Re Carlo chiede “un mondo più compassionevole” durante la visita al Centro della Comunità Ebraica

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È un momento in cui ricordiamo l’abisso in cui può sprofondare l’Umanità quando si permette al male di prosperare” è uno del passaggi del discorso tenuto da Re Carlo, in Polonia per la Giornata della Memoria.

All’incontro con il monarca nel Centro della Comunità Ebraica nel Kazimierz di Cracovia, erano presenti il ​​presidente del World Jewish Relief (WJR) Maurice Helfgott, il direttore generale del Centro comunitario ebraico Jonathan Ornstein e il sindaco di Cracovia Aleksander Miszalski. 

Il Re ha ricordato che  “C’è ancora molto lavoro da fare se non vogliamo solo ricordare il passato, ma usarlo per ispirarci a costruire un mondo più gentile e compassionevole per le generazioni future, un mondo di cui possiamo essere veramente orgogliosi. E questo resta il compito sacro di tutti noi.”

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Dopo la sua visita a Cracovia nel 2002, l’allora Principe di Galles è diventato il patrono del JCC, un progetto gestito nel Regno Unito da World Jewish Relief per il quale Re Carlo ha aiutato l’organizzazione e la raccolta fondi. E, dopo sei anni dalla seconda visita a Cracovia insieme a Camilla, fu Re Carlo ad aprire personalmente il Centro comunitario ebraico a Kazimierz, che ora è un punto chiave per la rinascita della vita ebraica a Cracovia.

È la prima visita di Carlo III in Polonia, dalla sua incoronazione nel 2022. In precedenza, come Principe di Galles, aveva visitato la Polonia quattro volte: nel 1993, 2002, 2008 e 2010. Lo scopo principale della visita di Re Carlo è partecipare alla cerimonie commemorative dell’80° anniversario della liberazione del campo di concentramento nazista tedesco di Auschwitz-Birkenau ed è il primo monarca britannico a mettere piede sul sito di Auschwitz, cosa che fa come uomo e come re“, in un “pellegrinaggio profondamente personale“.

Mentre Carlo, insieme agli esponenti della politica internazionale e a sopravvissuti all’Olocausto, ha preso parte alla cerimonia presso il museo e il memoriale, il principe William ha rappresentato la famiglia reale alla cerimonia a Londra, per il Giorno della Memoria.

Il Memoriale di Auschwitz per l’80° anniversario della liberazione del campo di concentramento, Re Carlo III (Afp)

Dopo aver varcato il cancello del campo sotto la scritta “Arbeit Macht Frei” (Il lavoro rende liberi) e aver visto la collezione di oggetti personali confiscati alle vittime al loro ingresso ad Auschwitz-Birkenau, il Re ha deposto una corona di fiori nel luogo noto come “Muro della Morte”, dove diverse migliaia di persone furono giustiziate sotto il regime nazista. 

Il Re, riguardo alla visita, ha dichiarato: “Sento che devo farlo per l’80° anniversario. È molto importante”

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Una fonte vicina al re aveva affermato: “Sebbene Sua Maestà abbia trovato molti modi nel corso degli anni per coinvolgere i sopravvissuti all’Olocausto, so che questa visita ad Auschwitz è particolarmente toccante per lui. Non solo per il significato dell’anniversario, ma anche perché è un’opportunità per lui di riflettere sulle tante storie di sofferenza e coraggio che ha sentito da coloro che ne hanno dato testimonianza, proprio dove hanno avuto luogo“.

Il Memoriale di Auschwitz per l'80° anniversario della liberazione del campo di concentramento, Re Carlo III

Il Memoriale di Auschwitz per l’80° anniversario della liberazione del campo di concentramento, Re Carlo III (Afp)

Il discorso del Re a Cracovia:

Onorevoli colleghi, essere in Polonia nel Giorno internazionale della memoria dell’Olocausto, mentre commemoriamo gli 80 anni dalla liberazione di Auschwitz, è allo stesso tempo un momento triste e sacro. È un momento in cui ricordiamo i 6 milioni di ebrei, vecchi e giovani, che furono sistematicamente assassinati insieme a Sinti, Rom, disabili, membri della comunità LGBT, prigionieri politici e tanti altri sui quali i nazisti inflissero la loro violenza e il loro odio. È un momento in cui ricordiamo l’abisso in cui può sprofondare l’Umanità quando si permette al male di prosperare. Ignorato per troppo tempo dal mondo. Ed è un momento in cui ricordiamo.

Le potenti testimonianze di sopravvissute come Lily Ebert, scomparsa così tristemente in ottobre, che collettivamente ci hanno insegnato ad amare la nostra libertà di sfidare i pregiudizi e a non restare mai spettatori di fronte alla violenza e all’odio. In un mondo che rimane pieno di disordini e conflitti e che è stato testimone del pericoloso riemergere dell’antisemitismo, non può esserci messaggio più importante, soprattutto perché il Regno Unito detiene la presidenza dell’Alleanza internazionale per la memoria dell’Olocausto. 

Poiché il numero dei sopravvissuti all’Olocausto purtroppo diminuisce con il passare del tempo, la responsabilità del ricordo grava molto più pesantemente sulle nostre spalle e su quelle delle generazioni non ancora nate. L’atto di ricordare i mali del passato rimane un compito vitale e, così facendo, informiamo il nostro presente e modelliamo il nostro futuro qui a Cracovia, dalle ceneri dell’Olocausto.

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Signore e signori, in un mondo post-Olocausto, progetti come questo Centro sono il modo per recuperare la nostra fiducia nell’umanità. Ci mostrano anche che c’è ancora molto lavoro da fare se non vogliamo solo ricordare il passato, ma usarlo per ispirarci a costruire un mondo più gentile e compassionevole per le generazioni future, un mondo di cui possiamo essere veramente orgogliosi. E questo resta il compito sacro di tutti noi.”

Karen Pollock, amministratore delegato dell’Holocaust Educational Trust, prima della visita del Re aveva affermato che la sua presenza avrebbe “elevato” l’evento sulla scena mondiale, rappresentando “un segnale importante per il mondo” della sua importanza. “Sono davvero grata, felice e orgogliosa che il Re stia effettuando questa visita in questo anno così significativo“, aveva aggiunto.

 



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