“Word on Fire”, nasce un ordine per l’evangelizzazione online

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Il vescovo di Winona-Rochester Robert Barron – web

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Tutto iniziò alla fine degli anni ’90 con una serie di omelie sul Vangelo della domenica trasmesse su WGN, allora la principale stazione radio in quel di Chicago. Il predicatore era un sacerdote sulla quarantina, Robert Barron, ordinato nel 1986 nell’arcidiocesi dell’Illinois dal cardinale Joseph Bernardin. Un curriculum di studi importante alla spalle tra Stati Uniti e Francia, docente di teologia sistematica, Barron era già un conferenziere piuttosto richiesto per l’efficacia dell’eloquio e la chiarezza delle idee. Fu un amico a fargli notare che i suoi passaggi in radio alle 5,15 della domenica mattina non erano il modo migliore per raggiungere un largo pubblico e che caricare le omelie su un sito ad hoc avrebbe permesso di farle circolare maggiormente. Un’idea banale, ma che fu l’avvio di un’attività imperniata sull’online cresciuta come l’evangelico granello di senape. “Word on Fire”, parola infuocata, il nome che prese quell’apostolato, si è ingrandito a tal punto da essere considerato oggi uno dei progetti multimediali a servizio della nuova evangelizzazione di maggior successo negli Usa e non solo. Il salto di livello è avvenuto nel 2011 con “Catholicism”, un documentario in 10 puntate in cui Barron, come un Alberto Angela in clergyman – ci perdonerà il paragone – viaggiando in diversi Paesi presenta la bellezza della fede cattolica e della civiltà che ha generato nei secoli. Una produzione di alto livello tecnico, com’è lo stile che Barron ha sempre perseguito, nella convinzione che la cura della forma sia condizione necessaria per la diffusione del messaggio soprattutto tra i lontani, che ha riscosso consensi ben al di là dei confini ecclesiali.

I video di “Word on Fire”, realizzati anche da una rete di collaboratori e caricati su YouTube, che resta la piattaforma di riferimento, hanno superato i 200 milioni di visualizzazioni. Barron conta oggi 3 milioni di follower su Facebook e quasi 2 milioni su YouTube, che ne fanno il prelato cattolico più “seguito” online nel mondo di lingua inglese dopo il Pontefice. La sua presenza sul web è andata di pari passo con l’impegno pastorale nella vita offline: nel 2015 Barron fu nominato vescovo ausiliare di Los Angeles e nel 2015 gli fu affidata la diocesi di Winona-Rochester, comunità di 136mila battezzati nel Minnesota. Lì si trova anche la sede del “Word on Fire Institute”, che sforna libri, podcast, catechesi innovative e video dei dibattiti tra Barron e personalità varie del mondo della cultura .

Video

Pochi giorni fa, il 15 gennaio, sul portale di “Word on Fire”, è uscito un comunicato che ha suscitato non poco interesse. «Siamo entusiasti di annunciare che il vescovo Barron intende fondare un ordine di sacerdoti – si legge nell’incipit – per continuare il suo lavoro in futuro e garantire l’efficacia e l’espansione continua degli sforzi di evangelizzazione di “Word on Fire”. L’obiettivo è inizialmente reclutare da tre a cinque sacerdoti e da tre a cinque novizi per l’ordine, vivendo secondo una regola che il vescovo Barron ha già elaborato». L’idea è quella, appunto, di creare una vera e propria congregazione che abbia come carisma l’annuncio nel mondo digitale. Qualcosa che ricorda il sacro fuoco che mosse il beato Giacomo Alberione, la sua chiamata a evangelizzare attraverso i moderni mezzi di comunicazione, ma calato ovviamente nel panorama attuale: per qualcuno si tratterebbe quindi della prima congregazione ad avere internet nel dna apostolico. «Grazie a un generoso donatore – si legge ancora nell’annuncio – “Word on Fire” ha ottenuto una casa a Rochester, in Minnesota, dove i sacerdoti possono iniziare a vivere in comunità secondo la regola e ricevere una formazione avanzata per imparare a evangelizzare secondo l’ethos di “Word on Fire”. Il reclutamento dei sacerdoti inizierà a breve, ma la vostra generosità è necessaria per finanziare i costi associati alle spese di soggiorno, alla formazione e all’istruzione e, in ultima analisi, per inviare questi sacerdoti in missione di evangelizzazione». L’obiettivo della campagna di raccolta fondi è ambizioso, ma la risposta per ora non ha tradito le attese: in pochi giorni sono stati raccolti per il progetto oltre 300mila dollari. «Preghiamo affinché questo ordine esista in perpetuo guidando la strada dell’evangelizzazione e conducendo le persone a una relazione più profonda con Gesù Cristo». Questo l’auspicio finale del comunicato. Il tempo e il giudizio della Chiesa, con i necessari passaggi canonici, diranno se l’opera risponde davvero ai disegni della Provvidenza.





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