Impugnare la cartella o l’avviso bonario? Il Fisco non lo dice ma c’è un solo modo per risparmiare


Un aspetto significativo dell’avviso bonario è il suo impatto sul contribuente. Ecco come comportarsi legalmente

Nel complesso e spesso intricante panorama fiscale italiano, il contribuente si trova di fronte a scelte cruciali riguardo la difesa dei propri diritti e interessi economici. Una delle principali questioni che sorgono è se sia più vantaggioso impugnare un avviso bonario o attendere la notifica della cartella esattoriale. Lo scenario non è semplice e richiede un’approfondita analisi delle normative vigenti, della prassi amministrativa e delle posizioni giurisprudenziali.

L’avviso bonario, previsto dagli articoli 36-bis e 36-ter del DPR 600/1973, è un atto intermedio che l’Amministrazione finanziaria invia al contribuente a seguito di controlli automatizzati o formali. Non si tratta di un atto impositivo nel senso stretto del termine, bensì di una comunicazione preventiva che contiene la rettifica degli importi dichiarati o la richiesta di somme non versate. Questo avviso è spesso il risultato di errori formali o materiali presenti nella dichiarazione dei redditi.

Strategie di difesa: anticipare o attendere?

La prassi e la giurisprudenza italiana hanno chiarito che, sebbene l’avviso bonario non sia un atto “necessariamente” impugnabile, il contribuente ha la facoltà di presentare ricorso contro di esso. Questo può sembrare vantaggioso, ma la scelta non è priva di rischi. L’orientamento della Corte di Cassazione è stato quello di affermare che l’impugnazione dell’avviso bonario non impedisce all’Amministrazione di procedere con la notifica della cartella di pagamento. Pertanto, il contribuente potrebbe trovarsi in una situazione in cui il ricorso contro l’avviso diventa inammissibile a causa della “sopravvenuta carenza di interesse”, una volta che la cartella è stata notificata.

La strategia difensiva contro l’avviso bonario – (ilsabato.com)

Di fronte a questa complessità, sorge la domanda: conviene impugnare subito l’avviso bonario o aspettare la cartella esattoriale? In generale, molti esperti consigliano di non impugnare immediatamente l’avviso, ma di attendere la cartella. Ci sono diverse ragioni per questo approccio:

  1. Chiarezza dell’atto successivo: La cartella di pagamento è l’atto ufficiale e concreto tramite il quale l’Amministrazione finanziaria esercita la sua pretesa. Difendersi contro la cartella permette di argomentare sul merito della legittimità della richiesta e di evidenziare eventuali vizi formali o sostanziali.
  2. Termini di decadenza: Mentre l’avviso bonario è soggetto a termini ordinatori, la cartella di pagamento deve essere notificata entro termini decadenziali. Questo implica che l’Amministrazione deve emettere la cartella per non decadere dal proprio diritto di riscuotere.
  3. Evitare un doppio contenzioso: Se si propone ricorso contro l’avviso bonario e successivamente si riceve la cartella, il contribuente si troverebbe a dover affrontare due procedimenti distinti, il che potrebbe complicare ulteriormente la sua posizione.

Nonostante le considerazioni sopra, ci sono situazioni in cui potrebbe essere giustificato impugnare subito l’avviso bonario. Ad esempio:

  • Errori evidenti: Se l’avviso bonario contiene errori di calcolo o altri errori macroscopici, il contribuente potrebbe voler risolvere immediatamente la questione. In questi casi, l’impugnazione immediata potrebbe portare a un annullamento in via di autotutela dell’atto.
  • Necessità di sospensiva immediata: In alcune circostanze, il contribuente potrebbe voler chiedere una sospensione degli effetti dell’avviso per evitare la formazione del ruolo.
  • Strategie di difesa anticipate: Se ci sono prove concrete che giustificherebbero un’annullamento dell’avviso, potrebbe essere utile agire subito.

È importante notare, però, che anche in questi casi, la cartella di pagamento potrebbe comunque arrivare, poiché l’Amministrazione non può aspettare indefinitamente un esito favorevole al contribuente.

Le implicazioni giuridiche di questa scelta possono essere rilevanti. Se il contribuente non impugna la cartella di pagamento, la pretesa dell’Amministrazione si consolida automaticamente, rendendo inoperante qualsiasi precedente ricorso contro l’avviso bonario. Questo significa che il contribuente, nel caso di non impugnazione della cartella, potrebbe vedere vanificati i suoi sforzi per contestare l’avviso iniziale.



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