» Allarme in Abruzzo: stangata energetica sulle imprese

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Rincari record per luce e gas: il sistema produttivo rischia un duro colpo

L’Abruzzo si trova a fare i conti con un aumento del 19,4% dei costi energetici, un rincaro che costerà alle imprese regionali ben 309 milioni di euro in più. Un problema che non riguarda solo il territorio, ma che sta mettendo sotto pressione l’intero sistema imprenditoriale italiano.

Secondo l’Ufficio studi della CGIA, l’allarme tra gli imprenditori cresce non solo per i possibili effetti negativi dell’introduzione dei dazi USA, che potrebbero penalizzare le esportazioni italiane, ma soprattutto per l’impennata del costo dell’energia. Se nel 2025 il prezzo medio del gas dovesse stabilizzarsi sui 50 euro per MWh, l’aumento rispetto all’anno precedente potrebbe arrivare a 14 miliardi di euro. L’eventuale combinazione tra caro energia e barriere doganali rischia di innescare una fase di stagflazione, con conseguenze pesanti sull’economia nazionale.

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Il peso dei dazi USA sulle esportazioni italiane
Ad oggi, sono circa 44mila le imprese italiane che esportano negli Stati Uniti, un mercato che vale 70 miliardi di euro l’anno e rappresenta il 10,7% dell’export nazionale. I settori più coinvolti sono quello dei macchinari, dei mezzi di trasporto, dei prodotti farmaceutici, del food & beverage, oltre al tessile e alla moda. Sebbene l’impatto effettivo dei dazi non sia ancora quantificabile, è probabile che l’incremento dei costi energetici avrà ripercussioni ancora più pesanti sulle aziende, in particolare per via dell’aumento delle bollette di luce e gas.

Rincari record: l’energia pesa sempre di più
Il 2025 si preannuncia come un anno critico per il sistema produttivo italiano, che dovrà affrontare un aggravio complessivo di 13,7 miliardi di euro per il costo dell’energia, con un incremento del 19,2% rispetto al 2024. Il totale della spesa energetica per le imprese raggiungerà così gli 85,2 miliardi, di cui 65,3 destinati all’elettricità e 19,9 al gas.

Queste previsioni, elaborate dalla CGIA, si basano su un prezzo medio dell’energia elettrica fissato a 150 euro per MWh e del gas a 50 euro per MWh, con consumi che dovrebbero rimanere stabili rispetto al 2023. L’aumento colpirà in particolare l’energia elettrica, con una spesa aggiuntiva di 9,8 miliardi (+17,6%), mentre il gas costerà alle imprese 3,9 miliardi in più (+24,7%).

Stagflazione: consumi e investimenti a rischio
L’aumento delle bollette non inciderà solo sulle imprese, ma avrà ripercussioni anche sulle famiglie, con il rischio di una nuova ondata inflazionistica. Già nel biennio 2022-2023, la crisi energetica ha portato a un’impennata dei prezzi, riducendo il potere d’acquisto e frenando investimenti e crescita economica. Se il costo dell’energia continuerà a salire, l’economia italiana potrebbe entrare in una fase di stagnazione, con un PIL vicino allo zero e un’inflazione ancora elevata.

Le soluzioni possibili: tetto al prezzo del gas e PNRR
Per scongiurare un peggioramento della situazione economica, è fondamentale adottare misure tempestive. Tra le azioni prioritarie, l’introduzione a livello europeo di un tetto al prezzo del gas per contenere la speculazione e un utilizzo efficace dei fondi del PNRR. Entro il 31 agosto 2026, l’Italia ha ancora a disposizione 130 miliardi di euro che, se investiti correttamente, potrebbero garantire una crescita stabile e duratura. Secondo la BCE, il pieno utilizzo delle risorse europee potrebbe portare a un incremento permanente del PIL dell’1,9% entro il 2026 e dell’1,5% entro il 2031.

Imprese del Nord le più colpite dai rincari
Le regioni settentrionali, dove si concentra la maggior parte delle attività produttive, saranno quelle maggiormente penalizzate dal caro energia. Lombardia, Emilia-Romagna e Veneto subiranno gli aumenti più significativi: rispettivamente +3,2 miliardi, +1,6 miliardi e +1,5 miliardi. Complessivamente, il Nord dovrà sostenere il 64% dell’incremento nazionale, pari a circa 8,8 miliardi di euro.

L’energia elettrica peserà più del gas sulle bollette aziendali: nel 2025, i costi aggiuntivi per la luce ammonteranno a 9,8 miliardi, mentre quelli per il gas a 3,9 miliardi. La Lombardia sarà la regione più colpita con un aumento di 2,3 miliardi per l’elettricità e di 887 milioni per il gas, seguita dal Veneto e dall’Emilia-Romagna. In totale, le imprese del Nord dovranno sostenere oltre il 70% degli aumenti legati al gas, un peso che rischia di compromettere la competitività delle aziende italiane sui mercati internazionali.

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