Servizio civile 2025, 10mila posti in più dell’anno scorso: le informazioni e la deadline per candidarsi

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Resta aperto fino alle ore 14 di martedì 18 febbraio il bando per la nuova edizione del programma di Servizio civile universale, per progetti che si realizzeranno tra il 2025 e il 2026 in tutto il territorio nazionale e all’estero. È aperto a chiunque abbia la cittadinanza italiana, abbia tra i 18 e i 28 anni, nessun precedente penale, e voglia dedicarsi a un’iniziativa a beneficio della collettività. Possono ripresentare domanda anche quanti a causa dell’emergenza covid-19 hanno interrotto il servizio civile o hanno avuto il progetto sospeso.

I posti a disposizione questa volta sono 62.549, quasi diecimila in più rispetto all’ultimo bando. Di questi, 61mila 166 operatori volontari saranno avviati in servizio in progetti in Italia, mentre 1.383 all’estero. Resta invariato rispetto allo scorso anno l’importo dell’indennità mensile riconosciuta ai partecipanti, pari a 507,30 euro.

Aumenta, invece, il numero dei mesi di impegno per i partecipanti: se l’anno scorso si andava tra gli 8 e i 12, quest’anno i progetti hanno tutti una durata tra i 10 e i 12, sempre con un orario di servizio pari ad (almeno) 25 ore settimanali. «Ciascun giovane può presentare una sola domanda di partecipazione», specifica l’articolo 1 del bando, «e per un solo progetto tra quelli indicati». Già note anche le date di avvio in servizio degli operatori volontari selezionati: i primi cominceranno il 28 maggio a cui seguiranno le altre immissioni il 30 giugno, 30 luglio, 9 settembre e 23 settembre.

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Per partecipare alla selezione occorre individuare il progetto di Servizio civile universale che si preferisce nella sezione dedicata del sito, dove è possibile filtrare la ricerca anche per Regione, settore o durata del progetto. Le aree di intervento sono le più disparate: dall’assistenza, per esempio a disabili, migranti o minori in condizioni di disagio sociale, alla protezione civile, dal patrimonio ambientale e riqualificazione urbana, con attività ad esempio di prevenzione e monitoraggio dell’inquinamento, al patrimonio storico, artistico e culturale, dal settore dell’agricoltura a quello dell’educazione e promozione culturale, fino alla promozione della pace tra i popoli e a quella della cultura italiana all’estero.

Una volta scelto il progetto, nella pagina di dettaglio è possibile visualizzare anche il numero delle domande già inviate per quella sede, un’informazione utile anche per capire quante chance si hanno per essere selezionati. Scelto il progetto, gli aspiranti volontari devono inviare la domanda di partecipazione attraverso la piattaforma DOL. Per farlo è necessario essere in possesso dello Spid, il sistema pubblico di identità digitale. In questa guida è possibile trovare tutte le informazioni per scegliere il progetto e presentare la domanda.

A questo punto sarà cura dell’ente titolare del progetto fare la selezione, valutando prima titoli ed esperienze curriculari e, dopo, facendo un colloquio ai candidati. Poi la graduatoria e la firma del contratto in cui è indicato il trattamento economico e le norme di comportamento.

Nato dal diritto all’obiezione di coscienza al servizio militare obbligatorio del 1972, il Servizio civile ha dovuto aspettare il 2001, con la legge numero 64, per vedere l’istituzione su base volontaria e l’apertura anche alle donne. Da allora aumenta la partecipazione dei giovani fino all’istituzione nel 2017, in seguito alla riforma del Terzo settore, del Servizio civile Universale, con l’intento di renderlo accessibile a tutti.

A gennaio di quest’anno il Dipartimento per il Servizio civile ha pubblicato un Rapporto sui bandi dal 2015 a tutto il 2023, con alcuni dati anche del 2024, che mostra il costante interesse dei giovani verso questo programma, con una media di quasi 106mila domande l’anno e una risalita negli ultimi anni rispetto al crollo del 2019 – quando erano state soltanto poco più di 85mila. Da segnalare il dato piuttosto irregolare del numero delle opportunità: dal 2019 c’è stato un costante aumento fino ad arrivare nel 2022 a oltre 71mila posti. Poi, un crollo di quasi 20mila posti l’anno seguente, con soli con 52.236 posti. Il divario è stato in parte recuperato quest’anno, con 62mila posizioni disponibili.

Un altro aspetto interessante evidenziato dal Rapporto è il numero di effettivi percorsi avviati. Prendendo per esempio il 2023, per i 52mila posti disponibili le domande pervenute erano state più del doppio, quasi 105mila, ma alla fine i volontari ad aver preso servizio erano stati solo 42mila. Senza riuscire quindi a coprire tutte le posizioni ricercate. Nel documento del Dipartimento per il Servizio civile non vengono analizzate le ragioni dietro questo disallineamento: viene solo esplicitato che rispetto al bando 2022 «il rapporto tra avviati e posti a bando ha raggiunto il valore più basso della serie considerata. Questo riflette un disallineamento tra l’aumento dei posti finanziati e la capacità effettiva di coprirli». Di rilievo anche l’analisi del contesto territoriale: metà delle posizioni disponibili nel 2023 erano distribuite tra Sud e isole, e ben il 60 per cento delle domande arrivavano proprio da questi territori.

Negli anni sono poi cambiate anche le preferenze rispetto ai progetti. Se una volta i giovani si candidavano spesso a progetti in cui l’obiettivo era aiutare il prossimo, come per esempio l’assistenza agli anziani, ora sono in voga altri percorsi. Per esempio nel 2023 – per quanto l’assistenza sia ancora un settore che riscuote un alto numero di richieste, con oltre 35mila per circa 22mila posti disponibili  a battere tutti è l’ambito educazione e promozione culturale, paesaggistica, ambientale, del turismo sostenibile e sociale e dello sport con addirittura 46mila candidature per poco più di 19mila posizioni. Quasi quadrupla rispetto ai posti anche la richiesta per il settore Patrimonio storico, artistico e culturale.

Se si è interessati a partecipare, bisogna ricordarsi la scadenza del 18 febbraio e prendere in considerazione anche altri due elementi a favore di questa scelta: la riserva di una quota del 15 per cento nei concorsi pubblici a chi ha svolto il Servizio civile e la possibilità di riscattare questo periodo ai fini del trattamento previdenziale.

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Marianna Lepore





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