Crechiai, ricordando che l’OPS ha un profilo industriale e non finanziario, ha sottolineato “questa operazione poterà aumento di valore per tutti gli stakeholders, non solo gli azionisti, ma anche famiglie e imprese ed il sistema nella sua globalità”. “Siamo convinti che sia possibile costruire insieme una realtà” – ha affermato – “che sa operare con efficacia”.
Prendendo la parola, l’Ad di BPER Gianni Franco Papa ha voluto precisare che l’operazione è “non concordata, ma non ostile” ed “ha ricevuto un’accelerazione a seguito dei fatti verificatisi negli ultimi due mesi nel mondo bancario italiano”, perché si è ritenuto “fondamentale proteggere il nostro posizionamento in Italia”. “Oggi noi siamo la terza banca del Paese – ha ricordato – quindi abbiamo ritenuto opportuno proteggere nostro posizionamento dimensionale. Saremo una banca a presenza nazionale, con forte posizionamento territoriale nel Nord Italia”, dove le due banche hanno una quota di mercato molto forte, che in alcuni casi (Lombardia) supera il 20%. A fine operazione, le due banche conteranno su circa 2.000 filiali e con pochissime sovrapposizioni.
Papa ha spiegato che si punta anche a “conservare il marchio” della Popolare di Sondrio nelle regioni in cui ha una “maggiore penetrazione”, così come fatto con aggregazioni effettuate in precedenza, come Carige e Monte di Lucca.
“Questa operazione ha carattere fortemente industriale e non finanziario”, ha ribadito l’Ad, spiegando che il radicamento al territorio è il “punto di forza” e ciò che “caratterizza” le due realtà.
L’unione fra BPER e Popolare di Sondrio creerà una realtà con 6 milioni di clienti – ha sottolineato Papa – e con masse critiche per circa 300 miliardi euro e ricavi per oltre 7 miliardi di euro. Stime che l’Ad definisce “prudenziali”. L’unione fra le due banche – ha aggiunto – consentirà di effettuare investimenti in innovazione e sicurezza in una misura che le due singole banche non avrebbero potuto effettuare.
Parlando del valore dell’OPS, Papa ha spiegato che le valutazioni si sono ribilanciate rispetto al periodo in cui è stato presentato il piano, quando il mercato non “valorizzava BPER per quello che valeva”. Nel 2024, BPER ha guadagnato molto (circa 4-4,5 miliardi di capitalizzazione in più) ed è “aumentato l’appeal” della Popolare di Sondrio, pertanto questa operazione ora “genera valore” per entrambe. L’Ad non ha poi voluto commentare l’ipotesi di “crollo del titolo in Borsa”, rimarcando che c’è stato piuttosto un normale riallineamento dei valori al concambio.
Papa ha escluso anche che il premio sia troppo basso ed ha aggiunto che il prezzo della Popolare Sondrio “riflette il valore intrinseco della banca, per tutto il valore che può esprimere”, mentre non è così per BPER, e che “un’operazione ha senso se crea valore”, quindi “prezzi troppo elevati sarebbero negativi per BPER che acquisisce”.
Alle domande se l’operazione fosse stata in qualche modo anticipata ai vertici della Popolare di Sondrio ed alla controllante Unipol, Papa ha risposto di aver informato il Presidente e l’Ad Pedrazzini ieri sera dopo il CdA e di aver fatto lo stesso con il management di Unipol che ora, “farà le sue valutazioni”. Alla domanda se fosse stato informato anche il Governatore, la la risposta è stata affermativa, perché “qualunque cosa di serio deve partire sempre da rispetto istituzioni, non si crea valore e sostenibilità se non si crea nell’interesse dei cittadini, delle imprese e delle persone che lavorano dentro le due banche”.
Parlando più in generale del panorama nel comparto bancario e delle numerose operazioni emerse nell’ultimo periodo, l’Ad di BPER ha affermato che “si vanno a delineare in Italia quattro gruppi di maggiore entità, che prima non c’erano” e che “l’economia funziona se funziona sistema bancario, questa situazione la vedo positivamente”. “Nessun vincitore , né perdente”, ha precisato rispondendo ad una domanda, in quanto “vince il mercato: avremo banche più forti, in grado di offrire più attività e supportare la crescita dell’economia italiana”.
La fusione – ha spiegato Papa – non creerà esuberi e le uscite saranno solo volontarie e sempre concordate con i sindacati, mentre si portano avanti nuove assunzioni dalle università ed in sostituzione del normale ricambio generazionale.
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