I lavori sulla ferrovia tedesca ostacolano l’import-export italiano

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Come annunciato da DB InfraGO, l’ente statale che gestisce le ferrovia tedesca, il 17 gennaio 2025 è iniziata la prima delle dodici fasi dei lavori di manutenzione programmati per il 2025 sulla ferrovia tedesca Rheintalbahn, che è una delle principali linee di collegamento tra Italia e porti del Nord Europa. L’intervento riguarda la tratta ferroviaria immediatmente successiva a Basilea, precisamente tra i comuni tedeschi di Schliengen e Heitersheim e fino al 7 febbraio la linea sarà completamente chiusa durante la notte, tra le 00:45 e le 4:45. Alcuni operatori ferroviari hanno dirottato il traffico su percorsi alternativi via Gäubahn-Singen, interdetta però al traffico di semirimorchi P400, o attraverso il Brennero, investendo in maggiori risorse in termini di locomotive e macchinisti.

Da quanto risulta a TrasportoEuropa, nonostante ciò una buona parte delle tracce treno è stata cancellata, in particolare quelle notturne, e i convogli in transito hanno spesso subito pesanti ritardi che hanno portato ad altre cancellazioni a catena, fermo restando che i treni passeggeri hanno sempre la precedenza sui merci. In questo contesto, la capacità della ferrovia è stata notevolmente ridotta e ha causato un congestionamento in tutti i terminal ferroviari del nord Italia, bloccati da cataste di centinaia di container pieni con merce destinata al nord Europa.

Terminalitalia Segrate ha annunciato un blocco delle accettazioni dovuto a mancanza di spazio di stivaggio, lo stesso è avvenuto al terminal intermodale di Brescia. Il congestionamento riguarda però anche il terminal Rhm di Melzo, Eurogateway a Novara e lo scalo di Busto. Le partenze ancora attive sono insufficienti a smaltire l’enorme quantità di merce in esportazione, tanto che i principali operatori ferroviari hanno annunciato un backlog compreso tra tre e sette treni, con un numero di container in attesa che varia da 80-90 fino a 200 per ogni tratta.

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La linea più colpita sembra essere quella tra Novara e Ludwigshafen, con ritardi di oltre sette giorni. Per ridurre l’impatto su clienti e merci, gli operatori ferroviari hanno richiesto a DB InfraGO l’inserimento di tracce extra, senza però riuscire, nella maggior parte dei casi, ad ottenere risposte. Uno dei pochi treni riattivati è stato il Melzo-Rotterdam gestito da Hupac, che potrà contare su una traccia extra a metà della prima settimana di febbraio.

L’enorme numero di container bloccati ha inoltre causato uno sbilanciamento tra arrivi e partenze, portando alla mancanza di unità vuote e quindi alla necessità di posticipare i carichi. Anche l’import, che per quanto riguarda l’Italia è storicamente più basso rispetto all’export, sta soffrendo le molte cancellazioni e tutta la filiera ha raggiunto una situazione di stallo, con container pieni in attesa di partenza in entrambe le direzioni ma senza possibilità di partire velocemente. Con i terminal saturi e la mancanza di unità vuote, si è anche ridotto il lavoro degli autotrasportatori di tutto il nord Italia, direttamente colpiti dallo stallo.

La situazione è stata anche aggravata dallo sciopero indetto il 25 gennaio dai sindacati Cub e SGB. L’impatto atteso era minimo ma, nella realtà dei fatti, ha poi causato altre cancellazioni su quei pochi treni ancora attivi, peggiorando un quadro già molto grave. Nel fine settimana del primo di febbraio sono inoltre iniziati alcuni lavori di costruzione nell’area del porto di Rotterdam a seguito dei quali è stato annunciato l’annullamento di tutti i convogli in transito. A seguito dei numerosi inconvenienti segnalati, il ripristino di una circolazione ferroviari regolare attraverso la Germania richiederà diverse settimane ma dal 14 febbraio inizierà la seconda fase dei lavori sulla Rheintalbahn e i tempi di transito saranno verosilmente più lunghi fino alla prima settimana di Marzo.

© TrasportoEuropa – Riproduzione riservata – Foto di repertorio
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