Alta tensione nell’assemblea del PD siciliano: approvato il regolamento per il congresso

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Politica

A presiedere i lavori c’era Igor Taruffi, responsabile dell’organizzazione del partito a livello nazionale

di Sergio Randazzo

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Non sono mancati momenti di grande tensione nell’assemblea del Partito Democratico siciliano, convocata per approvare il regolamento del congresso di primavera che nominerà il nuovo segretario regionale. La decisione, che ha visto prevalere la linea del segretario regionale Anthony Barbagallo e dell’area vicina alla segreteria nazionale, ha messo uno stop definitivo alle primarie aperte proposte dai dissidenti. Il regolamento è stato approvato con 169 voti favorevoli (151 da remoto e 18 in presenza), contro 4 contrari e 4 astenuti. Nonostante l’esito del voto, l’assemblea è stata segnata da scene di forte tensione, accuse reciproche e persino minacce di rissa.

La cronaca di una serata infuocata

A presiedere i lavori c’era Igor Taruffi, responsabile dell’organizzazione del partito a livello nazionale, giunto dalla segreteria romana per garantire il corretto svolgimento delle operazioni. Tuttavia, l’atmosfera è rapidamente degenerata, con urla, insulti e contestazioni dirette proprio a Taruffi, il quale ha risposto duramente:

“Mai vista una cosa del genere. Le offese che mi rivolgete esprimono il modo in cui avvengono qui in Sicilia le cose.”
Nel corso della serata, alcuni delegati si sono avvicinati al tavolo della presidenza inveendo, mentre in platea si alzavano grida di “imbroglio” e “scandalo”. La situazione, già esplosiva, ha messo in luce le profonde divisioni all’interno del partito regionale.

Barbagallo: “Una ripartenza nonostante tutto”

Il segretario regionale Anthony Barbagallo, al termine dell’assemblea, ha espresso il suo rammarico per quanto accaduto:

“Ci sono stati diversi momenti di grande tensione e siamo tutti dispiaciuti per questo. Il confronto si è svolto più sui giornali che all’interno del partito, alimentando reazioni spropositate. Da domani, però, il PD siciliano lavorerà per costruire un’alternativa contro le destre, con regole condivise.”
Barbagallo ha chiarito che il regolamento esclude l’ipotesi delle primarie aperte, ribadendo che l’avversario politico è fuori dal partito, non al suo interno.

Le posizioni di Taruffi e la posta in gioco

Nel suo intervento, Taruffi aveva cercato di placare gli animi, sottolineando l’importanza di passare alla fase politica:

“Il PD è uno, anche se ci sono punti di vista differenti. Abbiamo il dovere di recuperare terreno in Sicilia, perché questa regione gioca un ruolo cruciale per il risultato nazionale del partito.”
Tuttavia, il richiamo all’unità non è bastato a evitare lo scontro, alimentato dalle divisioni tra l’area di Barbagallo e quella dei “ribelli”.






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