Turismo rurale, dalle esperienze all’IA: intervista a Faggioli

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(di Mario Liberto) Nel contesto di un mondo sempre più focalizzato su esperienze genuine e sostenibili, i territori rurali e i borghi dimenticati stanno emergendo come risorse fondamentali per il turismo del futuro. Coniugare sviluppo economico, tutela del patrimonio locale e un’esperienza turistica autentica rappresenta una sfida affascinante, che apre nuove opportunità per i viaggiatori e le comunità locali.

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Ne parliamo con Fausto Faggioli, esperto e docente di sviluppo territoriale e turismo rurale, project e territorial marketing manager per lo sviluppo sostenibile, reti intersettoriali e sistretti rurali di qualità, presidente di E.A.R.T.H. Academy (rete per la cooperazione e lo scambio di buone pratiche), presidente “Rete Albatros” rete di professionisti e imprese che tutela le realtà locali fornendo assistenza amministrativa, ingegneristica e finanziaria agli enti locali; responsabile nazionale del “Turismo Rurale ed Esperienziale” di IFTAJ (International Federation of Tourism Authors and Journalists ). Faggioli collabora inoltre a livello europeo con amministrazioni pubbliche, università, ITS-Academy, scuole, GAL, enti formativi, imprese private ed è autore di numerosi libri di marketing e comunicazione sullo sviluppo rurale.

Quali sono le principali sfide che il turismo rurale deve affrontare oggi?

Investire nel turismo rurale significa affrontare due sfide cruciali. Da un lato, è fondamentale fermare l’esodo dei giovani dalle aree interne, creando opportunità di lavoro e una qualità della vita che li motivi a rimanere. Dall’altro, è necessario contrastare il fenomeno dell’overtourism, che sovraccarica le destinazioni più popolari, promuovendo mete meno conosciute ma altrettanto straordinarie.

Come vede l’evoluzione del turismo nel 2025?

Nel 2025 il turismo subirà una trasformazione profonda. I viaggiatori cercheranno esperienze autentiche che rigenerano corpo e mente, dando maggiore importanza alla sostenibilità e all’originalità. I territori rurali saranno perfettamente allineati a queste esigenze, offrendo paesaggi incontaminati, tradizioni millenarie e un turismo rigenerativo, che non solo rispetta l’ambiente ma contribuisce al miglioramento delle comunità locali.

Quale ruolo avranno i borghi rurali in questa nuova visione del turismo?

I borghi rurali rappresentano un patrimonio unico. Offrono la possibilità di vivere esperienze intime e autentiche, lontano dalla frenesia delle grandi città. Questi luoghi possono diventare centri di innovazione turistica, combinando tradizione e tecnologia per attrarre viaggiatori interessati alla cultura, alla natura e alle relazioni umane.

Si parla più spesso di turismo rigenerativo. Di cosa si tratta?

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Il turismo rigenerativo è un modello che va oltre la sostenibilità. Non si limita a preservare l’ambiente, ma contribuisce attivamente a migliorarlo. Ad esempio, attraverso iniziative che coinvolgono i turisti nella cura del territorio o che promuovono l’uso di prodotti locali. Questo approccio crea una simbiosi tra i viaggiatori e i territori visitati, portando benefici a entrambe le parti.

Quanto è importante la tecnologia in questo nuovo scenario?

La tecnologia è fondamentale. Attraverso piattaforme digitali e app personalizzate, possiamo creare itinerari su misura che uniscono autenticità e innovazione. Tuttavia, non dobbiamo dimenticare che al centro del turismo ci sono le relazioni umane. La fiducia e il rispetto verso le comunità ospitanti rimangono i pilastri di un’esperienza turistica memorabile.

Cosa distingue il turismo esperienziale dal turismo di passione?

Il turismo esperienziale punta a far vivere al viaggiatore emozioni legate alla scoperta di un luogo. Il turismo di passione, invece, nasce da un interesse personale e profondo. Può trattarsi di enogastronomia, cultura, natura o sport. Questo tipo di turismo crea un legame emotivo più forte tra il viaggiatore e il territorio, trasformando il viaggio in un percorso di crescita personale.

Può fare qualche esempio di turismo di passione?

Certamente. Pensiamo al turismo enogastronomico, con degustazioni di cibi e vini locali; o al turismo culturale, che include festival, visite a musei e siti storici. C’è poi il turismo naturalistico, con trekking ed escursioni, e quello sportivo, che attira appassionati di ciclismo, sci o eventi sportivi. Sono esperienze che vanno oltre la semplice visita, creando connessioni profonde.

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Quali benefici porta il turismo rurale alle comunità locali?

I benefici sono molteplici. Il turismo rurale può rivitalizzare l’economia locale, creare posti di lavoro e contrastare lo spopolamento. Inoltre, valorizza il patrimonio culturale e naturale, promuovendo uno sviluppo equilibrato e sostenibile. Per le comunità locali, rappresenta una straordinaria opportunità di rinascita.

In conclusione, quale futuro immagina per il turismo?

Immagino un turismo più consapevole, rispettoso e rigenerativo. Un turismo che metta al centro l’equilibrio tra uomo, natura e cultura, e che valorizzi le aree rurali come cuore pulsante di questa trasformazione. Il 2025 sarà l’inizio di una nuova era, dove viaggiare significherà non solo scoprire nuovi luoghi, ma anche ritrovare una connessione profonda con sé stessi e con il mondo.





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