Pichetto “Tra qualche mese la prima asta” per eolico offshore

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Vento nel mare in Italia ce n’è e sarebbe un peccato non usarlo. Ma per farlo serve attenzione alla sostenibilità ambientale e sociale. Di questo si è occupato lo studio di Med Wind realizzato da Rina per Renexia ha prodotto rispetto il parco eolico offshore che intende realizzare in Sicilia. Lo studio è stato presentato nel corso dell’evento Med Wind: sostenibilità ambientale, comunità locali e governance partecipativa promosso da Fondazione UniVerde, Stazione Zoologica Anton Dohrn di Napoli e Renexia presso l’Università Luiss Guido Carli.

Grazie alle indagini batimetriche è stato possibile pianificare, con la massima cura, il posizionamento delle turbine e garantire così la salvaguardia dellambiente circostante. L’impianto sarà realizzato con la tecnologia “floating”, che prevede una ’installazione delle strutture eoliche che non comporta trivellazioni del fondale marino ma un sistema di ormeggi.

“Per la prima volta nella storia della ricerca italiana è stato possibile analizzare in dettaglio, quindi siamo nell’ordine del cm2, i fondali italiani”  sottolinea Silvestro Greco, vicepresidente della Stazione Anton Dohrn. “Addirittura stiamo riscrivendo la storia del mare in Italia”. Insomma uno studio utile non solo all’energia rinnovabile e che può sostenere la conoscenza della biodiversità in Italia.

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“I nostri metodi di campionamento innovativi, con sistemi unici e gestiti da remoto, per studiare l’ambiente sottomarino, oltre alla capacità di lavorare in acque con profondità superiori a 900 metri, consentiranno a Renexia di definire e progettare i sistemi di ancoraggio più appropriati per le turbine e garantire la massima attenzione all’ecosistema circostante spiega Paolo Casciotti, presidente di Seas Geosciencese general manager di Marine Services Sealaska che partecipa all’iniziativa.

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Centrale resta il mix energetico per sostenere l’aumento crescente di domanda di energia e rimarca il ministro dell’Ambiente e Sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin in quanto “Non possiamo tappezzare l’Italia con 600mila ettari di fotovoltaico e con accumulo meccanico di almeno 200 dighe. E immaginate l’impatto sociale ambientale. Per questo dobbiamo usare tutti i percorsi che abbiamo e l’eolico off shore è uno di questi” come il nucleare “quello che non c’è per capirci” sottolinea il Ministro che non ha dubbi . Quando ci sarà “si valuterà se conviene e se è sicuro“.

“Dobbiamo tenere presente la nuova domanda di energia” rimarca “comincio ad avere il dubbio che 680Tw previsti al 2050 siano per difetto. La capacità della politica dovrà essere quella di dare continuità”.

Ma quali sono le opportunità del parco eolico off shore in Italia. “La previsione di 4 GW probabilmente è poco” ammette il Ministro. “Ma siamo alla partenza e abbiamo individuato nel decreto Augusta e Taranto come base di cantieristica off shore”. Una progettualità che guarda anche a tempistiche più brevi del nucleare ma comunque ancora lunghe “Credo che prima del 28-29 non ce l’abbiamo” ammette il Ministro parlando dell’eolico off shore.

Eolico off shore in Sicilia costo o guadagno

Sul costo dell’energia eolica il Ministro afferma che intende partire tra qualche mese con un asta parziale di proposta. Al momento le rinnovabili pesano su una famiglia media di 54 euro all’anno sottolinea il DG di Renexia Riccardo Toto. Di questo denaro “che prendiamo con un contratto per differenza” ricorda “ma restituiamo al Paese secondo Deloitte 10 miliardi e mezzo di euro sull’economia italiana”.

Il progetto di Renexia difatti guarda anche a anche costruire una filiera industriale nel ostro Paese che vede la stessa Sicilia protagonista “Il progetto prevede 11miliardi di investimento di cui 10miiardi circa verranno spesi in Italia”.

Come accade questo. La migliore tecnologia valutata dall’azienda tanto per cambiare è cinese, ma “Abbiamo deciso di proporre ai cinesi di aprire una fabbrica in Italia e andremo a fare questa società che vede 70% proprietà italiana 30% di cinese”. La firma sarà a giorni e non è possibile al momento sapere di più. Ma il Mimit è coinvolto e l’area di fabbricazione è scelta. Inoltre l’impianto andrà ad alimentare anche altri mercati e sarebbe il primo nel suo genere in Europa. L’intento è che questa fabbrica vada a produrre materiali, anche per il progetto negli USA dell’azienda. “Significa avere un impiego di circa 1300 persone in un’area disagiata per l’Italia e Andrà a sviluppare un settore che in Italia non c’è. Il prossimo passo e fare altri componenti qui in Italia. Stiamo colloquiando con il Mimit anche per queste altre possibilità”.

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“Non è facile fare le rinnovabili sostenibili. Il rigore nelle scelte aiuta a fare bene” sottolinea Alfonso Pecoraro Scanio presidente Fondazione Univerde, riferendosi sia all’impatto ambientale che sociale ed economico. “Se adesso facciamo una scelta anche industrialmente positiva di produrre anche le turbine, creiamo finalmente la filiera italiana e dimostriamo che si può creare anche un’area protetta lavorando con i pescatori. Abbiamo bisogno di costruire il consenso e per farlo serve conoscenza”.

Pesca ed eolico off shore un rapporto costruttivo

Con i pescatori abbiamo fatto un lavoro per conoscere le loro esigenze” spiega Toto. “Abbiamo stabilito una Fondazione che devolverà una somma volta a rinnovare la  motorizzazione dei pescherecci e dotarli di compattatori di plastica a bordo”.

Questo perchè i consumi energetici e l’impatto della plastica sulle dinamiche giornaliere del lavoro dei pescatori sono importanti. Difatti a causa della plastica devono tornare più volte al porto a vuotare le barche. “Inoltre abbiamo creato a terra un ulteriore aiuto con Conai per la raccolta della plastica nel porto”.

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