il deposito a Villapiana e il mezzo coinvolto in un incidente mortale

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COSENZA Oltre 3.339 tonnellate di rifiuti speciali smaltite in modo illecito, generando un danno ambientale di proporzioni considerevoli, generando al contempo un ingiusto profitto per tutta la filiera criminale. Quella individuata dai Carabinieri de Nuclei Operativi Ecologici di Lecce e Bari le cui indagini hanno portato all’arresto di 9 imprenditori su ordine del gip del Tribunale di Lecce, tutti finiti agli arresti domiciliari. Quello che l’accusa è convinta di aver scoperto è un presunto gruppo che avrebbe messo in piedi un ingente traffico illecito di rifiuti, perpetrato in modo sistemico da soggetti operanti in Puglia, Campania, Calabria e Lazio, poi smaltiti all’interno di capannoni, per lo più inutilizzati, situati nelle province di Taranto, Avellino, Cosenza e Matera. Si tratta di un enorme quantitativo di rifiuti movimentato con 124 trasporti su gomma. Di questi, però, i militari sono riusciti a sequestrarne solo una parte abbandonata in Calabria, Puglia, Campania e Basilicata mentre la restante parte giace, purtroppo, in punti ancora non individuati del territorio italiano.  

L’inchiesta, nel dettaglio, riguarda un solo produttore la “Nature Dream” e numerosissimi intermediari, segnalatori, trasportatori oltre al titolare dell’impianto di smaltimento della “EKO s.r.l.”, considerato il perno di tutta la filiera illecita. Il gruppo, secondo quanto emerso dall’inchiesta, si sarebbe avvalso di falsi documenti amministrativi (autorizzazione al trattamento dell’impianto ricettore ovvero formulari di identificazione dei rifiuti – FIR), utilizzati per attestare un conferimento mai eseguito all’interno di un impianto di recupero risultato essere inesistente, proprio quello della “EKO s.r.l.” mentre, in realtà, i rifiuti venivano «smaltiti illecitamente in luoghi non autorizzati quali capannoni ovvero terreni di privati ignari».  

L’attività investigativa ha poi consentito di ricostruire le vicende che hanno riguardato la Calabria. Siamo nell’agosto del 2022 quando la pg viene a conoscenza della presenza di Paolo Bisceglia nel flusso di rifiuti tra la “Nature Dream” e la “EKO”. Da una consultazione di fonti aperte, infatti, sarebbe emerso che proprio in quel periodo, nel territorio di Villapiana, nel Cosentino, era stato effettuato un sequestro di un’area adibita a stoccaggio di rifiuti non autorizzata in cui venivano trovate 120 balle di scarti, per un totale di 1.800 quintali di materiale. L’operazione era avvenuta il 12 agosto in contrada Varco dell’Antenna, in un’area privata, costituita da un capannone industriale con annesso cortile adiacente. Quel pomeriggio, i militari notano parcheggiata una motrice con relativo rimorchio, completamente carico di ulteriori ecoballe di rifiuti, pronte per essere abbandonate sul terreno, simili a quelle preesistenti sul luogo. E poi la presenza di tre soggetti, poi identificati: Gaetano Barile (indagato) come conducente, Paolo Bisceglia (cl. ’53) e Lorenzo Francese (cl. ’53) in qualità di collaboratori e finiti ai domiciliari.

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I successivi controlli avrebbero permesso di chiarire il resto: sul formulario rifiuti rinvenuto non risultava essere riportato il produttore del rifiuto mentre come destinazione era riportata la società “Ecology Green Srl” di Corigliano-Rossano, avente come attività prevalente “opere ed impianti di bonifica e protezione ambientale-raccolta, trasporto di rifiuti urbani e assimilati”. La presenza di tale FIR indicante una destinazione diversa rispetto a quella indicata nel FIR acquisito successivamente presso la “Nature Dream”, «può essere solamente individuata come un escamotage messo in atto da parte dai tre per giustificare la presenza del mezzo e dei relativi rifiuti trasportati in quel luogo», qualora si fossero imbattuti in un controllo alla circolazione stradale da parte delle forze di Polizia.

Secondo quanto emerso dall’inchiesta, inoltre, il mezzo era rimasto coinvolto in un incidente stradale mortale avvenuto alle ore 08.45 del 2 agosto 2022 a Villapiana. Dai successivi accertamenti è emerso che il rimorchio del mezzo coinvolto non trasportava rifiuti. Ma, secondo quanto emerso dall’inchiesta, si tratterebbe di un altro conferimento di rifiuti abbandonati in Calabria, nello specifico a Cassano allo Ionio». Secondo la tesi accusatoria, infatti, la distanza chilometrica che intercorre tra il sito di Onano (VT) e Villapiana è di oltre 600 Km e non è percorribile nell’intervallo di tempo intercorso il 2 agosto 2022 tra lo scarico del rifiuto ad Onano (VT) riportato nel FIR (ore 07.30) e il sinistro stradale a Villapiana delle ore 08.45. (g.curcio@corrierecal.it)

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