Parco Nazionale del Matese. “Meno precarietà, più concretezza per enti locali e cittadini”, De Conciliis dal Ministero dell’Ambiente • Clarus

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Roma, Ministero dell’Ambiente. L’incontro con i sindaci del Matese

Dopo la convocazione dei sindaci del Matese presso il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica Clarus approfondisce il tema “Parco nazionale del Matese” con l’Avv. Ettore De Conciliis. In seguito alla Sentenza del TAR del Lazio (24 ottobre 2024) che impone entro il 22 aprile l’assetto (provvisorio) del nuovo Ente Nazionale, si apre un tempo di lavoro per completare intese, progetti, prospettive a tutela dell’area ma anche dello sviluppo del territorio. Il Governo Meloni dopo aver portato a segno due risultati in materia di tutela ambientale istituendo l’Area marina protetta di Capo Spartivento in Sardegna e il Parco ambientale della Laguna di Orbetello punta a dare concretezza anche al progetto matesino che nasceva nel 2018 dopo che la Legge n. 205 del 27.12.2017 ne definiva la procedura di istituzione. 

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Avv. De Conciliis, in quale contesto sociale e politico-amministrativo si pongono le novità degli ultimi giorni e quelle che a breve termine che riguardano il nascente Parco nazionale del Matese? 
La vicenda per sua natura ha una certa complessità: l’istituzione di una parco nazionale è un iter che si fonda su impulsi di carattere legislativo-normativo e su un’attuazione di carattere tecnico-amministrativa. Il primo caso è indirizzato dalla politica che con la Legge finanziaria 2018 conferiva l’impulso politico ritenendo che il territorio in questione fosse portatore di un capitale naturale di tale prestigio da essere tutelato, conservato, garantito e il più possibile preservato per consegnarlo alle prossime generazioni. Sempre dal punto di vista politico le norme di attuazione rispetto a questa tutela sono state affidate al Ministero dell’ambiente che le esercita attraverso l’articolazione amministrativa e l’impulso tecnico scientifico che tendenzialmente è affidato ad Ispra (Istituto superiore per la Protezione e la Ricerca ambientale), quale massima agenzia nazionale competente in materia di biodiversità, protezione del regno animale e vegetale. Ovviamente anche l’attività tecnico-amministrativa deve conciliarsi con il quadro normativo già esistente e con tutti gli atti cogenti dell’intera filiera istituzionale composta dai Comuni, Vaste Aree, e Regioni che nel nostro caso coinvolgono Campania e Molise; in più norme cogenti nazionali e direttive eurozonali.
È chiaramente un meccanismo complesso che i Governi che si sono preceduti all’attuale hanno fatto decantare con una certa predisposizione dilatoria, in parte attribuibile alla Regione Campania. Da quando si è insediato questo governo, e per quanto mi riguarda dal 2 novembre 2022, per almeno un anno la Campania non è stata solerte nel rispondere agli impulsi provenienti dal Ministero. Poi, un fatto estraneo e terzo rispetto all’interlocuzione tra il Governo e le amministrazioni locali ha dato una accelerata al processo verso l’Istituzione del Parco Nazionale.

Si riferisce alla sentenza del Tar Lazio…?
Esattamente. Il Tribunale Amministrativo, giustamente, a tanti anni dalla Legge istitutiva del parco ha imposto il raggiungimento di un obiettivo intermedio che è la perimetrazione e zonizzazione provvisoria dell’area in questione entro 180 giorni dalla sentenza. Un tempo che avrà dunque la sua scadenza il prossimo 22 aprile.

Possiamo definirlo un passaggio determinante?
Ha impresso un termine e spinto in avanti il lavoro. Poco prima della sentenza abbiamo ritrovato anche la disponibilità della Campania; ora proseguiamo sulla strada del dialogo…

A questo punto un ulteriore spinta da parte del Ministero. In che modo procederà il lavoro?
È interesse di tutte le parti in campo agevolare il raggiungimento dell’obiettivo perché in caso contrario si corre il rischio che lo stesso Tribunale possa nominare un Commissario ad acta chiamato all’ottemperanza della predetta pronuncia. Diversamente crediamo nel senso di conciliazione che appartiene alla mission politica e che consentirebbe di far nascere il Parco sulla base di ascolto e confronto tra le parti interessate. Personalmente, e come me anche la segreteria del ministro Pichetto Frattin, abbiamo tenuto interlocuzioni congiunte e separate con gli amministratori locali fino alla decisione di convocare l’assemblea dello scorso 5 febbraio. Sono emerse criticità comprensibili, alcune che troveranno riscontro immediato, altre probabilmente dettate da un timore degli amministratori poco fiduciosi nello strumento, reputandolo ingerente rispetto alle loro attività amministrative. Preoccupazioni legittime di fronte al nuovo processo che si apre dinanzi… Ci spetta la responsabilità di applicare una legge dello Stato che ha già deciso che l’area Matese deve essere sottoposta ad un vincolo di tutela, per altro il più importante e prestigioso che c’è.

Dunque non si torna indietro… 
Tutte le amministrazioni, ovviamente nella massima concertazione, devono prendere atto che in quel territorio, almeno finché è vigente la Legge deve esistere l’ente sovracomunale “Parco nazionale” che avrà incisività sulla pianificazione urbanistica, avrà l’autorità e la facoltà di agire attraverso norme di salvaguardia, vincoli e divieti che privilegiano la tutela ambientale anche rispetto alle attività antropiche. Da parte nostra, che saremo l’Ente vigilante del Parco, faremo il possibile per cui questa tutela non sia in palese contrasto con le attività economiche, tradizionali, prettamente agricole e pastorali consapevoli delle difficoltà socio economiche dell’entroterra meridionale; non vogliamo che il Parco aggravi situazioni già delicate o fragili prima fra tutte quella dello spopolamento; ma al contempo crediamo nelle nuove possibilità che esso possa offrire in termini di visibilità, centralità, attrattiva turistica, ricordando che al Parco verranno trasmesse le risorse necessarie per le proprie attività di cui gioverà l’intero territorio.

Tutela e sviluppo, le due marce di questo percorso, come già più volte abbiamo sottolineato sulle nostre pagine. Sentiamo però la necessità di rassicurare tutti e stemperare la polemica e i dubbi dei più restii al progetto. Cosa ci dice in merito?
La sostenibilità ambientale, e in questo caso anche la protezione e la tutela, vanno esercitate non a scapito di quelle economica e sociale; spetta alla politica saper contemperare tutti gli interessi. Le posso confermare, e sia di buon auspicio per tutti, che lì dove ci sono parchi nazionali le amministrazioni comunali riescono a vivere con serenità il loro rapporto interistituzionale e che sono numerosi i casi di Comuni ai margini di queste aree protette che chiedono di entrare a farne parte. Mi preme far notare come sui servizi ecosistemici si sta sviluppando una nuova imprenditoria, per cui anche dal punto di vista dell’intraprendenza privata si aprono strade; chiaramente occorrono classi dirigenti serie, mature e illuminate che sappiano gestire il tutto in maniera saggia, ponderata, strategica e lungimirante.

Si infittisce la rete collaborativa tra Ministero ed attori locali?
Posso garantire che il Ministero darà ascolto a tutti; lo dimostra la situazione del momento che comporta di fissare entro il 22 aprile perimetrazione e zonizzazione del Parco; trattandosi di decisioni transitorie, successivamente torneremo a confrontarsi e a tenere conto delle diverse istanze. Ma anche dopo il piano definitivo che probabilmente contemplerà criticità non ancora previste, voglio far presente che esisterà lo strumento del Piano del Parco Nazionale del Matese redatto da tutti gli attori che faranno parte dell’Ente e quindi anche le Amministrazioni locali.

Quali aperture potremmo immaginare in tal senso?
Penso alla definizione di una “Zona 4” attualmente non ancora contemplata. Attualmente la zonizzazione indicata da Ispira su criteri scientifici prevede le zone 1,2 e 3 con diversi margini di tutela, vincoli ambientali da massimi e integrali a forme intermedie; ma l’ulteriore accorgimento della zonizzazione individuando una quarta zona può prevedere quelle attività economiche – penso a quelle agricolo pastorali – da potersi svolgere regolarmente senza il gravame autorizzatorio dell’Ente ma previa comunicazione agli organi di governo, tenendo presente che la tutela ambientale è la motivazione per la quale si costituisce un Parco. È chiaro a tutti che i parchi italiani entrano nel tessuto urbanizzato con un suo naturale ritmo di attività…

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Quindi possiamo dire di essere alla vigilia della fase provvisoria del Parco Nazionale del Matese…
Ci auguriamo che si lavori insieme e in maniera armonica, anche cedendo qualcuna delle proprie aspettative ed evitando di dilatare ulteriormente i tempi; ovviamente ogni sindaco riterrà di tutelare gli interessi e i diritti del proprio comune come meglio ritiene con gli strumenti che l’Ordinamento gli mette a disposizione ma posticipare ancora la definizione dell’area parco rischia di impantanare la vicenda. Uno strumento provvisorio, chiaramente, rischia di riflettersi sui vari livelli di governance ai quali invece spetta la possibilità di operare nella prospettiva di compiere investimenti. Se restiamo nella precarietà della provvisorietà anche le attività sane, utili e proficue saranno condizionate dalla scarsità di visione e subiranno le conseguenze negative di questo atteggiamento.

Se provassimo ad immaginare dei tempi?
Il passaggio dalla prima fase (costruita su dati scientifici e tavoli di concertazione già in atto) alla seconda, si basa sull’intesa delle Regioni coinvolte che hanno un ruolo di governance proattiva nelle fasi successive del progetto.

Ci preme sottolineare il ruolo delle associazioni ambientaliste, faro sempre acceso sulle unicità del Matese e sulle prospettive in “direzione parco nazionale”. Come giudica la loro posizione?
Nell’associazionismo ambientale c’è sempre un ampio respiro corale e partecipativo della società, pur con delle posizioni interne normalmente divergenti. Da parte nostra crediamo fortemente nell’interlocuzione con le associazioni ambientaliste; e il fatto stesso che nel nostro Ordinamento ambientale le associazioni riconosciute di rilevanza ambientale abbiano la facoltà di impugnare e ricorrere sugli atti amministrativi del Governo rappresentando interessi diffusi, è un segnale di riconoscimento e attribuzione, una potestà riconosciuta che sostanzialmente conferisce loro un ruolo nella dinamica ambientale. In Italia abbiamo un associazionismo ambientale che fa vanto al mondo della propria capacità di elaborare studi e ricerca di proposta scientifica. Di fatto le nostre associazioni ambientaliste non sono esclusivamente realtà di volontariato e impegno civile, cosa che è positiva, ma in molti casi godono del supporto scientifico di professori, di accademici, di veri e propri centri studi e luminari della botanica, degli habitat animali e vegetali che con il Ministero hanno sempre collaborato. Un esempio di questa collaborazione il Tavolo di consultazione della strategia nazionale per la biodiversità al 2030 da poco costituito e a cui partecipano anche i rappresentanti delle maggiori associazioni ambientaliste italiane.

Sul territorio matesino si parla di nuove opere: un trenino da località l’Impiccato al sito di Bocca della Selva (un tempo stazione sciistica) e una funivia con base a Piedimonte Matese. Ne siete a conoscenza? E in che termini tali importanti strutture (ed altre) si innesterebbero sul territorio?
Non dispongo di informazioni in merito, ma posso dire che una volta istituito il Parco nazionale del Matese tali presunte opere non devono interferire con le attività di tutela; se invece si tratta di progetti strumentali e utili a migliorare la vivibiltà del Parco, allora perché no. Bisognerebbe verificare subito se le opere antropiche da realizzare siano fattibili rispetto agli strumenti di tutela già esistenti nel parco Regionale in cui ci sono aree censite come Natura 2000, o zone di Speciale conservazione. In Italia è frequente il caso di conflittualità tra progetti di opere di pubblica utilità con la tutela dell’ambiente o della fauna di certi luoghi, ma anche in questi casi ci vengono incontro leggi e prescrizioni a cui fare riferimento.

 

 

 

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