il marchio diventa uno strumento di competitività

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Sono passati quasi cinque anni dalla creazione del marchio “Io Sono Fvg”. Ora il marchio regionale è pronto a una nuova fase di sviluppo. In primis, è diventato garanzia di sostenibilità “certificata”, una sorta di rating che porta numerosi vantaggi. Ad esempio, è in grado di consentire di ottenere condizioni migliori di accesso al credito. Poi, il progetto è pronto per essere applicato anche per altri settori economici. Un salto di qualità reso possibile dalle certificazioni delle performance della rete “Io sono Fvg” e dall’analisi avviata dall’università di Udine sulle oltre 2 mila realtà coinvolte nel progetto.

 “L’avvio di questa nuova fase rende il progetto di marchio regionale unico in tutta Italia – commenta l’assessore regionale alle Risorse Agricole, Stefano Zannier -. Infatti, non è solo uno strumento di promozione del territorio e di garanzia per il consumatore, ma diventa uno strumento di competitività nelle mani direttamente delle aziende produttrici. Grazie al marchio, per esempio, le aziende potranno avere un merito creditizio migliore e quindi un costo inferiore dei finanziamenti bancari”. “Nei prossimi mesi, quindi, il sistema del marchio regionale sarà completato per la parte alimentare e potrà essere allargato anche ad altri settori economici sempre nell’ottica SDG 2030” ha concluso l’esponente della giunta Fedriga.

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“Il marchio ha un valore tangibile. Così tangibile da andare a ridefinire i rapporti con i clienti, con i fornitori e anche con il mondo della finanza: insomma un percorso circolare che coinvolge tutto il tessuto economico locale a 360 gradi –  afferma Pier Giorgio Sturlese, presidente della Fondazione Agrifood FVG -. È verso questo, infatti, che il progetto IoSonoFvg ha da sempre guardato grazie al suo valore reale e collettivo per il mondo dell’impresa”.

La rete IoSonoFvg

La rete conta attualmente 414 imprese agroalimentare con quasi 1.200 prodotti marchiati, assieme a quasi 400 distributori. Sono stati organizzati mille e 500 eventi di turismo, sport e cultura, grazie all’impegno di imprese e associazioni. Un totale quindi di oltre duemila soggetti. La regia è affidata alla Fondazione Agrifood FVG per la parte tecnica e di controllo e a PromoTurismoFVG per quella di promozione.

L’impatto

Ora, in accordo con le direzioni regionali coinvolte e con la collaborazione del dipartimento di Economia dell’università di Udine, è stata avviata la consultazione per arrivare in tempi rapidi a una prima stima dei valori sviluppati dal marchio collettivo. E anche il sistema di raccolta delle informazioni è innovativo nel suo genere: ciascun soggetto consultato potrà offrire le informazioni richieste in modo realmente riservato e preciso, anche grazie a un’autenticazione basata sul sistema nazionale Spid attivato nella piattaforma digitale di gestione. 

Le dichiarazioni


“Ancora una volta ci siamo trovati a progettare e a sviluppare una soluzione tecnica digitale del tutto innovativa e, grazie alla collaborazione del nostro ecosistema imprenditoriale regionale, a intraprendere un percorso unico nel suo genere – spiega Pier Giorgio Sturlese, presidente della Fondazione -. È infatti la prima volta che un sistema di promozione territoriale integrata come ‘Io sono Friuli Venezia Giulia’ non solo si racconta, ma addirittura viene misurato in valore e impatto economico”.

Questa nuova e fondamentale tappa del progetto non rappresenta affatto un esercizio scolastico: infatti, potrà avere conseguenze rilevanti non solo in termini di sistema regionale, ma anche per le singole imprese. In tal senso FAB FVG sta già definendo un roadshow di presentazione del sistema aperto a tutti, anche ai privati cittadini. “Il nostro interesse è monitorare la componente valoriale nel tempo evidenziando i benefici e individuando una corretta linea di sviluppo – continua Sturlese -. L’obiettivo e il mandato è quello di favorire una ricaduta di valore per tutto il sistema produttivo locale di cui l’agroalimentare è ora il pilota. Ricordo, infatti, che l’intero marchio si basa sull’adozione dell’Agenda 2030 e sullo sviluppo di un impegno collettivo per i suoi obiettivi (Sustainable Development Goals) da parte delle aziende”.



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