L’Italia conferma la via della doppia vigilanza, seppur con competenze differenziate, per quanto riguarda le criptovalute. Con un lungo documento congiunto Banca d’Italia e Consob hanno comunicato ai cittadini e al mercato il modo in cui saranno divise le competenze per sorvegliare bitcoin e simili. Una spartizione dei compiti che rientra nell’attuazione del regolamento Micar dell’Unione Europea, relativo ai mercati delle cripto-attività.
Il doppio binario della vigilanza
Il documento, depurato dai necessari tecnicismi del caso, fornisce un’indicazione precisa di come l’Italia si stia approcciando al tema delle cripto. Da una parte c’è tutto il tema dei sistemi di pagamento in bitcoin e altre divise digitali, incluse le stablecoin. In questo caso la competenza esclusiva sulla sorveglianza è di via Nazionale, che la esercita «sia come componente dell’Eurosistema, sia a livello nazionale ai sensi dell’articolo 146 del Tub-Testo Unico Bancario», si legge nel documento. Un aspetto non di poco conto, visto che di fatto il perimetro di sorveglianza Bankitalia viene esteso dai pagamenti tradizionali alle soluzioni «basate sui token di pagamento digitale, tra cui le cosiddette stablecoin».
Le competenze esclusive Consob
Dall’altra parte ci sono le competenze esclusive Consob: l’Authority presieduta da Paolo Savona vigilerà in via esclusiva «in materia di prevenzione e vigilanza sugli abusi di mercato relativi alle cripto-attività», prosegue il testo congiunto. In questo quadro la Consob «è altresì competente nel caso di ritardo della comunicazione al pubblico di informazioni privilegiate e riceve la documentazione trasmessa su sua eventuale richiesta a comprova del rispetto delle condizioni per l’attivazione del ritardo». Insomma, tutto quello che attiene al corretto svolgimento della vita dei mercati finanziari.
Un doppio binario quindi che riflette anche la doppia natura delle divise digitali, usate da una parte (per ora quella prevalente) come asset di investimento – con una forte componente speculativa – e dall’altra come sistema di pagamento che si sta sviluppando parallelamente a quello tradizionale.
Gli italiani e le cripto
D’altronde, il fenomeno delle criptovalute in Italia non può più essere relegato a una nicchia per pochi. Secondo quanto rilevato dall’Oam, l’Organismo degli Agenti e Mediatori Creditizi, alla fine del primo trimestre di quest’anno il saldo totale delle valute virtuali detenute dalla clientela italiana aveva superato i 2,7 miliardi di euro, con un incremento trimestrale dell’85%. In aumento è risultato anche il numero di clienti che le deteneva, pari a 1,3 milioni (+13%) e dei Virtual Asset Service Provider (Vasp) , iscritti nel registro detenuto dall’Oam, che sono saliti del 9%.
Le funzioni complementare
Tornando al documento di Consob e Bankitalia, una serie di altre funzioni di vigilanza verranno svolte dalle due Authority in forma complementare, ferme restando le rispettive aree di competenza: la Consob sorveglierà in particolare il corretto svolgimento delle negoziazioni e dell’offerta al pubblico, Banca d’Italia sarà attiva nel contrasto al riciclaggio e finanziamento al terrorismo. (riproduzione riservata)
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