«Invertire la rotta si può, aiuteremo le Marche a tornare agli anni 2000»


Ministro Giorgetti, lei ha un legame particolare con le Marche. Senza fare sconti: i nostri punti di forza e di debolezza?

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«Le Marche rappresentano una realtà dinamica e produttiva caratterizzata da un tessuto economico di piccole e medie imprese, artigianato di alta qualità e un forte spirito imprenditoriale. La regione mi piace: per la laboriosità della sua gente e per la forte tradizione nei settori del calzaturiero, della meccanica e dell’agroalimentare. Lo dico con il cuore: è sempre un piacere visitare le realtà come la vostra e incontrare i protagonisti dell’economia che contribuiscono alla crescita del Paese. La sfida è stare al passo con i tempi e superare le incertezze legate alla situazione geopolitica». 

Bello piacere. Passiamo ai punti di debolezza. Specie negli ultimi tempi e specie in economia.

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«Anche da ministro dello Sviluppo Economico ho avuto modo di seguire le difficoltà del settore produttivo della regione con i suoi tavoli di crisi: non la considero una debolezza ma un problema comune a molte altre regioni italiane».

E quindi come si fa?

«Non siamo mai stati però spettatori inerti, anzi proprio con quel ruolo ho firmato alcuni accordi di innovazione e contratti di sviluppo che hanno finanziato significativi investimenti aziendali. Come ministro dell’economia (e come governo) siamo impegnati ad aiutare le Marche per invertire la rotta: affinché come regione in transizione recuperi la capacità produttiva, i suoi giovani e i suoi record di imprenditorialità che vantava negli anni Duemila».

Per restare a noi marchigiani e all’Italia: le sanzioni alla Russia hanno penalizzato fortemente il settore calzaturiero, simbolo della moda italiana e delle Marche. Quali misure intendete mettere in campo per supportare le nostre imprese?

«Nonostante un contesto internazionale complesso, l’economia italiana ha dimostrato una straordinaria capacità di resilienza. Il motore della nostra crescita è rappresentato dalle piccole e medie imprese e dagli imprenditori, che definisco eroi contemporanei perché continuano a innovare, a creare valore e ricchezza sul territorio. Il ruolo dello Stato non è sostituirsi all’iniziativa privata, ma affiancarla con strumenti concreti di sostegno, di incentivazione e di rimozione degli ostacoli».

Che applicato alle Marche significa?

«In questa terra il ritardo infrastrutturale ha pesato sulla competitività, ma vorrei anche ricordare che mai come negli ultimi anni le Marche hanno avuto finanziamenti e capacità per migliorare la situazione».

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«Questo governo ha già adottato misure per supportare le imprese e l’occupazione, e continuerà a farlo con interventi mirati. Come quelli previsti anche nell’ultima legge di bilancio, che destina risorse per l’innovazione e per il rafforzamento dell’occupazione stabile. Garantisco: proseguiremo a lavorare affinché l’export trovi nuove strade e il nostro sistema produttivo resti competitivo».

La pressione fiscale è uno dei temi più sentiti da cittadini e imprese marchigiane. Si può immaginare un futuro migliore?

«Ridurre il carico fiscale sui cittadini è l’obiettivo prioritario per il governo. La nostra azione si è concentrata sul sostegno ai redditi medio bassi attraverso il taglio del cuneo fiscale che con la legge di bilancio 2025 è stato reso strutturale ed esteso ai redditi fino a 40mila euro».

E per le imprese?

«Per le imprese discorso simile: obiettivo prioritario. Abbiamo esteso la flat tax al 15% per i redditi fino a 85mila euro (legge di bilancio 2023 ndr) e con la legge di bilancio 2025 abbiamo introdotto l’Ires premiale, che prevede una riduzione di quattro punti percentuali per le imprese che reinvestono gli utili in azienda. Inoltre, abbiamo stanziato 3 miliardi di euro con il Decreto Bollette per supportare imprese e cittadini contro il caro energia».

Gli interventi del governo si sono concentrati sui redditi medio-bassi e sulle famiglie. E il ceto medio e i lavoratori dipendenti lamentano difficoltà.

«Lo capisco e lo so. E il governo vuole infatti proseguire sulla strada di una riduzione progressiva del carico fiscale per il ceto medio: è uno degli obiettivi prioritari. Naturalmente tutto ciò deve avvenire nel rispetto della tenuta della finanza pubblica».

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Le Marche sono ciclicamente colpite da terremoti e devastazioni, l’ultimo (doppio) sisma è del 2016. La ricostruzione sarà davvero sufficiente a frenare lo spopolamento e incentivare la permanenza nei borghi?

«La premessa è scontata: bisogna creare condizioni di sviluppo e servizi adeguati per rendere i borghi luoghi attrattivi in cui vivere e lavorare. E la ricostruzione rappresenta un’opportunità per il rilancio economico e sociale delle aree colpite. Per questo è importante anche la collaborazione con le amministrazioni per incentivare misure di sviluppo locale: sostenere le imprese, migliorare le infrastrutture e i servizi».

Che tempi ci diamo?

«Come Ministero dell’economia abbiamo stanziato 400 milioni di euro nel 2022 per l’alluvione. Per le conseguenze del terremoto esiste una struttura commissariale che sta portando avanti il lavoro. Sono allo studio misure che tengano conto dei tempi e delle caratteristiche della ricostruzione. Non vi deluderemo, vedrete».

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L’appuntamento di oggi

Oggi dalle ore 10 è in calendario l’evento «Tutta un’altra economia: la sfida del valore», organizzato dalla Lega, presso il Centro Federale Figc di Ancona in via Schiavoni. Al convegno, propedeutico al prossimo congresso nazionale di partito, parteciperanno anche Matteo Salvini, vicepremier, ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti e segretario della Lega, e Giancarlo Giorgetti. Al centro dell’incontro il futuro economico del Paese, le infrastrutture e il rilancio del sistema produttivo. La giornata, articolata in momenti tematici, vedrà alternarsi e dialogare tra loro vertici di partito, imprenditori, amministratori locali, economisti e rappresentanti del mondo produttivo.

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