Elezioni Figc, Gravina unico candidato: “Ho un lavoro da completare”

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Questa mattina l’assemblea elettiva. Il presidente è candidato unico e si prepara a guidare il calcio italiano per altri quattro anni




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“Una giornata importante, di festa”, ma anche “uno spartiacque per la Federcalcio”. Così Gabriele Gravina ha parlato dell’Assemblea elettiva di oggi, in cui si presenta come candidato unico per rinnovare il suo impegno come presidente federale per un altro quadriennio. Nonostante gli ultimi mesi siano stati particolarmente complicati, tra la brutta figura all’Europeo e la personale vicenda giudiziaria, Gravina ha scelto di andare avanti perché “il percorso avviato nell’ottobre del 2018 (quando è stato eletto per la prima volta alla guida della Figc, ndr) va completato. Garantire, sotto ogni aspetto, la sostenibilità e quindi la stabilità del calcio italiano significa anche rispettare un impegno preso con me stesso e con gli altri. È un atto di responsabilità”, ha scritto all’interno di “A vele spiegate”, la sua piattaforma programmatica 2025-2028. 

obiettivi

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Qui sono evidenziati non solo i traguardi raggiunti (tra cui la vittoria dell’Europeo 2021, il professionismo femminile e l’assegnazione dell’organizzazione di Euro 2032), ma soprattutto gli obiettivi per il quadriennio che verrà. Si parte con una serie di interventi legislativi da chiedere al Governo, utili al sistema calcio e indirettamente allo Stato stesso, visto che l’impatto dal mondo del pallone sul Pil è di 11,3 miliardi: Tax Credit per investimenti nei settori giovanili e nelle infrastrutture; reinvestimento di una percentuale dei proventi delle scommesse sul calcio; abolizione del divieto di pubblicità di giochi e scommesse riguardanti gli eventi calcistici e le società di calcio; rifinanziamento della legge sul professionismo femminile; legge speciale per gli stadi per supportare la realizzazione di nuove infrastrutture. Dal punto di vista del Piano Strategico, Gravina parla – tra le altre cose – di implementazione dei nuovi criteri economico-finanziari per il monitoraggio e l’ammissione dei club professionistici; attuazione dell’autonomia gestionale dell’Aia; completamento del processo di riordino delle Norme Organizzative Interne Federali; ottimizzazione del progetto delle ‘seconde squadre’ nel calcio professionistico. La direzione è sempre la stessa: portare il calcio, già fragile quando la pandemia ne ha colpito profondamente i ricavi, a sostenersi in modo autonomo, riuscendo a sfruttare al meglio (anche all’estero) il proprio potenziale attrattivo e facendo in modo che i club non debbano sistematicamente fare i conti con posizioni debitorie troppo spesso preoccupanti. Il tutto facendo sì che il calcio sia sempre di più “per tutti”, con politiche sociali inclusive a tutti i livelli.

unità

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Rispetto a qualche mese fa Gravina è più tranquillo anche per quella che ha definito una ritrovata “serenità” nel rapporto con le componenti. Non è un mistero che negli ultimi tempi le tensioni – soprattutto con le Leghe di Serie A e B – siano state continue. Adesso, complici pure i cambi ai vertici, ha la sensazione che si possa tornare a lavorare insieme per un obiettivo comune. Lo ha detto anche dopo l’ultimo Consiglio federale: “C’era un clima di massima serenità, consapevolezza e presa di coscienza. C’è uno spirito di unità ritrovato su cui investire per il futuro. Dall’unità non si può prescindere”. 

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il voto

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Questa mattina al Rome Cavalieri Waldorf Astoria Hotel – ore 8.30 prima convocazione, ore 11 seconda convocazione – a Gravina basterà il 50%+1 per essere rieletto. L’assemblea sarà composta da 274 delegati in rappresentanza delle società di Serie A, B, C, Dilettanti, atleti e tecnici. Oltre al voto per il presidente, i delegati saranno chiamati anche ad eleggere i consiglieri federali (per la Lega Serie A ci sono 12 candidati per 4 posti). Ma non è più tempo di guerre e colpi di scena. Quella di oggi sarà soprattutto la festa di Gabriele Gravina a cui, salvo sorprese dell’ultimo minuto, parteciperanno anche il presidente della Fifa Infantino e quello della Uefa Ceferin. Un bel segnale per il presidente e per il calcio italiano.





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