Finanziamenti Ue per muri alle frontiere: a che punto è il dibattito all’Europarlamento

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Questo articolo è stato pubblicato originariamente in inglese

La Commissione “rivaluterà le esigenze” di protezione delle frontiere per il prossimo bilancio pluriennale, mentre il Ppe si unisce ai partiti di destra nel chiedere finanziamenti

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Il Commissario europeo per l’immigrazione Magnus Brunner ha lasciato aperta la porta all’utilizzo dei fondi Ue per finanziare le barriere alle frontiere esterne del blocco.

“A seguito delle tendenze osservate negli ultimi anni, è chiaro che le esigenze complessive di gestione delle frontiere devono essere rivalutate nell’ambito della preparazione anche del prossimo quadro finanziario pluriennale”, ha dichiarato giovedì Brunner durante una sessione plenaria quasi vuota del Parlamento europeo di Strasburgo.

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Brunner ha garantito che la Commissione terrà conto delle esigenze di gestione delle frontiere “in modo olistico”, garantendo sempre misure proporzionate e il rispetto dei diritti fondamentali.

Il dibattito è nato in risposta a una richiesta di intervento alla Commissione europea avanzata da alcuni eurodeputati del gruppo dei Conservatori e Riformisti europei (Ecr).

Il documento chiedeva alla Commissione di “riconoscere la realtà sul campo alle frontiere esterne dell’Ue” e di “sostenere finanziariamente i progetti di barriere alle frontiere esterne degli Stati membri attraverso il bilancio dell’Ue”.

La Commissione non è stata in grado di rispondere entro il termine prescritto di sei settimane, innescando un dibattito al Parlamento europeo in base al regolamento interno, ha dichiarato a Euronews l’eurodeputato estone Jaak Madison, promotore del dibattito.

“Il finanziamento delle recinzioni di confine è nel nostro interesse comune, soprattutto quando parliamo di questioni di difesa, lotta all’immigrazione clandestina, traffico di esseri umani e minacce terroristiche”, ha continuato Madison.

L’Ecr ha sempre più descritto la costruzione di muri ai confini dell’Ue come un mezzo per contrastare le cosiddette “minacce ibride” da parte della Russia o della Bielorussia contro Finlandia, Svezia, Polonia, Lettonia e Lituania.

“È piuttosto difficile o impossibile combattere contro gli attacchi ibridi della Russia se non si dispone di un confine fisico”, ha sostenuto Madison, mentre le autorità russe e bielorusse sono accusate di incoraggiare e promuovere attivamente gli attraversamenti irregolari ai confini dell’Ue.

Chi paga per le frontiere Ue? Una questione controversa

Attualmente l’Ue finanzia unità mobili e fisse, sistemi e attrezzature per la sorveglianza delle frontiere, attraverso uno strumento concepito per offrire sostegno finanziario alla gestione delle frontiere e alla politica dei visti.

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Brunner ha osservato che la Commissione ha recentemente sostenuto questo strumento concedendo altri 170 milioni di euro ai Paesi dell’Ue confinanti con la Russia e la Bielorussia.

Ma l’Unione non ha mai permesso l’uso di fondi comuni per pagare strutture di protezione delle frontiere come muri, recinzioni o altre barriere.

Stati membri come Polonia, Ungheria, Estonia e Lettonia di solito autofinanziano tali strutture, ma negli ultimi anni hanno chiesto il finanziamento dell’Ue, con 12 Paesi che hanno presentato una richiesta ufficiale alla Commissione sulla questione nel 2021.

Il Commissario Brunner ha dichiarato che nel processo di rivalutazione “le opinioni del Parlamento europeo sono incredibilmente importanti”, anche se le posizioni dei gruppi politici sull’argomento sono discordanti.

Le forze di destra sono fortemente favorevoli, con il Partito Popolare Europeo (Ppe) sempre più attratto dall’idea, come testimoniano gli interventi dei deputati Kinga Kollár (Ungheria) e Riho Terras (Estonia) nel dibattito di giovedì.

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“Penso che le linee rosse stiano cambiando molto spesso – ha commentato l’eurodeputato Madison -. Ursula von der Leyen è una grande opportunista. Sta seguendo la mentalità dell’opinione pubblica e il modo in cui sta cambiando nei governi europei”.

Madison è convinto che se Friedrich Merz vincerà le prossime elezioni per la Cancelleria tedesca per il partito di centro-destra Cdu in Germania, adotterà una linea più dura sull’immigrazione rispetto a quella che la Germania adotta attualmente nel Consiglio dell’Ue, esercitando “un’enorme influenza sul Ppe” a Bruxelles.

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I partiti di sinistra si oppongono all’idea, sostenendo che non apporterà alcun beneficio e metterà in pericolo i diritti umani dei migranti.

“Non ha alcun senso. Se si alza un muro, si apre un’altra rotta migratoria. Abbiamo visto come le politiche di pattugliamento del mare, ad esempio, abbiano spostato le persone da una rotta all’altra del Mediterraneo: quando si inizia a bloccare le persone nel Mediterraneo centrale, si apre la rotta atlantica”, ha dichiarato a Euronews l’europarlamentare socialista italiana Cecilia Strada.

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I gruppi Verdi/Efa e La Sinistra sono dello stesso parere, mentre il gruppo liberale Renew Europe sembra in disaccordo sulla questione.

“Le statistiche dimostrano che costruire muri non è utile ed è contrario al nostro Dna europeo”, ha dichiarato l’eurodeputata liberale francese Fabienne Keller durante il dibattito.

Al contrario, il suo omologo liberale lituano Petras Auštrevičius si è detto favorevole al finanziamento delle barriere da parte dell’Ue in “senso di solidarietà” verso i Paesi dell’Est.

“I Paesi che confinano con questi Stati aggressivi hanno semplicemente sforato i loro bilanci per proteggere gli altri Stati membri”, ha dichiarato Auštrevičius a Euronews a Strasburgo.

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L’attuale quadro finanziario pluriennale stanzia 6,7 miliardi di euro per la gestione delle frontiere e la politica dei visti nel periodo 2021-2027.



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