Furono 352 le vittime del Bombardamento avvenuto il 2 febbraio del 1944 a Marino ad opera degli anglo-americani che sbarcati in Sicilia pian piano attraversarono tutta l’Italia liberandola dall’occupazione nazifascista.
La città ha ricordato con una serie di cerimonie questa data che sconvolse la vita della comunità in quella giornata di sole quando alle ore 12,30 suonò la sirena dell’allarme antiaereo per avvisare la popolazione di un prossimo attacco e di mettersi al riparo nei rifugi.
Un corteo silenzioso ha percorso nella tarda mattinata di domenica 2 febbraio 2025 le vie del centro storico fino al Monumento ai Caduti dove è stata deposta una corona d’alloro in memoria di tutti i caduti del bombardamento. Presenti per il Comune di Marino il Vice Sindaco Sabrina Minucci, Assessori e Consiglieri Comunali, la Polizia Locale, l’ANPI, la CRI Colli Albani, l’AVIS, l’Associazione nazionale Carabinieri in congedo – Sez. Sciotti di S.M.Mole, con i rispettivi labari ed una rappresentanza dei Vigili del Fuoco, della Polizia di Stato e della Stazione Carabinieri di Marino centro.
“E’ una giornata particolarmente importante per la città di Marino – ha esordito il Vice Sindaco M. Sabrina Minucci nel suo intervento – Un anniversario che compie il suo 81° anno il bombardamento della città da parte dei suoi alleati. E’ una ferita profonda nella nostra comunità. Noi siamo una generazione che ha avuto la fortuna di sentirlo raccontare. Conosciamo persone ancora vive che mantengono vivo questo ricordo”.
Il Vice Sindaco poi è passata a ricordare quei momenti di dolore: “ Era una giornata come questa, c’era il sole, era il 2 febbraio di Candelora, le persone si stavano dirigendo, dopo la Messa a casa. Mezzogiorno, la vita scorreva come tutti i giorni. Si sente un rombo di aerei e poi la sirena, ma questo non desta preoccupazione perché erano abituati, c’era la guerra. Non pensavano che il bombardamento potesse interessare la nostra città anche perché non c’erano obiettivi sensibili su questa città. C’erano a Frascati, ad Albano, ma non qui. Mentre cercavano di realizzare è venuta giù una scarica e ha determinato devastazione, paura. Una nube di fumo che ha avvolto la città tra grida e lamenti. Questo è quello che ci raccontano e che è rimasto nella memoria collettiva”.
Cosa ha caratterizzato quel tipo di evento tanto da suscitare ancora oggi sentimenti di sdegno e di dolore profondo? Lo ha sottolineato sempre il Vice Sindaco Minucci:
“E’ stato un attacco ai civili come peraltro accade ancora oggi purtroppo. Gli obiettivi più sensibili rimangono i civili perché la ferita imposta alle persone civili è quella più profonda, è quella più difficile da rimarginare. Per noi è di fondamentale importanza essere qui, sottolineare quanto accaduto ma soprattutto ricordare le persone che hanno perso la vita in quel giorno, ricordare le famiglie colpite e devastate. Per loro la vita non è stata più la stessa da quel giorno”.
Infine arriva dal Vice Sindaco Minucci il monito per il futuro e la speranza di una pace duratura da raggiungere come obiettivo di chi governa
“Tutto questo deve essere un monito per il futuro, perché si deve sempre trovare la strada per raggiungere la pace, per raggiungere un’equa giustizia che sembra smarrita. Ma solo una trattativa di pace e la ricerca di una giustizia possiamo raggiungere una pace duratura, possiamo mettere da parte rancori, divisioni e costruire un futuro migliore soprattutto per le generazioni future. Questo deve essere l’obiettivo di chi governa e di chi amministra. Quello che è accaduto è un monito. Non deve accadere mai più. Non si devono toccare la società civile, gli innocenti, basta con queste stragi di innocenti. Purtroppo siamo circondati oggi da queste situazioni. Tutti ci dobbiamo adoperare affinché si giunga alla costruzione di una pace e mi auguro che le generazioni future non debbano vedere queste cose, anche se il momento attuale non è dei migliori”.
A seguire le riflessioni di Ugo Onorati per conto dell’ANPI: “Siamo noi indirettamente i testimoni di quello che è accaduto tanti anni fa. I Monumenti AI Caduti, come questo di Rinaldo Piras, sono un collegamento tra la memoria del passato e il presente. La presenza a queste manifestazioni civiche come quella di oggi sono la testimonianza del grado di civiltà di una comunità che continua a ricordare. Sono eventi accaduti decenni fa, tanti testimoni sono ormai scomparsi, ma il monito che ci lasciano queste persone scomparse è un monito importante. Noi oggi assistiamo a qualcosa che si ripete”.
E qui Onorati fa un’analisi storica: “Non è vero che non ci sono state guerre in questi 80 anni, non ci sono state in Europa. Oggi molti quotidiani parlano di due principali guerre, ma nel pianeta ce ne sono almeno 60 di cui neanche si parla. Quello che ci preoccupa è semmai una ripresa, una nuova volontà di estensioni territoriali che si concretizza nel quadro del potere in poche mani. Nella storia dell’umanità tutte le volte che il potere era concentrato in pochissime mani, facciamo la distinzione tra democrazia e le tirannie antiche o le dittature moderne, quanto quel potere concentrato in poche mani e le decisioni prese da pochi spesso conducono a conflitti armati. Questo è un monito che dobbiamo prendere dalla storia del passato e farcelo coscienza, presenza attuale”.
Onorati infine conclude rinnovando l’auspicio affinchè questi eventi non accadano più: “E’ un rischio grosso quello di voler risolvere le questioni con la forza, di mostrare i muscoli piuttosto che la diplomazia e l’intelligenza. L’auspicio e l’augurio è che queste cose non si ripetano più, ma bisogna che tutte le democrazie lavorino congiuntamente perché non avvenga tutto questo. Il ricordo si fa presenza ogni anno quando noi siamo qui partecipi e più numerosi possibile”.
Un secondo momento emozionante è stato l’omaggio fatto dall’Amministrazione comunale a nome della città al Sacrario del Museo delle “Memorie di Guerra”, nei sotterranei di Palazzo Colonna dove, oltre ad essere riportati tutti i nomi dei caduti spicca il bassorilievo “Il Cristo del dolore e della speranza”, opera donata anni fa dal M° Mario Gavotti.
Infine la sera sul Sagrato della Basilica di San Barnaba Apostolo la suggestiva e lancinante chiamata nominale di tutte le vittime di quella maledetta giornata di Candelora: 352 morti, questo il tributo pagato dalla città per quel bombardamento, alla presenza di Don Faustino Cancel e delle autorità comunali e di un nutrito numero di fedeli che, con le candele accese, ha partecipato poi alla Santa Messa in suffragio delle vittime celebrata all’interno della Basilica, con un altro omaggio presso l’altare circondato dalle lapidi con i nomi dei Caduti.
Una partecipazione sentita, commossa e silenziosa, stretta in un abbraccio virtuale a quei 352 marinesi che persero la vita quel 2 febbraio del ’44 in una bella giornata di sole, come ha ricordato Zaccaria Negroni, primo Sindaco del dopo guerra, nel suo libro “Marino sotto le bombe”.
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