia a incrementare le importazioni di molluschi dall’estero, un processo che non solo danneggia il mercato locale, ma si riflette anche in costi più alti per i consumatori. La predazione del granchio blu, concentrata in particolare su specie di alto valore, sta mettendo a rischio non solo l’economia della pesca, ma anche l’identità gastronomica delle regioni costiere italiane.

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