Intitolazioni a Postiglione, Maratea vuole tornare a Pasolini

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Il sindaco di Maratea Cesare Albanese interviene sull’intitolazione all’imprenditore radiofonico Postiglione di una Terrazza e annuncia «Meglio spostare quella targa»


POTREBBE essere Maratea il primo comune a riconsiderare la scelta di intitolare uno spazio pubblico al fondatore di Radio Potenza Centrale, Bonaventura Postiglione, sloggiando niente di meno che il poeta Pierpaolo Pasolini. Dopo la rivolta per la decisione della giunta comunale di Potenza di dedicargli un belvedere nella sua città, e il riemergere dei numerosi precedenti penali dell’imprenditore radio. Oltre alle simpatie politiche per l’ultradestra sfociate nella candidatura a governatore, nel 2000, con i neofascisti di Forza Nuova.

A confermarlo al Quotidiano, ieri, è stato il sindaco Cesare Albanese, in seguito all’ennesima denuncia di un combattivo avvocato della perla del Tirreno, Emanuele Labanchi.
Già all’epoca dell’intitolazione a Postiglione della «piazzetta sita in località Fontana vecchia incrocio via Salvo D’Acquisto», infatti, Labanchi aveva denunciato pubblicamente la corrispondenza del luogo prescelto con «lo spazio adibito a verde antistante il bivio in località Fontana vecchia» ribattezzato, tre anni prima, “Terrazza Pasolini”. Sollecitando una marcia indietro dell’amministrazione di centrodestra guidata da Daniele Stoppelli, o in subordine un’ulteriore intitolazione a a Pasolini, sloggiato dalla sua terrazza proprio nell’anno del centenario della nascita. Mentre il Paese intero celebrava l’artista che nel 1959 passò anche per Maratea nel suo viaggio alla scoperta delle nuove abitudini vacanziere degli italiani (“La lunga strada di sabbia”,

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«Non penso a una revoca perché farla adesso potrebbe sembrare una cosa contro i familiari di Postiglione». Ha aggiunto il sindaco eletto a giugno dell’anno scorso. «Ma nelle prossime settimane dovremmo proseguire la riflessione già avviata sulla questione perché per noi, che c’eravamo già nel 2018, quella è rimasta la “Terrazza Pasolini”. Magari si può spostare la targa sulle radio libere e Postiglione da un’altra parte».

Albanese non ha risparmiato una bacchettata al suo predecessore. Non tanto per l’intitolazione «in memoria di Nino Postiglione», senza una formale revoca di quella al poeta bolognese, che comunque pare essere sfuggita anche al vaglio di Prefettura e Deputazione storia patria che hanno dato l’ok. Ma per le mancate verifiche sul profilo morale del personaggio, messo in dubbio in maniera clamorosa dalle ultime rivelazioni.

Maratea, infatti, è stato il primo comune lucano a procedere con un’intitolazione siffatta, aprendo la strada a una dozzina di altri provvedimenti simili. Fino a quello sul belvedere di Montereale, a Potenza, che ha scatenato la rivolta di buona parte del mondo di sinistra contro un’amministrazione guidata da un sindaco di centrosinistra, Vincenzo Telesca.
«Al posto di Stoppelli avrei fatto un accertamento più puntuale sulla persona».

Ha aggiunto il primo cittadino. «Non si fa un’intitolazione soltanto perché si ricevono pressioni dal consigliere nazionale di un’associazione di radio private locali come Tonino Luppino (molto vicino alla famiglia Postiglione, ndr). Peraltro nel deposito del Comune la targa della “Terrazza Pasolini” c’è già. E’ stata anche regolarmente pagata, e non venne installata e scoperta soltanto perché il sindaco dell’epoca, Domenico Cipolla, non fece in tempo prima della scadenza della consiliatura».
Su internet sono ancora visibili diversi video della cerimonia di scopertura della targa col nome di Postiglione, di fronte ai familiari ed eredi del suo gruppo editoriale, molto vicino all’amministrazione comunale potentina.

Tra i presenti anche un altro amico della famiglia Postiglione, il consigliere regionale Mario Polese (Iv), e l’allora consigliere comunale del capoluogo Telesca.
Nei giorni scorsi il primo cittadino di Potenza ha difeso con forza l’intitolazione al fondatore di Radio Potenza Centrale anche del belvedere di Montereale. Escludendo di aver proceduto in questo senso per pressioni degli eredi dell’imprenditore.
«Sono qui per onorare la famiglia», disse invece durante la cerimonia di Maratea.



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