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per le imprese

 


S I N T E S I   D E L   C O M U N I C A T O   U N I T A R I O

L’inizio

La vicenda delle cessioni di rami d’azienda all’interno del Gruppo BNP Paribas e di BNL in Italia ha avuto inizio il 1° aprile 2022, quando BNL ha ceduto un presunto ramo IT a Capgemini, o meglio, a una Newco (S.r.l. di proprietà al 100% di Capgemini), appena costituita e priva di attività e lavoratori. Questa società, Capgemini Finance Service Tech, ha acquisito circa 250 dipendenti.

Le cessioni sono poi proseguite il 1° giugno 2022, con il trasferimento di 7 presunti rami d’azienda riguardanti attività di back office in ambito Operations a Accenture. Anche in questo caso, la cessione è stata effettuata a una Newco, interamente controllata da Accenture. La società, denominata AST – Accenture Services & Technology S.r.l., ha assorbito circa 550 lavoratori.

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Molti dei dipendenti coinvolti erano fragili, sindacalisti o colleghi ritenuti poco performanti, spesso selezionati con criteri discutibili per essere inclusi nel gruppo dei ceduti.

Scontri e Mobilitazioni: La Risposta dei Sindacati

Nonostante lunghi mesi di trattative accese, le posizioni aziendali sono rimaste inamovibili, portando le organizzazioni sindacali a una mobilitazione senza precedenti:

  • 3 scioperi nazionali
  • 7 presidi, tra cui uno davanti all’Ambasciata francese a Roma e uno davanti alla Banca d’Italia
  • Dichiarazioni pubbliche su TV, radio e giornali
  • Interventi in Parlamento

Alla fine, le trattative si sono concluse senza alcun accordo, con i sindacati che hanno sempre denunciato le operazioni come illegittime.

Tribunali e Sentenze: La Svolta Giuridica

Dopo il fallimento delle trattative, la battaglia si è spostata nelle aule dei Tribunali. La maggioranza dei lavoratori coinvolti ha presentato ricorso contro le cessioni, ottenendo un risultato clamoroso: il Tribunale del Lavoro di Romaha dichiarato illegittime le operazioni in numerosi casi.

Nelle motivazioni delle sentenze si legge:

  • 📌 “Non risulta che il ramo ceduto avesse autonomia operativa o decisionale nello svolgimento dell’attività.”
  • 📌 “Un ramo d’azienda composto da personale che per proseguire il proprio lavoro deve necessariamente fare riferimento alla società cedente, non può essere considerato autonomo.”
  • 📌 “I ricorrenti devono pertanto intendersi ancora dipendenti della cedente BNL.”

Delocalizzazioni e Nuovi Scontri Sindacali

Nonostante le sentenze, l’azienda ha continuato a muoversi nella stessa direzione. Subito dopo le cessioni, BNL ha iniziato a delocalizzare gradualmente attività, comprese quelle contenenti dati sensibili della clientela, attraverso appalti al Delivery Center Accenture in Romania.

Dove sono finiti i razionali di efficientamento e miglioramento delle condizioni lavorative? Nel frattempo, i dipendenti reintegrati dal Tribunale sono stati distaccati il giorno stesso della sentenza nelle stesse società da cui erano stati ceduti!

Anche contro questa nuova manovra, all’interno di AST, si è aperta una dura vertenza tra sindacati e azienda, che ha portato a:

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  • 🔥 Assemblee e manifestazioni
  • 🔥 Uno sciopero di 2 giornate consecutive
  • 🔥 Tentativi di conciliazione in ABI

BNP Paribas Replica lo Schema in Belgio: La Solidarietà ai Colleghi di Fortis

Questa vicenda non si è fermata ai confini italiani. Già da tempo i sindacati temevano che BNP Paribas non si sarebbe fermata all’Italia, e purtroppo, i fatti hanno confermato questa previsione.

Oggi, lo stesso meccanismo viene ripetuto in Belgio, con la cessione di oltre 500 lavoratori del Client Service Center di Fortis.

A loro va tutta la nostra solidarietà.

Siamo pronti a collaborare per avviare una nuova battaglia condivisa contro queste operazioni che mirano solo al profitto, a discapito delle persone!

Segreterie di Coordinamento del Gruppo BNL

Volantino originale

La storia delle cessioni di rami d’azienda nel gruppo BnpParibas e nella BNL in Italia inizia dal 1 aprile 2022, quando BNL cede 1 presunto ramo d’azienda IT a Capgemini, o meglio a una Newco, una srl di proprietà al 100% di Capgemini, da poco costituita e priva di attività e lavoratori. L’azienda, che acquisirà i circa 250 lavoratori, è Capgemini Finance Service Tech. Le cessioni proseguono in data giugno 2022: BNL cede 7 presunti rami d’azienda riguardante attività di back office in ambito Operations ad Accenture o, meglio, ad una Newco, una srl di proprietà al 100% di Accenture. L’azienda, che acquisirà i circa 550 lavoratori è AST Accenture Services & Technology S.r.l. Molti di questi lavoratori risultano essere fragili, sindacalisti, colleghi giudicati poco performanti e spesso infilati ad hoc nel gruppo dei ceduti.

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Lunghi mesi di trattative, spesso condite da aspri scontri fra le parti, non hanno visto alcun mutamento significativo sulle posizioni assunte dall’azienda: per questo, le organizzazioni sindacali hanno organizzato ben 3 scioperi, 7 presidi – di cui uno davanti all’ambasciata francese a Roma e uno di fronte alla sede della Banca d’Italia – numerosi comunicati, diversi interventi su tv radio e giornali e persino interventi in Parlamento!

Le trattative sulla riorganizzazione si chiudono senza alcun accordo. Si tratta infatti di cessioni di presunti rami d’azienda che da subito i Sindacati hanno avversato e denunciato come illegittime e contro le quali ci si è battuti fortemente.

La battaglia è poi proseguita nelle aule dei Tribunali con il ricorso contro le cessioni fatti da parte della stragrande maggioranza dei lavoratori coinvolti. Le posizioni e le convinzioni che hanno spinto i Sindacati a non condividere accettare le logiche di BNL e del gruppo BnpParibas alla base delle operazioni di cessione hanno trovato sostanziale conferma nella decisione del Tribunale del lavoro di Roma che, nella maggioranza dei casi, ha dichiarato illegittime le cessioni.

Nel dispositivo di una delle sentenze si legge che “non risulta che il ramo ceduto avesse autonomia operativa o decisionale nello svolgimento dell’attività”, e questo il Sindacato lo ha dichiarato per mesi ai tavoli di trattativa, nelle piazze e sui media. Infatti, le sentenze chiariscono che “un “ramo” d’azienda composto da personale che per proseguire il proprio lavoro ha dovuto e deve necessariamente fare riferimento a quanto rimasto presso la società cedente, non consente di qualificare come funzionalmente autonoma l’attività ceduta[…]”. Ne consegue che “i ricorrenti devono pertanto intendersi ancora dipendenti della cedente BNL”. Oltre ad essere illecita, l’operazione ha avuto il solo scopo di contenere i costi scaricando tutte le conseguenze sulle lavoratrici ed i lavoratori: subito dopo le cessioni, infatti, è iniziata una graduale delocalizzazione di attività BNL, anche molte delicate e contenenti dati sensibili della clientela, con appalti fatti verso il Delivery Center Accenture in Romania. Dove sarebbero i tanto decantati razionali di efficientamento e di miglioramento delle condizioni lavorative dei colleghi che, nel frattempo, sono stati distaccati da Bnl nelle stesse società il giorno stesso della sentenza di reintegro? Anche contro questa manovra si è aperto in AST tra Sindacati e Azienda un’aspra vertenza che ha portato ad Assemblee, scioperi di 2 giornate consecutive, tentativi di conciliazioni in ABI. Anche lì dunque la lotta sta continuando!

Per questo siamo vicini ai colleghi di Fortis in Belgio! Purtroppo, durante tutta questa lunga vertenza, eravamo consapevoli che la Bnl agisse su precise indicazioni di Bnp Paribas, che non si sarebbe accontentata di condurre simili operazioni solo in Italia. Temevamo, cioè, che simili cessioni sarebbero state replicate anche in altre aziende del gruppo in Europa: ora è il turno di più di 500 lavoratrici e lavoratori del Client Service Center Belga. A loro va tutta la nostra solidarietà e la nostra disponibilità nell’avviare, sin da subito, tutti i contatti necessari per intraprendere insieme una nuova e condivisa lotta a queste scelte aziendali che hanno come unico fine quello di fare profitto a danno delle persone!

Segreterie di Coordinamento del Gruppo BNL
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