La snowboarder ha girato l’Europa prima di prepararsi alla nuova stagione: “Corsica e Cantabria, così mi sono goduta il furgone e le onde. Ma quanta gente…”
Argentina, poi Passo dello Stelvio: Michela Moioli è entrata in modalità nuova stagione. La medaglia d’oro a Pyeongchang 2018 e argento a squadre a Pechino 2022 ha iniziato a fare sul serio con lo snowboard, volando dall’altra parte del mondo per iniziare la preparazione e poi tornando in Italia: ormai, manca poco. Ma nella testa dell’atleta italiana c’è anche il ricordo di un’estate trascorsa al caldo, assecondando un’altra passione: quella per il surf e la van-life.
Michela, com’è andata in Argentina?
“Benissimo, mi manca. È bello cambiare aria e lì è primavera: mi è un po’ dispiaciuto venire via. In tutto siamo stati 20 giorni”.
E prima c’è stata la van-life.
“Le due settimane centrali di agosto, io e il mio compagno Michele siamo stati in Cantabria ed è stato meraviglioso, anche se c’era davvero una marea di gente con van e le tavole da surf. Molti stranieri: tedeschi, austriaci, belgi… Abbiamo fatto fatica a surfare con tranquillità. Ma comunque, dove sono andata mi è piaciuto molto”.
In che posti sei stata?
“Siamo partiti da Biarritz, dove siamo andati alla Plage des Cavaliers: molto carino, ma con tantissima gente. Poi ci siamo spostati in giù a San Vicente: uno spot bellissimo con le colline sul mare. E nel tragitto abbiamo fatto tappe in mezzo”.
Com’è stato il viaggio in van dall’Italia?
“Siamo partiti nel tardo pomeriggio e abbiamo dormito a Bardonecchia, poi siamo passati da Lione e Bordeaux, fermandoci a Biarritz: eravamo distrutti dopo il viaggio. Poi il giorno dopo ci siamo spostati”.
Insomma, siete ormai a vostro agio con la van-life
“Siamo messi bene con pannello solare, acqua, frigo. Abbiamo il wc chimico, trovavamo varie aree di sosta in cui ci si ferma per caricare e scaricare. Penso che questa tendenza sia esplosa, ecco che consiglio di andare in bassa stagione: ormai a luglio e agosto è molto affollato, penso sia un po’ una moda”.
E con il surf com’è andata?
“Mi sono divertita, mi è piaciuto: so quali sono le condizioni dove entrare e quando lasciare stare. Un giorno siamo stati in una spiaggia in cui si accede tramite una scalinata ma il mare era grosso e forte, c’erano dentro solo locals: quindi sono stata fuori e ho guardato. So qual è il mio limite, non voglio andare a cacciarmi in mezzo a situazioni complicate”.
Ti piace il fatto di non essere Michela Moioli in acqua, ma una persona come tante?
“Sì, mi piace il fatto di essere ‘anonima’ quando vado a surfare. Poi ci sono posti in Italia in cui mi conoscono ed è anche meglio, però dove non conosco nessuno mi piace così: essere il signore nessun e surfare in mezzo agli altri”.
In primavera sei stata anche in Corsica.
“E anche lì ho surfato! Tra fine aprile e inizio maggio sono entrate mareggiate, ho surfato a Capo di Feno insieme a Omar Visintin (mio compagno di squadra) e poi più a sud. C’era pochissima gente, anche se le condizioni non erano eccezionali. Sono andata sempre con il mio van partendo da Bastia: sono salita verso il dito, ho girato un po’ in bici, poi ho fatto la costa ovest, fermandoci dove ci ispirava. In Corsica ci sono tante stradine strette: con il furgone lungo non è semplice, ci sono un po’ precipizi a picco sul mare. Ma sono riuscita ad arrivare fin giù a Bonifacio”.
Hai citato la bici: è una tua costante in queste vacanze?
“Sì: quando andiamo via con il furgone, ci portiamo le bici da corsa, leggere e maneggevoli. Un modo anche per goderci il panorama. Mentre quando siamo a casa andiamo con la bici da enduro e mountain bike”.
Pronta per la nuova stagione?
“Mi sono preparata bene questa estate, abbiamo fatto test fisici e sono molto migliorata. Il clou della stagione sarà a marzo, quando a fine mese ci saranno i mondiali di Saint-Moritz. È il mio obiettivo principale, ma bisogna fare bene anche le gare prima”.
E nel 2026 ci sono le Olimpiadi: questa stagione può già essere influenzata dalla vicinanza dei Giochi?
“Tutti pensano che influenzino, ma la sfida è non farsi condizionare e pensare solo a questa stagione. Alla fine, le Olimpiadi sono una gara di quattro minuti: uno non può pensare a quello così presto. È l’obiettivo nel lungo termine”.
E poi c’è l’università.
“Mi mancano quattro esami: manca poco. Ho dei periodi in cui riescono molto bene, altri in cui faccio fatica, ma non ho fretta”.
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