Il pasticcio del mercato libero dell’energia continua anche nel 2025

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Continuano le distorsioni sul mercato libero dell’energia. L’ultimo protagonista della vicenda è l’atto amministrativo pubblicato il 22 gennaio dall’Autorità di regolazione per energia reti e ambiente (Arera) dove vengono spiegate le modalità attuative per consentire ai clienti domestici vulnerabili – cioè chi ha compiuto 75 anni, chi ha diritto a ricevere il bonus sociale elettrico per il livello di Isee o il bonus per gravi condizioni di salute – che attualmente si trovano nel mercato libero o in quello di maggior tutela, di accedere al Servizio a tutele graduali (servizio in cui sono passati tutti quei clienti, non vulnerabili, che al 30 giugno 2024 risultavano essere ancora nel mercato tutelato dell’energia).

La norma prevista dal governo, e contenuta all’interno della Legge Concorrenza, stabilisce infatti che “tutti i clienti vulnerabili possono richiedere, entro il 30 giugno 2025, di essere forniti nel Servizio a tutele graduali rivolgendosi all’esercente di tale servizio competente nella propria area territoriale”.

Tre mercati dell’energia: sempre più distorsioni

Effettivamente, stando anche alle ultime audizioni dell’Autorità, le bollette di chi è nel Servizio a tutele graduali sono più leggere rispetto a chi ha scelto un operatore del mercato libero o di quello tutelato. Mercato, quest’ultimo, fatto rimanere in piedi, proprio dal governo, con l’obiettivo di tutelare i clienti vulnerabili. Ora, il Servizio a tutele graduali consente di avere delle bollette più basse perché quando gli operatori hanno fatto le aste, a inizio 2024, per aggiudicarsi i vari lotti geografici di interesse, hanno messo sul piatto prezzi davvero stracciati, perché avevano l’obiettivo di ottenere più clienti possibili. Da tenere anche conto, per capire le ulteriori distorsioni, che il Servizio a tutele graduali era nato, non come un mercato energetico alternativo, come lo sta facendo diventare ora il governo, bensì come un accompagnamento verso il mercato libero.

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L’aver voluto mantenere il mercato tutelato per garantire i più fragili ha di fatto creato delle distorsioni sul mercato libero, visto che i più fragili hanno di fatto bollette più alte rispetto a chi sta invece nel Servizio a tutele graduali. Il governo, essendosi accorto di questa distorsione ha deciso a fine 2024 di inserire una misura, nell’allora decreto Concorrenza, per far traghettare i fragili verso il Servizio a tutele graduali. Questo però sta creando problemi.

Società energetiche pronte a fare ricorso

Secondo Leonardo Santi, presidente dell’Associazione Italiana di Grossisti di Energia e Trader (Aiget) questa decisione del governo “è problematica da un punto di vista economico e finanziario e per i maggiori oneri che le società elettriche dovranno sobbarcarsi”. Ora che è uscita la delibera dell’Arera, le società dell’energia possono prendere provvedimenti e, “cosa che non escludo”, fare anche dei ricorsi, per due motivi:

  • L’asta a cui hanno partecipato le società elettriche, a inizio 2024, aveva dei presupposti, stabiliti, che sono stati modificati ex post, dalla norma contenuta all’interno della Legge Concorrenza;
  • Le offerte che sono state fatte durante le aste prevedono per gli operatori delle marginalità molto basse o addirittura negative. “Si trattava di un investimento pensato nel lungo periodo, per poi cercare di mantenersi il cliente ottenuto con l’asta”. Questo significa che un ulteriore carico di nuovi clienti, in questo caso i vulnerabili, potrebbe mettere a repentaglio l’equilibrio finanziario degli operatori a tutela graduale. Aspetto sottolineato più volte anche dalla stessa Arera, durante le audizioni fatte alla Camera.

Terzo aspetto da non dimenticare è che “il servizio a tutele graduali non nasce con l’obiettivo di garantire protezione ai clienti più svantaggiati, ma di favorire un percorso graduale dal mercato tutelato al mercato libero”, spiega Santi. “La tutela della vulnerabilità è un servizio diverso che al momento non è previsto” e che non risulta essere nell’agenda del governo. “Si preferisce – continua Santi – una strada più veloce ma impropria (il mercato del Servizio a tutele graduali, ndr).

La quarta criticità sono i costi extra che le varie società elettriche si dovranno sobbarcare “per adeguare i nuovi processi”. Parliamo di: nuova modulistica, nuovi sistemi e “un sistema di verifica dei requisiti della vulnerabilità”. “Al momento – spiega Santi – questo è in capo agli operatori”.

La ciliegina sulla torta è che al momento non parrebbe che il governo sia intenzionato a ragionare su un “reintegro dei costi” che le società energetiche saranno costrette a sostenere nei prossimi due mesi. “Dialogheremo costruttivamente con il Regolatore, se necessario, per cercare di minimizzare gli impatti operativi, ma gli spazi per una soluzione più completa sembrano molto ridotti”, conclude Santi.

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