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L’edilizia residenziale pubblica siciliana è sotto la lente di ingrandimento della IV Commissione dell’Ars.
Già ad avvio 2025 gli Iacp erano stati inseriti all’interno della lista dei temi più caldi pronti ad approdare nei primi mesi dell’anno a Sala d’Ercole. Delle prime linee guida erano state tracciate (CLICCA QUI). Il nuovo sistema, infatti, dovrà puntare ad una conoscenza più ampia degli aspetti sociali, per poter successivamente intervenire, ad esempio aprendo la socialità edilizia anche agli universitari fuori sede, quelli periferici, come per esempio consorzi, o la capacità commerciale di mettere in locazione o in vendita strutture con capacità di fare reddito. Altri obiettivi da raggiungere saranno la previsione di maggiori fondi per la riqualificazione, lo snellimento e la semplificazione gli istituti e la digitalizzazione dei portali, per superare le vecchie tipologie di assegnazione.
IL LAVORO IN IV COMMISSIONE
Al vaglio della Commissione Ambiente, territorio e mobilità, guidata dal presidente Giuseppe Carta, sono in discussione tre disegni di legge. Tra questi, il più articolato è quello a prima firma della deputata di Noi Moderati Marianna Caronia (CLICCA QUI), che prevede la soppressione e la liquidazione degli Istituti autonomi per le case popolari, l’istituzione dell’Agenzia siciliana per le politiche abitative (Aspa) e la creazione di un fondo a costo zero, derivante dalla vendita agevolata degli appartamenti agli attuali inquilini, a prezzi calmierati, da destinare principalmente alla creazione di nuove case popolari. Un ddl complesso e articolato, ma che potrebbe rappresentare un vero e proprio punto di partenza per mettere in piedi un sistema al passo con le esigenze moderne e attuali, dalla dilagante povertà abitativa ai lunghissimi elenchi da sfoltire.
Il presidente Giuseppe Carta ha spiegato in quale direzione è pronta a muoversi la sua Commissione: “Stiamo cercando di fare un testo che semplifichi la capacità degli Iacp di funzionare e di essere molto più attraenti nei territori. In questo momento si sta lavorando per mettere insieme tutte le norme presentate per cercare di ricavarne le parti migliori. Il disegno di legge a firma Caronia è un testo molto complicato e non penso sia nelle condizioni di arrivare in aula così come è stato presentato. Si andrà verso una semplificazione e una riqualificazione degli Istituti autonomi per le case popolari per renderli più fruibili e offrire sportelli a portata di mano. Vista la base commerciale degli Iacp bisognerà dare la possibilità di essere più attrattivi non solo da un puto di vista sociale“.
Il testo che prevede l’istituzione dell’Aspa non è l’unico. Tra i banchi della Commissione vi sono anche il disegno di legge n. 94 “Riordino della normativa in materia di edilizia abitativa sociale, soppressione degli Istituti autonomi per le case popolari e istituzione del Consiglio regionale dell’edilizia abitativa” e il disegno di legge n. 68 “Semplificazione e riordino della normativa in materia di edilizia residenziale pubblica e sociale. Soppressione degli Istituti autonomi case popolari e istituzione dell’Agenzia regionale per la casa e l’abitare sociale (Arcas)“. Quest’ultimo fu presentato nel novembre 2022 e porta la prima firma di Giusi Savarino (oggi assessore all’Ambiente, ma allora al timone della IV Commissione), oltre quelle di Marco Intravaia e Giuseppe Zitelli.
IL DDL A FIRMA SAVARINO
Sarà meno articolato del disegno di legge portato avanti da Marianna Caronia, ma la carne al fuoco resta comunque tanta. Anche in questo caso, il testo proposto da Giusi Savarino mira alla soppressione degli Iacp. Al suo posto, però, è prevista l’istituzione di un’Agenzia regionale per la casa e l’abitare sociale (Arcas). L’obiettivo? Potenziare il servizio abitativo anche attraverso la possibilità di avviare dei partenariati con i privati, cooperative e operatori del terzo settore, accreditati e selezionati con procedure ad evidenza pubblica.
A differenza degli Iacp, il ddl prevede l’istituzione di un ente pubblico economico, quindi con vocazione imprenditoriale, con lo scopo di attuare le politiche abitative della Regione Siciliana e gestire il patrimonio immobiliare degli enti pubblici operanti in Sicilia. Una natura aziendalistica che garantirebbe “significativi ed immediati risparmi di spesa, assicurando contemporaneamente la propria presenza negli ambiti territoriali già garantiti dagli stessi Iacp, utilizzando le relative risorse umane, strumentali e finanziarie“. Tra Arcas e Iacp rimarrebbe dunque una continuità, con la prima che subentra ai secondi con una successione a titolo universale.
L’Agenzia avrà il compito di: “attuare gli interventi di edilizia residenziale sovvenzionata, agevolata e convenzionata mediante la costruzione e il recupero di abitazioni e di immobili di pertinenza anche attraverso programmi integrati e programmi di recupero urbano o riqualificazione edilizia ed urbanistica previsti dalla normativa vigente, utilizzando le risorse finanziarie proprie e/o proventi allo stesso scopo destinati da altri soggetti pubblici“, “svolgere attività di progettazione e gestione di patrimoni immobiliari di edilizia residenziale pubblica affidati, di verifica dell’osservanza delle norme contrattuali e dei regolamenti d’uso degli alloggi e delle parti comuni, di manutenzione, recupero e riqualificazione degli immobili” e “amministrare il patrimonio edilizio affidatole da altri soggetti pubblici, compresi quelli previdenziali, ovvero privati, per il perseguimento delle finalità e degli interessi pubblici sottesi alla presente legge“, oltre che incentivare attività e iniziative di ricerca, sperimentazione e realizzazione di nuovi modelli strutturali e architettonici e attivare progetti di social housing. Attività, quelle che svolgerà l’Agenzia, per le quali attingerà, come principali fonti di finanziamento, da risorse pubbliche regionali ed extraregionali.
La raccolta di informazioni e dati, sui quali si baserà l’attività degli Enti e dell’Arcas, sarà affidata all’Osservatorio regionale sulla condizione abitativa (Orca), con funzioni sia consultive, sia di raccolta di informazioni e dati. L’azione dell’Agenzia, inoltre, si baserà su un Piano di programmazione e gestione, il quale conterrà indirizzi, obiettivi strategici e la pianificazione gestionale. Il documento avrà durata triennale e dovrà essere aggiornato annualmente, anche sulla base dei risultati conseguiti.
A variare, infine, sarà anche l’istituto della vigilanza che diventa duplice: quella di tipo amministrativo generale competerà all’Assessorato regionale delle Infrastrutture e della Mobilità, mentre quella specialistica, di natura tecnico-contabile, spetterà all’Assessorato regionale all’Economia.
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