Svem e il Piano per rilanciare le Marche come hub logistico

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LA REGIONE MARCHE mette mano al suo futuro logistico (guardando con particolare attenzione all’are balcanica) in un momento in cui il rischio di deindustrializzazione, specie dopo la chiusura degli stabilimenti Beko e il ridimensionamento del distretto degli elettrodomestici che la regione sta subendo. Ci sono in campo 105 progetti da avviare/integrare da qui al 2032, 7,8 miliardi d’investimenti, un miliardo di valore aggiunto al settore della logistica delle Marche sulla direttiva TENT Ancona/Belgrado, fino a un miliardo per nuove aziende e nuove imprese per le Marche, fino a 500 milioni per aziende avviate e cluster. Il tutto con un effetto di 15,7 miliardi di maggior Pil per l’Italia. E, dopo l’arrivo di Amazon a Jesi, le Marche possono guardare a quel che è successo in termini di sviluppo a Saragozza per immaginare il loro futuro. Svem, società di sviluppo Marche interamente partecipata dalla Regione, ha commissionato ad un gruppo di docenti universitari ed esperti del settore, un masterplan per la regione Marche, che con una logistica moderna, integrata e razionale potrà affrontare la sfida della competitività in maniera più adeguata e con supporti importanti per la propria economia.

Il MasterPlan SVEM-Regione Marche è un progetto ambizioso e integrato che mira a migliorare le infrastrutture logistiche regionali in tre aree principali. In particolare, il valore dell’hub logistico situato nel territorio di Ancona che attualmente viene valutato in 4,7 miliardi di euro in asset potrebbe superare i 6,2 miliardi di euro se tutti gli interventi previsti potranno essere realizzati. Per le tre aree d’intervento previste il MasterPlan comprende un totale di 105 progetti suddivisi tra le tre aree di impatto: il valore complessivo degli investimenti è di 7.837 milioni di euro, distribuiti tra: integrazione europea (2.514 milioni di euro); sviluppo economico Marche (2.796 milioni di euro); impatto sociale (2.527 milioni di euro). Il valore incrementale per le aziende esistenti e i distretti potrebbe arrivare a 500 milioni di euro mentre potrebbero essere create aziende per un valore fino a un miliardo di euro. Un’attenzione specifica viene rivolta alla direttrice Ancona-Balcani, che rappresenta una delle principali vie di accesso per i traffici incrementali, grazie a un progetto di sviluppo promosso dall’Unione europea. Le stime si basano sulla crescita economica e sul commercio internazionale previsti per l’area balcanica, oltre che sui volumi attuali di merci che transitano attraverso il porto di Ancona (provenienti dai Balcani).

L’analisi indica che l’incremento del flusso di merci potrebbe portare a un valore economico aggiuntivo per la logistica delle Marche di un valore compreso tra 800 milioni e un miliardo di euro all’anno. Questo dato evidenzia l’importanza strategica degli investimenti nelle infrastrutture logistiche, non solo per migliorare l’efficienza del trasporto merci, ma anche per stimolare la crescita economica regionale.

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È stata, anche, effettuata una prima stima del valore economico potenziale derivante dagli interventi infrastrutturali previsti dal Piano Regionale sul sistema Paese (Italia) che risulta pari a circa 15,7 miliardi. “Da tempo la Svem sta lavorando, per conto della Regione – spiega il presidente della società Andrea Santori (nella foto) – e tutto questo, nell’ottica di lanciare le Marche nello scenario della competitività globale e, certamente, un sistema infrastrutturale all’avanguardia rappresenta un elemento fondamentale per attirare investitori e per rendere la Regione pronta alle sfide internazionali”. In questo senso Svem ha condotto nei mesi scorsi un’intensa attività di monitoraggio normativo ed istituzionale comunitario su Bruxelles e la recentissima approvazione del nuovo Regolamento TEN-T ha rafforzato il ruolo di primo piano che le principali infrastrutture marchigiane hanno a livello di connessioni internazionali.

Le tre principali infrastrutture marchigiane – porto, aeroporto ed interporto – costituiscono infatti un esempio quasi perfetto di multimodalità con enormi potenzialità di sviluppo e di integrazione. “L’avvento di Amazon nell’area interportuale di Jesi è stata la scintilla che ha aperto la strada ad una prospettiva di espansione del sistema infrastrutturale delle Marche e rappresenta un volano affinché la Regione possa essere un attore principale nelle connessioni internazionali”, hanno detto Michele Costabile, professore ordinario di Economia e Gestione delle Imprese e Marco Francesco Mazzù, professor of Practice in Marketing entrambi nell’Università Luiss “Guido Carli” di Roma che hanno realizzato lo studio insieme a Carlo Secchi, professore emerito di Politica economica europea dell’Università Bocconi e Coordinatore europeo per li Corridoio Atlantico TEN-T per le infrastrutture di trasporto di Portogallo, Spagna, Francia e Germania del sud (compresa l’Irlanda dopo la Brexit).

Così, spiegano gli esperti, “basta notare cosa è accaduto a Saragozza negli ultimi anni: dopo l’arrivo di Amazon, tutta l’area metropolitana della città spagnola ha intrapreso un profondo processo di sviluppo infrastrutturale, attirando investitori globali e diventando così l’hub logistico più grande d’Europa. Le Marche hanno sicuramente le stesse potenzialità”. Questo studio, che abbraccia le nuove regole TEN-T e si attaglia al rinnovato panorama istituzionale comunitario, vuole presentare la Regione in un contesto di connessioni internazionali allo scopo di cogliere le opportunità che promanano dal mercato, attrarre sul nostro territorio investitori internazionali ed accettare le prossime sfide, anche in una visione green, che sono fissate dall’Unione Europea.



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