Simone Cremona, lasse 1987, pluricampione italiano e colonna della nostra Nazionale, quarta ai recenti Mondiali. Seguilo su simone-cremona.com
OPINIONISTA
Il piĆ¹ vincente giocatore italiano della storia ci ha illustrato alcuni punti che ritiene fondamentali affinchĆ© il padel possa continuare a crescere, con particolare riferimento al settore tecnico. PerchĆ© il futuro del nostro sport passa (anche) dallāattivitĆ giovanile e professionistica. Ā«Nei ruoli chiave servono persone che conoscano molto bene il padel. E i giovani piĆ¹ forti non devono confrontarsi con me e Cassetta, ma con i migliori spagnoli della loro etĆ Ā»
Conto di giocare ad alto livello per diverso tempo, perĆ² ho 37 anni ed ĆØ giusto proiettarsi anche nel post carriera visto che ho intenzione di rimanere coinvolto nel mondo del padel. Qui provo a elencare alcuni aspetti che ritengo determinanti affinchĆ© il movimento possa crescere ulteriormente.
Punto 1. La FITP sta facendo un ottimo lavoro ma ĆØ necessario creare unāampia struttura interna dedicata solo al padel, con personale competente in tutte le aree, come avviene per il tennis. Seguire certe guidelines ĆØ comprensibile ma nei ruoli chiave servono persone che conoscano molto bene il mondo del padel.
Punto 2. Il settore tecnico ĆØ la base per costruire i campioni di domani. E servirĆ tempo perchĆ© il gap con la Spagna e lāArgentina non si restringe. Al contrario. Questo perchĆ© hanno coach di livello molto piĆ¹ alto. Bisognerebbe ingaggiare un super allenatore (o il team di unāaccademia spagnola) che sia motivato allāidea di far crescere un movimento e che possa creare, col giusto supporto, programmi e protocolli che serviranno nel medio-lungo periodo. E che sia anche in grado di formare una base di coach italiani significativa. Nel tennis ci sono centinaia di bravi maestri, nel padel, ancora adesso, un giovane che vuole emergere deve andare in Spagna: ĆØ una condizione che va cambiata.
Ā«I nostri migliori under non devono confrontarsi con me e Cassetta, ma con i migliori spagnoli della loro etĆ per verificare il livello. Ma serve un settore tecnico specifico e competenteĀ»
Punto 3. Per avere un futuro roseo, servono piĆ¹ ragazzini col desiderio di fare agonismo. Ne abbiamo alcuni molto interessanti come i fratelli Sargolini, Platania, Bonnefoy, Giovannini che puntano in alto, perĆ² serve una base piĆ¹ ampia. Bisogna stimolare i club a creare delle buone scuole e consentire ai piĆ¹ bravi di avere accesso alle informazioni necessarie. Per questo sarebbe opportuno avere un centro tecnico nazionale della FITP dove raggruppare costantemente i migliori giovani e invitare (cioĆØ ingaggiareā¦) dei coach di alto livello internazionale perchĆ© non tutti hanno la possibilitĆ di pagarsi le trasferte in Spagna. E poi diventerebbero dei momenti di crescita professionale anche per i loro coach. A tutto ciĆ², bisogna affiancare dei contributi sostanziali per le migliori promesse in modo che possano fare esperienza allāestero: i nostri migliori under non devono confrontarsi con me e Cassetta, ma con i migliori spagnoli della loro etĆ per verificare il livello. Il tutto con un programma condiviso con la FITP. Ma chi decide chi, come e quanto? Torniamo sempre al punto di partenza: serve un settore tecnico specifico e competente.
Punto 4. La mia generazione (il sottoscritto, Di Giovanni, Cattaneo, eccetera) ĆØ la prima che ha vissuto da vicino il padel professionistico e quindi stiamo sviluppando delle conoscenze importanti. E chiunque avesse voglia di trasferirle al movimento dovrebbe essere coinvolto nei prossimi anni.
Matteo Sargolini, classe 2007, una delle migliori speranze azzurre
Ā«Bisognerebbe ingaggiare un super allenatore (o il team di unāaccademia spagnola) che sia motivato allāidea di far crescere un movimento e che possa creare programmi e protocolli che serviranno nel medio-lungo periodoĀ»
Punto 5. Il tennis insegna che serve una forte collaborazione tra pubblico e privato, tra FITP e accademie. Credo che la federazione abbia intenzione di creare organi provinciali e regionali per promuovere il padel e scovare i migliori talenti. PerĆ² serve anche collaborare con gli imprenditori privati che sono i proprietari della maggior parte dei club e che hanno una chiara visione del business che perĆ² non sempre collima con quella puramente sportiva.
Punto 6 e 7. Due aspetti per mi riguardano piĆ¹ da vicino come giocatore: il calendario italiano deve adattarsi a quello internazionale per consentire ai nostri top players di essere presenti. PerchĆ© non si puĆ² criticare un giocatore che si impone come prioritĆ lāattivitĆ internazionale rispetto a quella nazionale e quindi manca agli Assoluti o nei tornei Slam. E a proposito diā¦ Nazionale, abbiamo raggiunto risultati storici tra Europei e Mondiali pur senza unāorganizzazione e una preparazione adeguate. Servono raduni allargati che siano da stimolo per tutti i giocatori, che consentano di provare le coppie (possibile che io non abbia mai giocato un set con Graziotti?) e di sviluppare una strategia precisa. PerchĆ© altre nazioni come la Francia (che ai Mondiali ha fatto esordire un 17enne), la Svezia o il Belgio, si stanno attrezzando molto bene e noi non dobbiamo rimanere staccati.
Ā«Serve una forte collaborazione tra pubblico e privato, tra FITP e accademie. E maggior collaborazione con gli imprenditori privati che sono i proprietari della maggior parte dei clubĀ»
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