L’ art.104 della Costituzione Italiana stabilisce un principio fondamentale, cardine di ogni Stato democratico fondato sulla divisione dei poteri:
“LA MAGISTRATURA COSTITUISCE UN ORDINE AUTONOMO E INDIPENDENTE DA OGNI ALTRO POTERE”.
La riforma costituzionale dell’attuale maggioranza di governo, mirante a separare la carriera dei magistrati giudicanti da quella dei requirenti, assolutamente inutile per garantire una maggiore funzionalità del servizio giustizia, è solo un malcelato tentativo di erodere progressivamente tale principio.
In verità si tratta di realizzare un obiettivo contenuto nel Piano di Rinascita Democratica della P2 di Licio Gelli e per anni agognato dal defunto piduista-pregiudicato Berlusconi. Attraverso la separazione delle carriere si vuole progressivamente pervenire ad altri obiettivi:
- l’azione penale facoltativa e non più obbligatoria,
- l’indicazione da parte del governo dei reati da perseguire con priorità rispetto ad altri;
- la sottoposizione del pubblico ministero al potere politico.
Sarebbe un oltraggio alla democrazia del nostro Paese.
L’ associazione “Antimafia e Legalità” e il Presidio universitario Libera “Dario Capolicchio“- Catania sostengono incondizionatamente la protesta dei magistrati italiani e sottoscrivono senza riserva i comunicati emessi dall’Associazione Nazionale Magistrati.
In realtà tutti gli interventi dell’attuale governo, come l’abrogazione del reato di abuso d’ufficio, hanno la finalità di rendere più difficile perseguire i reati commessi dai politici e da chi detiene posizioni di potere. I cittadini liberi e democratici devono indignarsi e fare sentire la loro voce.
Qualora sulla separazione delle carriere vi fosse il referendum saremmo impegnati in prima linea affinché il progetto della P2 non divenga realtà.
VIVA LA COSTITUZIONE ITALIANA REPUBBLICANA E ANTIFASCISTA!
Nel piazzale antistante il Tribunale di Catania, il 25 gennaio 2025, inaugurazione dell’anno giudiziario, le toghe, magistratura e avvocatura, che insieme incarnano uno strumento costituzionale di tutela della democrazia e dei diritti delle persone, sono presenti in piazza Verga – in presidio – a riportare tra cartelloni e ombrelli tricolore quegli articoli della Costituzione che non si vorrebbero scardinare o svuotare di senso a furia di riforme:
- art. 1 [Repubblica fondata sul lavoro ];
- art. 11 [ripudio della guerra come strumento di risoluzione delle controversie internazionali;
- art. 13 [Libertà personale inviolabile]
- art 21 [Libertà di espressione];
- art. 54 [onorabilità e disciplina nel rispetto dei valori costituzionali ].
E appresso alle più note riflessioni di Piero Calamandrei, Sandro Pertini, Liliana Segre riportate nei cartoncini, arrivano anche i commenti del presidente dell’ANM sez. di Catania, dott. Giancarlo Cascino, che sinteticamente illustra le ragioni del presidio non a difesa corporativa della magistratura la cui funzione di “potere autonomo e indipendente” è prevista dalla nostra Costituzione [art. 104] proprio a tutela della cittadinanza, di chi è senza potere, della persone tutte, cittadini e chiunque soggiornante nel nostro paese, perché non debba temere che la giustizia non sia uguale per tutti.
Il principio di separazione dei poteri sottrae chi esercita quotidianamente la giustizia dall’essere al servizio dei politici, di coloro che oggi vorrebbero tutelare le rendite di posizione sul mercato, domani i grandi costruttori di opere senza progetto esecutivo, dopodomani chi viola i trattati internazionali.
Spiace, dichiara il presidente di Antimafia e Legalità, l’avvocato Enzo Guarnera, che in occasioni di attacco a questo principio costituzionale, attraverso l’annunciata riforma della separazione delle carriere in magistratura tra funzione inquirente e funzione giudicante, non ci sia una mobilitazione più attenta e partecipata della cittadinanza, non più animata da motivazioni e forti preoccupazioni intorno al proprio stato di libertà, di uguaglianza, di sovranità continuamente minacciate da riforme e decreti legge divisivi, cittadinanza che bisognerà attivare nei prossimi referendum, se passasse la riforma, per ripristinare il senso più autentico dello stato repubblicano e antifascista.
“La giustizia non può essere al servizio del perseguimento dei reati bagatellari e di medio impatto cronachistico “truce” e dimenticarsi di chi amministra gli altri poteri, tra cui i politici che mal sopportano di essere l’oggetto di indagini quando amministrano o perseguono fini poco nobili.”
La riforma dell’ordinamento giuridico che promuove la separazione delle carriere dell’ordine autonomo e indipendente della magistratura non prelude a una giustizia più celere ed equa, ma solo ad un maggior controllo di un potere costituito assoggettato ad un altro potere -il potere esecutivo – che mal sopporta limiti e garanzie a difesa delle cittadine e dei cittadini che hanno diritto di sapere chi eleggono e chi li governa e di veder rispettato il principio di uguaglianza e imparzialità nell’amministrazione del res-pubblica.
L’associazione Antimafia e Legalità sarà sempre vigile e presente nel sollecitare la partecipazione della cittadinanza in favore del rispetto dei valori costituzionali repubblicani e antifascisti.
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