Civitavecchia Porto – Pino Musolino nominato commissario straordinario dal Ministro Salvini

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Su indicazione del sottosegretario con delega ai porti Edoardo Rixi gestirà l’Authority fino alla nuova nomina che dovrà avvenire nei prossimi sei mesi. La rivincita del Commissario Straordinario: beffati i detrattori

CIVITAVECCHIA – Pino Musolino non è più il presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Centro Settentrionale, ma la sua avventura alla guida dell’hub portuale di Civitavecchia, Fiumicino e Gaeta non è certo terminata.

Dopo quattro anni di mandato e 45 giorni di prorogatio, il Ministro dei Trasporti Matteo Salvini, su indicazione del suo sottosegretario con delega ai porti Edoardo Rixi, ha scelto di riaffidargli la gestione dell’Authority in qualità di commissario straordinario.

Una nomina che conferma, ancora una volta, la fiducia riposta nel manager veneziano e che mette definitivamente a tacere le speranze dei tanti detrattori che hanno tentato, con ogni mezzo, di farlo cadere.

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La volontà del Governo di affidare a Musolino la prosecuzione della gestione di Molo Vespucci è un segnale chiaro e inequivocabile: le competenze e i risultati ottenuti in questi anni hanno parlato più forte di qualsiasi tentativo di delegittimazione. Se qualcuno pensava che il cambio di governo potesse rappresentare l’occasione per metterlo da parte, ha dovuto fare i conti con la realtà. Musolino continuerà a esercitare pieni poteri fino alla nomina di un nuovo presidente, che dovrà avvenire nei prossimi sei mesi. Una continuità gestionale che non solo garantisce stabilità all’ente, ma conferma che la politica del “fare” ha prevalso su quella delle manovre di palazzo.

La nomina a commissario straordinario non è solo una vittoria personale per Musolino, ma anche una sconfitta per coloro che hanno provato a minare la sua posizione.

In questi quattro anni, il manager ha dimostrato di avere una visione strategica chiara, lavorando per rilanciare l’hub portuale e restituendo centralità a Civitavecchia, Fiumicino e Gaeta. Ha gestito con determinazione le risorse disponibili, salvaguardando posti di lavoro e riportando investimenti significativi nel settore. Un’operazione che ha permesso di consolidare la competitività dello scalo e di gettare le basi per uno sviluppo futuro sostenibile e innovativo.

Non è un caso che il Ministro Salvini e il Sottosegretario Rixi abbiano deciso di confermarlo. La scelta di non cedere alle pressioni di chi lo voleva fuori dal gioco è la prova di una volontà politica chiara: affidarsi a persone capaci, al di là delle logiche spartitorie. Mentre molti cercavano di intavolare giochi di potere e di piazzare nuovi nomi, il Governo ha optato per la continuità, consapevole che la gestione di un hub portuale non può essere oggetto di meri calcoli politici.

La partita per le nomine dei vertici delle Autorità di Sistema Portuale è ancora aperta e nei prossimi mesi assisteremo a un vero e proprio risiko che coinvolgerà numerosi scali italiani. Nei primi mesi dell’anno scadranno i 45 giorni di prorogatio per Taranto e Ravenna, mentre nei prossimi mesi si deciderà anche per Palermo. È chiaro che il Governo punta a una riorganizzazione complessiva della governance portuale, cercando di allineare le scadenze e garantire un nuovo assetto amministrativo coerente. Tuttavia, la vicenda di Musolino dimostra che le decisioni non saranno prese sulla base di pressioni esterne, ma sulla scorta delle competenze e dei risultati concreti.

Nonostante le difficoltà, la gestione dell’Autorità Portuale di Civitavecchia ha mantenuto un equilibrio e un’efficienza che in molti altri scali italiani risultano ancora lontani. Basta guardare alla paralisi decisionale che affligge Genova/Savona/Vado, dove da oltre 17 mesi non si è ancora trovato un presidente indipendente. O alle lungaggini burocratiche che rallentano la ripresa operativa di alcuni porti chiave. In questo scenario, la conferma di Musolino è un segnale positivo per l’intero sistema portuale italiano: si premia la competenza e non il gioco delle poltrone.

Ora la sfida sarà quella di proseguire il lavoro già avviato, portando avanti i progetti infrastrutturali e le strategie di sviluppo delineate. Il futuro dell’hub portuale di Civitavecchia, Fiumicino e Gaeta è ancora nelle mani di Pino Musolino e, almeno per i prossimi sei mesi, i suoi detrattori dovranno farsene una ragione.

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