Gualtieri e Meloni, più amore che odio. Con Rocca a fare da testimone

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Il breve incontro tra Kimbal Musk e Roberto Gualtieri, durante il quale il fratello del fondatore di Tesla e Space X ha proposto uno show di droni per il Giubileo, ha causato qualche imbarazzo nel Pd, soprattutto (anzi, probabilmente esclusivamente) a livello di segreteria nazionale. Ma se si scende un po’ qualche gradino, allargando l’obiettivo, i mal di pancia potrebbero essere più ampi, profondi e di difficile risoluzione. 

I mal di pancia nel Pd

C’è chi, a mezza bocca, ha colto l’occasione dell’incontro con Kimbal Musk per accusare Gualtieri di essere un po’ troppo accondiscendente nei confronti di tutto ciò che proviene, gravita, è connesso al contesto meloniano. D’altronde il rapporto tra Giorgia Meloni, la famiglia Musk, il neopresidente statunitense Donald Trump è nel mirino del centrosinistra italiano da sempre. E viene visto come lesivo dell’autonomia nazionale nel fare scelte sia politica, sia economiche. 

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La trattativa (infinita) su Imu e case Ater

Il dito però è puntato sul Sindaco (che in queste ore è impegnato nelle celebrazioni della Giornata della Memoria, nell’80° anniversario della liberazione di Auschwitz), da ancora più tempo. Tra le questioni che fanno da “legna” per questo fuoco interno c’è il discorso della gestione delle case popolari, la riforma dell’Ater e il nodo del mancato pagamento dell’Imu da parte dell’azienda territoriale nei confronti del Comune: Regione e Comune da mesi e mesi trattano per trovare una soluzione, che molti sostengono sia stata trovata e influenzerebbe anche le politiche della destra sulla gestione degli alloggi popolari, ma ancora non viene ufficializzato niente. E il Comune prosegue nell’avere difficoltà ad assegnare case, perché la maggior parte di quelle disponibili sono in mano alla Regione, che non le “molla”. Ma a parte una recente sortita dell’assessore Zevi, da Palazzo Senatorio non si sgomita particolarmente. 

Il “contentino” della doppia poltrona

Ma questo è niente. Si pensi alla bagarre intorno alle nomine ai vertici della fondazione Teatro di Roma. Gualtieri e l’ex assessore alla Cultura Miguel Gotor a inizio 2024 fecero il diavolo a quattro perché ministero della Cultura e Regione Lazio nominarono direttore generale Luca De Fusco, in assenza del presidente Francesco Siciliano (uomo vicino al Campidoglio) e della consigliera d’amministrazione indicata dal Comune, Natalia Di Iorio. Dopo aver minacciato di uscire dalla Fondazione, atto che ne avrebbe decretato quasi sicuramente lo scioglimento, le parti si accordarono per un doppio direttore, previa modifica dello statuto. Una soluzione che per alcuni, dentro al Pd, è stata vista come un “accontentarsi”, dando l’idea netta di puntare semplicemente a una poltrona, senza voler tanto andare per il sottile di una battaglia di principio da dover intraprendere faccia a faccia con il Governo Meloni e con il governatore Rocca. Quella è stata lasciata alle attrici, agli attori e a tutti i dipendenti della Fondazione. 

L’accordo saltato sull’Eliseo

C’è poi l’affaire della vendita del Teatro Eliseo. Durante la discussione per l’approvazione del primo vero bilancio della giunta Rocca, a fine 2023, il governatore fece inserire un emendamento in cui si stanziavano 24 milioni di euro per acquisire l’immobile, scatenando la rivolta delle opposizioni e in particolare del Pd. A dicembre l’ostruzionismo delle minoranze ottenne il risultato sperato, con il ritiro dell’atto. Ma Rocca, in aula, durante l’ultimo intervento prima del voto conclusivo, si lasciò andare a un “j’accuse” pesante nei confronti delle consigliere e dei consiglieri dem, facendosi scappare – ricorda più di un presente dell’epoca – di essere stupito per la battaglia da loro promossa, visto che c’era stato un passaggio positivo con i vertici del Campidoglio. C’è da pensare, quindi, che un anno fa il gruppo regionale del Pd abbia fatto saltare il banco di un accordo del quale non sapevano niente. 

Il doppio Pd sul Quarticciolo

Ma è l’attualità che fornisce la “summa” dei rapporti tra Roberto Gualtieri, una parte del Pd a lui più vicina e il governo nazionale di colore decisamente opposto. Il modello Caivano applicato al Quarticciolo. La scelta di commissariare un singolo quartiere (come a Milano, Napoli, Catania, Palermo, Reggio Calabria e nel foggiano) ha scatenato le protesta delle associazioni di zona, affiancate da alcuni esponenti politici (anche del Pd), ma non quella del minisindaco del V municipio Mauro Caliste, che certo non si può definire un ribelle tra i minisindaci di centrosinistra. E mentre in piazza esponenti come il segretario romano Enzo Foschi, il presidente della commissione casa Yuri Trombetti e la consigliera regionale Emanuela Droghei si dicevano, in modi diversi, contrari alla militarizzazione del Quarticciolo, a Montecitorio l’assessore Maurizio Veloccia andava a chiedere maggiori risorse per mettere a terra il “modello Caivano”, stilando una proposta in sette punti presentata a una commissione parlamentare congiunta tra Ambiente e Bilancio. Ancora prima era stato il sindaco Gualtieri stesso a incontrare il sottosegretario Mantovano. Troppa morbidezza, poche barricate. Anche qui, il lavoro sporco lasciato alle realtà sociali e poco più.

In piazza si protesta, nei palazzi si tratta: la doppia linea del Pd sul Quarticciolo

La testa di Gualtieri al 2027

Insomma, i rapporti tra Campidoglio e Palazzo Chigi, mettendo in fila una serie di questioni, sembra ben differente da quello che possa sembrare dalle schermaglie su risorse umane, finanziamenti al sociale, finanziamenti sulle metropolitane o per il prezzo dei biglietti Atac. Roberto Gualtieri, per più di un esponente del suo stesso partito, strizzerebbe un po’ troppo l’occhio a Giorgia Meloni, con la “benedizione” di Francesco Rocca. L’obiettivo? Chissà. Forse garantirsi una rielezione meno difficile. Magari nel 2027 dall’altra parte potrebbe esserci di nuovo un candidato debole, invece di uno come Fabio Rampelli, del quale molto si parla da tempo. Una linea che, però, non viene gradita da una parte del Pd. Anche nazionale.



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