Dal part-time alle autonome: bonus mamme 2025 più inclusivo

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Il calo demografico drammaticamente in crescita, ha bisogno di risposte non più rinviabili e, tra queste, vi è senz’altro, la necessità di supportare concretamente le famiglie italiane. Al momento, in attesa di qualcosa di più strutturale, il Bonus mamme rappresenta senz’altro una misura importante per le donne lavoratrici con figli. Ma essendo entrati nel 2025, l’Inps ha recentemente fornito importanti chiarimenti sull’incentivo.

Bonus mamme, cosa succede

Il tema del sostegno alla maternità e al lavoro femminile è sempre al centro del dibattito politico ed economico e, nel panorama italiano, il cosiddetto “bonus mamme” ha rappresentato in questi anni un tassello caratterizzante delle politiche di welfare del governo. La misura, però, è stata anche una delle più discusse e soggette a cambiamenti, un vero e proprio percorso ad ostacoli tra leggi di bilancio e precisazioni dell’INPS. Nato con l’intento di agevolare le madri lavoratrici, l’incentivo ha subito diverse modifiche, creando spesso confusione e incertezza tra le potenziali beneficiarie. Partiamo, pertanto, dall’inizio.

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Si allarga la platea delle lavoratrici beneficiarie del bonus mamme (Getty Images)

Nel 2024 esonero totale per alcune, parziale per altre

Il bonus mamme per le madri lavoratrici è stato introdotto con la legge di bilancio del 2024. La misura, pensata per le madri di tre o più figli, fino al compimento del diciottesimo anno di età del figlio più piccolo, riguardava l’esonero totale della quota di contribuzione previdenziale a carico della lavoratrice con un limite massimo di 3.000 euro annui. L’incentivo che si applica esclusivamente alle lavoratrici con contratto dipendente a tempo indeterminato, escludendo i rapporti di lavoro domestico, scadrà al 31 dicembre 2026.

In via sperimentale, per il solo anno 2024, l’esonero era stato esteso anche alle lavoratrici madri di due figli, sempre con contratto a tempo indeterminato e con esclusione dei rapporti di lavoro domestico, ma solo fino al compimento del decimo anno di età del figlio più piccolo. Questa estensione era temporanea e si è conclusa il 31 dicembre 2024.

Le precisazioni dell’Inps per il 2025

L’Inps, attraverso il messaggio numero 401 del 31 gennaio 2025, ha cercato di fare chiarezza, riassumendo e precisando la portata applicativa del bonus, soprattutto sotto il profilo temporale. L’Istituto ha ribadito che, mentre la misura a favore delle lavoratrici madri di due figli si è conclusa il 31 dicembre 2024, l’esonero per le lavoratrici madri di tre o più figli resta valido fino al 31 dicembre 2026, applicandosi anche in caso di nascita, affido o adozione di un terzo figlio avvenuti entro questa data.

Nuovo esonero parziale e ampliamento della platea

La legge di bilancio 2025 introduce un nuovo esonero dei contributi previdenziali. A differenza, però, della legge di bilancio del 2024, che aveva introdotto un esonero totale per alcune categorie di madri lavoratrici, la legge del 2025 prevede un esonero sì parziale, ma amplia la platea delle beneficiarie. Questo nuovo esonero si rivolge sia alle lavoratrici che hanno un rapporto di lavoro dipendente, ma questa volta sia a tempo determinato che indeterminato, sia alle lavoratrici autonome.

Come accedere al bonus mamme nel 2025

Per accedere a questo esonero parziale, le lavoratrici devono avere un reddito annuo fino a 40.000 euro. Questo introduce un nuovo criterio di selezione, basato sul reddito, che non era presente nella legge del 2024. L’esonero è rivolto alle madri di due o più figli, fino al compimento del decimo anno di età del figlio più piccolo. E la misura è valida a partire dal 1° gennaio 2025. Dal 2027, anche le lavoratrici madri di tre o più figli potranno beneficiare dell’agevolazione fino al compimento dei 18 anni del figlio più piccolo.

Mosaico in continua evoluzione

Il bonus mamme si presenta come un mosaico in continua evoluzione, con diverse misure e tempistiche che richiedono attenzione e approfondimento per essere comprese appieno. Resta, quindi, fondamentale monitorare i successivi decreti e le comunicazioni dell’Inps per rimanere aggiornati sulle modalità di accesso a questi benefici.

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