“Rivoluzione” contro gli ultimi – Articolo21

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Nel silenzio generale, è in atto una rivoluzione contro i più vulnerabili. Oggi l’agenzia federale americana per l’assistenza internazionale (USAID) è stata sostanzialmente chiusa dal governo Trump. Attraverso un ordine esecutivo del presidente, tutti i programmi sono stati congelati, il personale è stato messo in congedo non retribuito e le foto degli aiuti umanitari sono state rimosse dall’ufficio centrale di Washington.

Fondata nel 1961 dal Presidente J.F Kennedy, USAID è il più grande finanziatore per gli aiuti internazionali del mondo. USAID ha oltre 10,000 dipendenti diretti ed un budget annuale di oltre 40 miliardi di dollari, il 20% del totale degli aiuti nel mondo.1 Da questa dipendono migliaia di organizzazioni, personale locale e programmi che supportano malati, poveri, affamati insomma le persone più vulnerabili del Sud globale. USAID è anche il più grande finanziatore delle agenzie dell’ONU, come l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) o il Programma Alimentare Mondiale (PAM).

Ma perché chiudere USAID nella prima settimana di governo? Elon Musk ha dichiarato che USAID è “un’organizzazione criminale” mentre Trump ha detto che è gestita da “radicali di sinistra lunatici” ed è per questo che va chiusa. L’ordine esecutivo prevede che per 90 giorni a partire dal 24 Gennaio, tutti i programmi finanziati da USAID siano sospesi, con la motivazione che il governo vuole revisionarli tutti per decidere quali tagliere definitivamente e quali eventualmente tenere. Il Segretario di Stato Marco Rubio ha posto tre domande riguardo alla revisione dei programmi di assistenza estera: “Ogni dollaro che spendiamo, ogni programma che finanziamo e ogni politica che perseguiamo deve essere giustificato rispondendo a tre semplici domande: (1) rende l’America più sicura? (2) rende l’America più forte? (3) rende l’America più prospera?” Lo spirito umanitario – per lo meno di facciata – che ha contraddistinto la macchina USAID negli ultimi 63 anni, improvvisamente, si è inceppato. Lo slogan ‘From the American People’ che ha da sempre accompagnato il brand USAID, è stato rimpiazzato dal ‘Make America Great Again’ sui cappellini dei sostenitori della nuova amministrazione. Ma rinunciare a USAID rende l’America più forte, sicura e prospera?

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Le critiche agli aiuti internazionali sono state al centro della ricerca accademica e dei dibattiti politici negli ultimi 30 anni. Queste hanno enfatizzato come gli attori del Sud del mondo quali governi e élite locali catturino gli aiuti a spese delle masse; oppure che una fetta troppo grande dei finanziamenti sia per sostenere la macchina burocratica internazionale ed i lauti stipendi del personale, invece che andare nelle mani dei più bisognosi; infine altri hanno sottolineato come gli aiuti siano strumentali al raggiungimento di obiettivi geopolitici, una sorta di “soft power” nelle mani delle grandi potenze.

USAID in particolare dagli addetti ai lavori è stata spesso criticata per essere uno strumento di “soft power” della politica estera americana, per esempio utilizzato per contrastare prima l’Unione Sovietica, poi il radicalismo religioso nel Corno d’Africa, e più recentemente anche per finanziare la metà dei media in Ucraina. Basti pensare che OXFAM ha sempre scelto di non essere finanziata da USAID. Il paradosso è che il governo Trump ha chiuso USAID non perché è eventualmente inefficace a combattere la fame e la povertà, ma perché a suo dire non è un’agenzia che persegue l’interesse americano. La verità invece è che molti programmi di USAID, soprattutto quelli non sanitari o di emergenza umanitaria, sono la quintessenza dell’imperialismo americano. Allora perché chiuderla?

Secondo Jeffrey Sachs, USAID ha tre missioni: (1) si occupa di emergenze e sviluppo, (2) è uno strumento di soft power della politica estera, (3) serve al deep state per supportare chi è dalla parte degli americani.2 Marco Rubio è stato nominato direttore ad-interim di USAID. Parlando di USAID ha dichiarato che in passato la leadership ha detto: “Non dobbiamo rispondere a voi perché siamo indipendenti, non rispondiamo a nessuno”. Rubio ha aggiunto: “Beh, non è vero, e non sarà più così”. Purtroppo non sappiamo quanto del budget di USAID è utilizzato per soft power e/o per finanziare chi sta con gli americani. Forse è questo il pezzo di torta che veramente interessa all’amministrazione di Trump ed è per questo che vuole mettere USAID sotto il controllo del Dipartimento di Stato. Umanitario e sviluppo sono solo la facciata.

Siamo sempre più in un momento storico dove le critiche da sinistra e da destra possono apparire simili, ma poi con un’attenta analisi si scoprono le enormi differenze. USAID andava sicuramente riformata, ma non per le ragioni di Trump. La purga indiscriminata a cui stiamo assistendo taglia tutto, sia il buono che il cattivo. Mai il diavolo e l’acqua santa son stati più vicini. Oggi con Trump, come ieri Boris Johnson, con il DFID, assistiamo alla fine del multilateralismo così come lo conosciamo dal secondo dopo guerra. Come sempre chi paga di più queste scelte sono gli ultimi della terra – almeno 280 milioni nel 2023 nei 59 paesi più vulnerabili, secondo le Nazioni Unite3 – che dipendevano da quei programmi.

Con Trump che cospira apertamente di commettere crimini di guerra in Palestina, dopo 15 mesi dell’amministrazione Biden durante i quali si armava Israele e si giustificavano le sue gravi violazioni del diritto internazionale umanitario è davvero giunto il momento che altre nazioni facciano la loro parte. E tutto questo mentre gli Stati Uniti ritirano il finanziamento degli aiuti. Abbiamo bisogno di un nuovo multilateralismo, al di fuori degli Stati Uniti e con una leadership significativamente maggiore del Sud globale. Il Sudafrica ci ha già dimostrato che è possibile. La fine del multilateralismo rappresenterebbe un problema colossale: le sfide globali che affrontiamo oggi come le pandemie, la crisi climatica e le disuguaglianze crescenti non possono essere risolte da un singolo Paese.

Matteo Caravani insegna “Cooperazione Internazionale e Sviluppo” presso Roma Tre

1 https://fts.unocha.org/

2 https://www.youtube.com/watch?v=aJjVq25qqCM

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3 https://www.fsinplatform.org/report/global-report-food-crises-2024/#acute-food-insecurity


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