Dimensionamento scolastico, Frontini: «Delibera senza senso»

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«Abbiamo lottato con le unghie e con i denti e messo in campo per questa battaglia tutti gli strumenti politici e giuridici che abbiamo a disposizione». La battaglia a cui fa riferimento la sindaca Chiara Frontini è quella contro il dimensionamento scolastico che a Viterbo interessa l’istituto comprensivo del Carmine. La prima cittadina rivendica le azioni intraprese – dal ricorso al Tar «Viterbo è stato il primo Comune in tutto il Lazio «che ha portato a una sentenza di sospensione della delibera regionale «un esito che ci fa dire che probabilmente qualche dubbio c’è», all’incontro che l’ha vista protagonista in Regione insieme a tutte le parti interessate, alla partecipazione a tutti i tavoli tecnici sia regionali che provinciali . E afferma: «Una delibera regionale senza senso che confuta le stesse linee guida della Regione, tra cui quelle relative al mero dato numerico. Sono oltre 600 gli alunni della scuola del Carmine, quindi non doveva essere dimensionato». Auspicando che le «strategie messe in campo possano dare risposte alle famiglie», replica poi a quella parte delle forze di opposizione che ha definito il consiglio straordinario di ieri «la solita propaganda» e afferma: «Nessuna propaganda ma azioni a difesa del territorio e dei valori profondi in cui crediamo».
L’assenza, annunciata, all’assise dei consiglieri comunali Allegrini, Grancini, Achilli e Amodio (Fratelli d’Italia), di Andrea Micci (Lega), di Ciambella (Bene comune), di Marini (FI-Udc-Fondazione) e soprattutto dei consiglieri regionali meloniani Daniele Sabatini e Giulio Zelli è stata stigmatizzata sia dalla maggioranza che dalla minoranza presente, in particolare da Pd e Forza Italia. Presente invece Enrico Panunzi, vicepresidente del consiglio regionale, il quale riferendosi alla razionalizzazione scolastica parla di «una procedura castrante per il territorio che si ripete di anno in anno» con il rischio che con “«la sparizione delle scuole spariscano anche le comunità» in particolare nel Lazio dove 255 Comuni su 378 sono sotto ai 5mila abitanti. «Stavolta c’erano tutti i presupposti per poter cambiare e la sentenza di sospensiva del Tar, un precedente storico, forniva un appiglio, uno strumento per rivedere la delibera regionale». E per invertire la rotta esorta a «muoversi tutti insieme, andando anche contro gli interessi di parte, per tutelare con tutti i mezzi politici, istituzionali e giuridici per tutelare il territorio anche per il futuro».
Il presidente della Provincia Alessandro Romoli, rivendicando il grande lavoro fatto in consiglio provinciale «anche per impostare la questione a livello regionale perché è impensabile che su Roma il dimensionamento riguardi 6 scuole e nella provincia due, tra cui il Carmine dove non c’era neanche il problema del numero di alunni», ribadisce che «il documento elaborato dall’assise di Palazzo Gentili era di carattere tecnico non politico per dire, al di là delle casacche, che il territorio ha già dato molto e puntare a fornire indicazioni per salvaguardare realtà scolastiche che sono anche presidi di servizi. Perché quando si chiudono le scuole significare chiudere anche i paesi». «Perché la scuola è la seconda casa, a volte anche la prima. E il taglio dei servizi pubblici colpisce sempre le fasce più deboli» gli fa eco la consigliera Pd Alessandra Troncarelli. Ed Elpidio Micci, consigliere di Forza Italia, auspica che «dopo la sentenza del Tar la delibera regionale si possa ravvedere» e si augura che «l’assessore regionale Schiboni e il consigliere Sabatini vengano in aula per un confronto». Si sono poi susseguiti gli interventi dei rappresentanti delle sigle sindacali Cgil, Cisl e Uil del comparto scuola, dei dirigenti scolastici, dei docenti e dei genitori. A tirare le somme della seduta straordinaria, richiesta dalla maggioranza, l’assessore all’Educazione Rosanna Giliberto. «Questo consiglio è servito ad approfondire le questioni relative al dimensionamento perché la battaglia non riguarda solo il Carmine ma è uno spirito di difesa più ampio del sistema scuola. La razionalizzazione porta con sé criticità tali che servono anni per sanarle» rimarca. Infine la stoccata alla giunta regionale: «che ci ha detto di non aver fatto i compiti a caso, invece noi abbiamo attentamente approfondito le linee guida regionali, anche se farraginose».





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