DeepSeek, perché la start-up cinese fa tremare la Silicon Valley

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Il “ChatGpt cinese” presenta delle limitazioni rispetto al rivale americano, ma per il direttore dell’Istituto Dalle Molle il segreto del suo successo risiede nel basso costo.

Una delle app più
scaricate del momento si chiama DeepSeek: è una start-up cinese che è entrata
in maniera dirompente nello scenario mondiale dell’intelligenza artificiale. Propone
un modello simile a ChatGpt, ma il suo costo è nettamente inferiore rispetto ai
modelli di OpenAi, Google o Meta. L’azienda ha dichiarato di aver speso solo
5,6 milioni di dollari per il suo modello di base, rispetto alle centinaia di
milioni che le aziende statunitensi spendono per le loro tecnologie di IA. E il
suo ingresso ha scosso il mondo tecnologico statunitense, facendosi sentire
anche in borsa.

A livello di contenuti la start-up cinese presenta delle
limitazioni. È infatti soggetta alle restrizioni della censura cinese e quindi
evita argomenti politici delicati, come la protesta di piazza Tienanmen del 4
giugno 1989 oppure Taiwan o il Dalai Lama. Ma il suo modello “open source” e il
suo approccio strategico ed economico l’hanno resa un nuovo attore preponderante
che potrebbe cambiare gli equilibri e lo sviluppo dell’intelligenza
artificiale, sostiene Andrea Emilio Rizzoli, il direttore
dell’Istituto Dalle Molle di USI e SUPSI. “Il fatto che ci sia un
modello che ha le stesse prestazioni del miglior modello messo a disposizione
di OpenAi a costi più bassi, in modalità open, significa che chiunque può
prendere questo modello e farlo girare sulla propria infrastruttura e quindi
avere dei vantaggi che avrebbe pagando un prezzo non indifferente”,
sottolinea nell’intervista a Ticinonews.

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Come fa a costare così poco rispetto agli altri modelli?

“Hanno usato alcune tecniche che gli hanno permesso di
realizzare dei modelli performanti con un impiego di risorse (Cip, gpu ed
energia elettrica) considerevolmente più basse rispetto alla concorrenza”.

È una corsa a due tra Cina e USA o ci sono altri attori?

“Sicuramente è una corsa a due. Ma anche Europa e India,
come altri paesi, sono interessati a questo tipo di intelligenza artificiale.
Il vantaggio tecnologico di Cina e Usa è alimentato dalle grosse disponibilità
finanziarie di investimento all’infrastruttura. L’Europa è frazionata, non si
riesce a mettersi d’accordo così rapidamente come uno stato centralista come
gli Usa o un regime totalitario come la Cina. Non c’è la stessa dinamicità”.

Questa concorrenza tra Usa e Cina può favorire uno
sviluppo sempre più veloce di questa tecnologia?

“La concorrenza è un fattore positivo di stimolo. Il fatto
che questi modelli siano pubblicati in modo open source (senza i dati di
addestramento) è qualcosa che porta un beneficio globale. Sulle implicazioni
etiche si apre un altro discorso: per quali fini utilizziamo questi strumenti,
con quali vincoli e con quali limitazioni?”

Quali sono gli obiettivi che questi due paesi vogliono
raggiungere con gli investimenti?

“Da una parte cercano di acquisire un monopolio tecnologico.
Forse c’era la speranza che si raggiungesse in tempi brevi l’intelligenza
artificiale generale, se non la superintelligenza, che può essere vista come
un’arma strategica dal punto di vista di due superpotenze militari. Nei loro
obiettivi strategici hanno chiaramente anche le applicazioni militari”.

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È difficile immaginare come sarà questa super
intelligenza…

“Deve essere un’intelligenza artificiale generale in grado
di ragionare su molti domini in maniera simile a quello di un essere umano, ma
con una capacità molto superiore. Siamo molto lontani da questo obiettivo e DeepSeek
non ci porta più vicino: ha gli stessi limiti e problemi degli altri modelli,
che ogni tanto generano allucinazioni e non hanno coscienza di quello che fanno.
Non riescono a spiegare ogni passo del proprio procedimento adottato per
ottenere un risultato. Anche sulla loro capacità effettiva di generalizzare ci
sono dei dubbi. Molto spesso i loro risultati più sorprendenti sono ottenuti
perché hanno già visto gli esempi di come risolvere un particolare problema: recuperano
al loro interno le metodologie di risoluzione di un problema. Avere qualcosa
che ragiona in maniera innovativa rispetto a un problema mai visto prima è
qualcosa che per ora fanno solo alcuni essere umani molto in gamba”.



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