Decine di paesi (ma non l’Italia) sostengono la Corte Penale Internazionale dopo le sanzioni di Trump – Assopace Palestina

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di Bernd Debusmann Jr e Amy Walker

BBC News, 7 febbraio 2025.  

Trump ha precedentemente sanzionato funzionari della CPI durante il suo primo mandato nel 2020. Getty Images

La maggioranza degli Stati membri, tra cui il Regno Unito, la Germania e la Francia, hanno dichiarato che la CPI è “un pilastro vitale del sistema di giustizia internazionale”.

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Trump ha annunciato le sanzioni dopo aver ospitato il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu – il primo leader straniero a fargli visita da quando è tornato al potere.

L’anno scorso, la CPI ha emesso un mandato di arresto per Netanyahu per presunti crimini di guerra a Gaza – che Israele nega – e per un comandante di Hamas. Gli Stati Uniti hanno condannato la “vergognosa equivalenza morale” tra Israele e Hamas fatta dalla Corte.

Gli Stati Uniti e Israele non riconoscono l’autorità della Corte Penale Internazionale, l’unico tribunale globale con il potere di perseguire individui per genocidio, crimini contro l’umanità e crimini di guerra. Inoltre, in passato, la Corte ha avviato indagini su cittadini statunitensi.

La CPI conta 125 Stati membri in tutto il mondo, tra cui il Regno Unito e molte nazioni europee.

Il Regno Unito, la Francia e la Germania sono tra i 79 firmatari di una dichiarazione congiunta rilasciata venerdì per condannare l’ordine esecutivo di Trump. Australia, Repubblica Ceca, Ungheria e Italia sono tra gli assenti.

In precedenza, venerdì, la CPI aveva invitato i suoi stati membri e la società civile globale a “rimanere uniti per la giustizia e i diritti umani fondamentali”.

Si è impegnata a continuare a “fornire giustizia e speranza a milioni di vittime innocenti di atrocità in tutto il mondo”.

L’anno scorso, la CPI ha emesso mandati di arresto per i leader israeliani alleati degli Stati Uniti e per un comandante di Hamas, in relazione alla guerra a Gaza.

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I procuratori della CPI hanno affermato che ci sono “motivi ragionevoli” per ritenere che Netanyahu, il suo ex ministro della Difesa Yoav Gallant e Mohammed Deif di Hamas – ucciso l’anno scorso – abbiano “responsabilità penali per presunti crimini di guerra e crimini contro l’umanità”.

Ma un memorandum della Casa Bianca diffuso giovedì ha accusato la CPI di creare una “vergognosa equivalenza morale” tra Hamas e Israele, emettendo i mandati contemporaneamente.

L’ordine di Trump afferma che le recenti azioni della CPI “creano un pericoloso precedente” che minaccia di “violare la sovranità degli Stati Uniti”. Afferma che la CPI “mina” la sicurezza nazionale e il lavoro di politica estera di Washington e dei suoi alleati.

L’ordine afferma anche che gli Stati Uniti e Israele “sono democrazie fiorenti con militari che aderiscono rigorosamente alle leggi di guerra”. 

Le sanzioni contro la Corte sono state annunciate mentre Netanyahu era in visita a Washington.

L’elenco delle persone colpite non è ancora stato reso noto, ma le sanzioni potrebbero colpire le persone che lavorano nelle indagini della CPI. Le sanzioni potrebbero includere restrizioni finanziarie e riguardo ai visti per le persone e le loro famiglie.

Potrebbero essere colpite anche le operazioni tecniche e informatiche del tribunale, compresa la raccolta di prove. Gli osservatori hanno espresso il timore che le vittime di presunte atrocità possano esitare a testimoniare.

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Il procuratore capo del tribunale ha dichiarato alla BBC che la risposta del resto del mondo sarà molto importante.

“È una sfida per tutti gli Stati contraenti, per l’Europa, il Regno Unito, il Sudafrica, l’Argentina, il Brasile, il Giappone, la Nuova Zelanda, l’Australia: permetteranno a Trump di diventare il Presidente globale?” ha dichiarato Luis Moreno Ocampo al programma Newshour della BBC

L’ONU ha chiesto il ritiro della misura, mentre la Presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen ha detto che la CPI “deve essere in grado di perseguire liberamente la lotta contro l’impunità globale”. 

Ma il Ministro degli Esteri israeliano Gideon Saar ha dichiarato di approvare “fortemente” l’ordine esecutivo di Trump. Ha affermato che le azioni della CPI sono “immorali e non hanno alcuna base legale”, accusando il tribunale di non operare “in conformità con il diritto internazionale”.

Gli Stati Uniti hanno ripetutamente rifiutato qualsiasi giurisdizione della CPI su funzionari o cittadini americani e hanno accusato la Corte di porre vincoli al diritto di autodifesa di Israele, ignorando l’Iran e i gruppi anti-israeliani. 

Durante il suo primo mandato, Trump ha imposto sanzioni ai funzionari della CPI che stavano indagando se le forze statunitensi avessero commesso crimini di guerra in Afghanistan. Le sanzioni includevano un divieto di viaggio e il congelamento dei beni dell’ex procuratrice capo Fatou Bensouda.

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Queste sanzioni sono state revocate dall’amministrazione del Presidente Joe Biden. Ma durante le sue ultime settimane di mandato, anche Biden ha criticato il mandato della CPI per Netanyahu, definendo la mossa “oltraggiosa” e affermando che non c’è equivalenza tra Israele e Hamas.

In risposta a ciò che hanno descritto come un tentativo di sfidare l’autorità della CPI, nove nazioni – tra cui il Sudafrica e la Malesia – hanno lanciato il mese scorso il “Gruppo dell’Aia”, col proposito di difendere la Corte e le sue sentenze.

La firma dell’ultimo ordine esecutivo da parte di Trump segue il suo annuncio di un piano per gli Stati Uniti di ‘conquistare’ Gaza, trasferire la popolazione palestinese e trasformare il territorio nella ‘Riviera del Medio Oriente’. 

Dopo che i leader arabi e le Nazioni Unite hanno condannato l’idea, il Presidente degli Stati Uniti l’ha ribadita giovedì sulla sua piattaforma di social media Truth Social

Negli ultimi anni, la Corte ha emesso mandati di arresto per il Presidente russo Vladimir Putin per presunti crimini di guerra in Ucraina, per i leader talebani per aver “perseguitato le ragazze e le donne afghane” e per il leader militare del Myanmar per crimini contro i musulmani Rohingya.

Di seguito il testo integrale della Dichiarazione dei 79 stati:

Dichiarazione congiunta a sostegno della Corte penale internazionale (CPI)

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New York, 7 febbraio 2025

79 Stati Parte hanno aderito alla seguente dichiarazione a sostegno della Corte Penale Internazionale, avviata da un gruppo centrale interregionale di 5 Paesi.

La presente dichiarazione a sostegno della Corte Penale Internazionale è sottoscritta dai seguenti Stati: Afghanistan, Albania, Andorra, Antigua e Barbuda, Bangladesh, Belgio, Belize, Bolivia, Bosnia ed Erzegovina, Brasile, Bulgaria, Cabo Verde, Canada, Cile, Colombia, Comore, Costa Rica, Croazia, Cipro, Repubblica Democratica del Congo, Danimarca, Repubblica Dominicana, Estonia, Finlandia, Francia, Gabon, Gambia, Germania, Ghana, Grecia, Grenada, Guatemala, Honduras, Islanda, Irlanda, Giordania, Lettonia, Lesotho, Liechtenstein, Lituania, Lussemburgo, Maldive, Malta, Messico, Repubblica di Moldova, Mongolia, Montenegro, Namibia, Paesi Bassi, Nigeria, Macedonia del Nord, Norvegia, Panama, Perù, Polonia, Portogallo, Romania, Saint Kitts e Nevis, Saint Lucia, Saint Vincent e Grenadine, San Marino, Senegal, Seychelles, Sierra Leone, Slovacchia, Slovenia, Sudafrica, Spagna, Stato di Palestina, Svezia, Svizzera, Timor-Leste, Trinidad e Tobago, Tunisia, Uganda, Uruguay, Vanuatu.

Noi, i sottoscritti Stati Parte dello Statuto di Roma della Corte Penale Internazionale (CPI), riaffermiamo il nostro continuo e incrollabile sostegno all’indipendenza, all’imparzialità e all’integrità della CPI. La Corte funge da pilastro vitale del sistema giudiziario internazionale, garantendo la responsabilità per i crimini internazionali più gravi e la giustizia per le vittime.

Oggi, la Corte sta affrontando sfide senza precedenti. Sono state adottate misure sanzionatorie nei confronti della Corte, dei suoi funzionari e del suo personale e di coloro che collaborano con essa, in risposta all’esecuzione del mandato della Corte in conformità con lo Statuto di Roma.

Tali misure aumentano il rischio di impunità per i crimini più gravi e minacciano di erodere lo stato di diritto internazionale, che è fondamentale per promuovere l’ordine e la sicurezza globale. Inoltre, le sanzioni potrebbero mettere a rischio la riservatezza delle informazioni sensibili e la sicurezza delle persone coinvolte, comprese le vittime, i testimoni e i funzionari della Corte, molti dei quali sono nostri cittadini.

Le sanzioni comprometterebbero gravemente tutte le situazioni attualmente oggetto di indagine, in quanto la Corte potrebbe essere costretta a chiudere i suoi uffici sul campo. Far progredire il lavoro vitale della Corte Penale Internazionale serve il nostro interesse comune a promuovere la responsabilità, come dimostra il sostegno fornito alla Corte sia dagli Stati Parte che dai Paesi non Parte.

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In quanto forti sostenitori della CPI, deploriamo qualsiasi tentativo di minare l’indipendenza, l’integrità e l’imparzialità della Corte. Ci impegniamo a garantire la continuità operativa della CPI, affinché la Corte possa continuare a svolgere le sue funzioni in modo efficace e indipendente.

Mentre ci sforziamo collettivamente di sostenere la giustizia internazionale, sottolineiamo il ruolo indispensabile della CPI nel porre fine all’impunità, nel promuovere lo stato di diritto e nel favorire un rispetto duraturo del diritto internazionale e dei diritti umani.

https://www.bbc.com/news/articles/cx2p19l24g2o

Traduzione a cura di AssoPacePalestina

Non sempre AssoPacePalestina condivide gli articoli che pubblichiamo, ma pensiamo che opinioni anche diverse possano essere utili per capire.



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