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Degrado, la Commissione in città. Tour tra le Piagge e le Cascine. Allarme per furti e spaccate


di Teresa ScarcellaFIRENZE”Il degrado è più forte in centro che nelle periferie”. È l’idea che si è fatto il deputato di Fratelli d’Italia, Massimo Milani, capogruppo della commissione parlamentare di inchiesta sulle condizioni di sicurezza e sullo stato di degrado delle città e delle periferie, dopo la visita istituzionale di ieri. Le criticità emerse sono quelle ormai note: spaccio e degrado a Le Cascine, overtourism e affitti brevi, da qui lo spopolamento del centro storico e il vagabondaggio, poi povertà e micro criminalità. Di buono c’è che “Firenze vive una situazione sicuramente più positiva rispetto ad altre realtà che abbiamo visitato”, hanno convenuto i deputati. C’è da dire che il paragone è con città come Milano, Roma, Palermo e Napoli, notoriamente più complicate.

IL PROGRAMMA

Arrivata da Roma, la delegazione era composta dal presidente Alessandro Battilocchio (FI), da Giorgia Andreuzza (Lega), Andrea De Maria (Pd), Vito De Palma(Fi), Antonino Iaria (M5s), Augusta Montaruli(Fdi), Roberto Morassut (Pd). Un’agenda serrata, cadenzata dagli incontri con il prefetto Francesca Ferrandino, il questore Fausto Lamparelli, l’assessora comunale all’Urbanistica, Caterina Biti e con il presidente di Casa spa., Luca Talluri. Un passaggio all’arcidiocesi e poi dalla teoria alla pratica, con un tour guidato, e scortato da polizia e carabinieri, al parco delle Cascine e alle Piagge, mai così presidiato e sicuro. Giro veloce intorno alla stazione prima di ripartire per la Capitale.

I DATI

Tra le lunghe relazioni consegnate nelle mani dei parlamentari, ci sono alcuni dati che emergono fra tutti: nel 2024 ci sono state 419 spaccate a danno di attività commerciali, fra queste 16 sono state colpite più volte. Attualmente sono 14 gli immobili occupati (dato aggiornato al 13 gennaio). Particolarmente allarmante è l’aumento del furto con destrezza in strada, che nel 2024 ha registrato un +47% rispetto all’anno precedente. Infine, da quando il Comune di Firenze ha giocato d’anticipo e ha emanato l’ordinanza sulle “zone rosse“, ovvero il 10 ottobre scorso, chiudendo di fatto specifiche aree urbane a soggetti pericolosi, sono state allontanate 74 persone, di cui solo 4 caso recidivi e per questo denunciati.

LE POLITICHE INNOVATIVE

L’ordinanza anti-stazionamento nelle zone rosse è una di quelle manovre, insieme ai progetti di edilizia residenziale pubblica, per cui a detta dei commissari, Firenze merita di essere presa a modello. “Funziona e quindi è un elemento di valutazione per noi anche per le altre città” ha affermato la deputata meloniana Augusta Montaruli. In luce anche le limitazioni orarie messe ai minimarket, con obbligo di chiusura dalle 21 alle 7. “È nostra intenzione approfondirle perché potrebbero rappresentare uno strumento importante – ha commentato Battilocchio – eventualmente da replicare in altre situazioni” dopotutto “è un tema che stiamo riscontrando nel corso delle nostre visite esterne e abbiamo visto che molto spesso questi minimarket si collegano a situazioni che vanno monitorate con attenzione”.

TOUR ALLE CASCINE

Dopo gli incontri privati nei palazzi, i commissari sono andati per strada, tra gli sguardi incuriositi e talvolta perplessi della gente, accompagnati “sotto braccio” dall’assessora Biti alle Cascine e sotto l’occhio vigile delle forze dell’ordine. I due pulmini e le volanti, dopo un rapido pit stop alla Leopolda, hanno accostato vicino all’ippodromo e hanno fatto scendere i parlamentari. “Qui la sera si trasforma, diventa luogo di spaccio e disagio sociale” hanno spiegato gli uomini in divisa agli uomini in giacca e cravatta, indicando ciò che per terra era rimasto dalla sera prima. La camminata a passo svelto è terminata in piazza Vittorio Veneto, luogo di spaccate alle auto, sotto la ruota panoramica. Simbolo di un tentativo di riqualificazione che l’amministrazione sta cercando di portare avanti, con le difficoltà del caso. “La gestione della zona è complicata anche dalla sua storicità – ha spiegato Biti – e quindi dai vincoli della Soprintendenza”.

LE QUESTIONI SOLLEVATE

La giornata è stata un’occasione per l’amministrazione comunale, per riportare quelle che sono le necessità. Ecco, quindi, che tra le questioni più care al Comune ci sono i fondi per l’edilizia residenziale pubblica, “dal governo non arrivano – ha evidenziato l’assessora – aumentano le persone, mancano le risorse”; e poi gli affitti brevi e la necessità che “il legislatore nazionale dia indicazioni stringenti in modo che sia più facile per i comuni intervenire” e, infine, Sollicciano perché “non può prescindere una riqualificazione generale, senza prendersi cura del carcere”.

Conto e carta

difficile da pignorare

 



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