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Auto confiscata a Locri, la Cassazione: da chiarire l’accordo di vendita tramite WhatsApp – #finsubito prestito personale immediato – Richiedi informazioni


Il contenuto della messaggistica di whatsapp, relativa ad un accordo di compravendita di un’autovettura pagata in contanti, deve essere rivalutato «per distinguere se si tratti, nel caso di effettivo esborso, di un’ipotesi d’intestazione fittizia del bene ovvero di acquisto dello stesso in buona fede». È quanto ha stabilito la Corte di Cassazione accogliendo il ricorso degli avvocati Antonio Femia e Alessandro Bavaro che hanno presentato nell’interesse di E.P., 35 anni originario di Locri, in qualità di terzo estraneo al procedimento penale, instaurava incidente di esecuzione, al fine di vedersi restituire l’autovettura di cui si dichiarava proprietario ma che era stata confiscata perché utilizzata dal precedente proprietario per commettere un furto in concorso con altro soggetto.
Con sentenza del Gip di Venezia, confermata dalla Corte di Appello della stessa città nell’aprile del 2022 e definitiva a marzo 2023, in esito a giudizio abbreviato nei riguardi di B.A. e di C.H. per il reato di furto continuato aggravato, i giudici disponevano la confisca dell’autovettura utilizzata per la commissione di detto reato. A seguito dell’irrevocabilità di detta sentenza, il 35enne P.E., instaurava un incidente di esecuzione chiedendo la restituzione dell’auto. Secondo il provvedimento impugnato l’intestazione al 35enne costituiva un mero espediente finalizzato a sottrarre il mezzo agli adottandi provvedimenti ablativi, in considerazione delle modalità “informali” della vendita, avvenuta senza alcuna documentazione che la attestasse ovvero senza alcun pagamento “tracciabile”, siccome asseritamente eseguito in contanti. Né riteneva, il giudice, prova adeguata dell’avvenuto pagamento in contanti la messaggistica whatsapp intercorsa tra P.E. e B.A. «poiché carente sotto il profilo della condotta diligente».



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