I “secondi 50 anni” della Croce Bianca di Borghetto: “Carenza di militi, burocrazia e costi: ma continuiamo a lavorare per il bene delle persone”

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Borghetto Santo Spirito. Sono iniziati ufficialmente il 25 gennaio 2025 i “secondi cinquant’anni” di vita della Croce Bianca di Borghetto Santo Spirito, fondata ufficialmente il 25 gennaio 1974.

La storia dell’associazione di volontariato è cominciata nel 1968, quando a seguito del crollo del condominio Albatros, avvenuto dove oggi si trova piazza Caduti sul Lavoro, alcuni cittadini decisero di dare vita ad una pubblica assistenza che fosse in grado di prestare soccorso a chi aveva bisogno di aiuto. Nacque così la sezione di Borghetto della Croce Bianca di Albenga.

Il 25 gennaio 1974 il primo presidente Eligio Roveraro e Andreino Patrone, storico milite, sottoscrissero l’atto notarile per la costituzione dell’associazione di volontariato insieme a tutti gli altri soci fondatori: Giovanni Patrone, Luciano Calcagno, Giulio Garolla, Edoardo Piana, Bruno Granata, Vittorio Michelini, Dario Cerrato, Silvano Barone, Renato Ponzo, Giovanni Minuto.

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Inizialmente l’associazione non aveva nemmeno una sede. Il telefono per le emergenze era a casa del volontario Valfrè, che poi avvisava gli altri militi in turno per effettuare il servizio. La prima ambulanza fu donata tempo dopo dalla Borghetto Sportiva e dal suo presidente Mimmo Roveraro. Prima c’era solo la “pellegrina” in prestito dalla croce bianca di Albenga. La vera svolta arrivò quando fu donata l’attuale sede, che nel 2016 è stata oggetto di un profondo intervento di ristrutturazione.

Nel 2024 l’associazione contava su 103 soci e 45 militi “locali”, ai quali si aggiungono i 30 militi che prestano servizio durante le “vacanze volontariato”, cioè quei periodi di soggiorno in cui l’alloggio è offerto dalle pubbliche assistenze in cambio di qualche turno di servizio. Il milite più giovane ha 19 anni, ma si contano anche sei bimbi di sei anni (che sono, ad esempio, figli di altri militi e che portano avanti la tradizione di famiglia); il “meno giovane” ha 77 anni. Lo scorso anno i mezzi di soccorso della Croce Bianca di Borghetto hanno percorso 38.939 chilometri in 2.174 servizi complessivi.

Lo scorso anno il cinquantennale è stato accompagnato dai giusti festeggiamenti, ma anche in un momento di celebrazione del passato il direttivo dell’associazione, guidato dal presidente Nino Italiano, non ha mai smesso di guardare al presente e, soprattutto, al futuro. Un futuro che, come accade per tantissime altre realtà simili, è sovrastato da qualche nuvola.

“Come tante associazioni di volontariato – spiega a IVG.it – siamo in affanno. Per fortuna, però, abbiamo una base sufficientemente ampia per continuare ad operare per il bene della comunità. Grazie a scelte oculate effettuate negli ultimi anni, ai contributi e alle donazioni che ci arrivano regolarmente, siamo riusciti a restare fino ad oggi una pubblica assistenza composta interamente da volontari, ma questo equilibrio purtroppo non si sposa con l’esigenza di offrire un servizio alla popolazione. Perciò spesso siamo costretti a dire alcuni no, a rifiutare servizi secondari o a lasciare turni scoperti”.

Una situazione in cui, ovviamente, i primi penalizzati sono i cittadini: “Nel nostro Paese il servizio sanitario si basa sul volontariato e questo è paradossale. Emergenze come alluvioni, terremoti o altro sono ovviamente imprevedibili, quindi pensare che ad intervenire siano volontari od operatori ‘saltuari’ è ragionevole. Ma i problemi di salute non sono eventi inattesi, quindi pensare che il primo soccorso a un infartuato o a un infortunato sia effettuato da un volontario resta una questione cruciale per il corretto funzionamento dell’intero sistema”.

Croce Bianca Borghetto Santo Spirito

A questo si aggiungono, ovviamente, le difficoltà burocratiche: “I militi impegnati attivamente nei soccorsi devono rispettare certi parametri rispetto alla formazione e l’associazione stessa ottemperare a certe formalità burocratiche e adempimenti di diversa natura. Insomma, abbiamo pochi volontari, tanti adempimenti per cui ci troviamo sì in una situazione di equilibrio ma in cui non riusciamo a vedere prospettive”.

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Come spesso accade parlando di pubbliche assistenze, il problema primario riguarda il ricambio generazionale e l’ingresso di nuovi volontari che permettano di rimpolpare le fila degli operatori e, soprattutto, consentano di far rifiatare quelli storici: “Avere pochi volontari è penalizzante per il servizio che sarebbe necessario offrire alla comunità – spiega Italiano – E lo è ancora di più se quelli che ci sono, per motivi diversi, possono fare solo poche ore di turno. Come per ogni altro settore, l’esperienza è formativa, quindi operare poco non consente di acquisire le capacità necessarie ad essere efficienti e determinanti in ogni situazione. La frase che ci sentiamo dire più spesso quando proponiamo a qualcuno di entrare nella nostra Croce è ‘Non ho tempo’. Ma l’impegno richiesto non è solo quello dei servizi di emergenza o di trasporto. C’è bisogno di aiuto per espletare la parte burocratica o anche solo per organizzare manifestazioni come castagnate o giornate di dimostrazioni. Senza contare (e ci teniamo a specificarlo) che i volontari non devono per forza intervenire su casi di grave emergenza o comunque farlo fin da subito. Ogni nuovo socio è accompagnato nel percorso di formazione, che è graduale, perciò non bisogna avere paura né timore. Ci sono tante attività diverse dalle emergenze per le quali c’è bisogno di aiuto. Insomma, chiunque può rendersi utile come e quando vuole. L’importante è aiutare”.

Da qui la decisione di assumere (in via sperimentale e per sei mesi) due autisti soccorritori già formati: “La nostra è nata come un’associazione di volontariato – spiega Italiano – Perciò per certi versi dover ricorrere a due dipendenti può essere considerata una sorta di ‘sconfitta’. Ma se pensiamo alla nostra missione, che è aiutare le persone, questo passo rientra perfettamente nello spirito con cui la Croce Bianca di Borghetto è stata fondata. E’ necessario mantenere in funzione quello che è un tassello fondamentale del servizio sanitario e quindi della società. Con due dipendenti potremo garantire un servizio sociale migliore. Senza dimenticare che creeremo due posti di lavoro, che non è l’obiettivo primario ma comunque una conseguenza rilevante di questa decisione”.

Croce Bianca Borghetto Santo Spirito

L’assunzione di due dipendenti “peserà” sulle finanze della Croce Bianca per circa 80 mila euro l’anno. Un bilancio che va gestito non solo con l’oculatezza del “buon padre di famiglia”, ma con un’attenzione ancora maggiore anche e soprattutto per le tante voci in uscita che un’associazione di volontariato deve registrare regolarmente. Un esempio per tutti: ogni anno i costi di assicurazione pesano sui nostri bilanci per ben 17 mila euro.

E non manca un appello al nuovo assessore regionale alla sanità Massimo Nicolò: “La Regione potrebbe aiutare le associazioni di volontariato a snellire la burocrazia, ad esempio fornendo materiali e strumenti conformi uguali per tutte le pubbliche assistenze. Questo ci aiuterebbe a snellire la burocrazia, come detto, e a ridurre le spese per l’acquisto dei materiali e le certificazioni annuali”.

E c’è poi un progetto al quale tiene particolarmente il tesoriere dell’associazione, Bruno Oddone: la “fusione” delle pubbliche assistenze e Cri del territorio (Borghetto, Toirano, Boissano e magari anche Loano) per la creazione di una “Pubblica assistenza della Val Varatella”. Un progetto che consentirebbe di ottimizzare risorse umane e materiali e offrire un migliore servizio alla popolazione.

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