Vicenza
Nel 2024 in città recuperate 4,5 tonnellate di materiale per raccogliere fondi per l’associazione Brain di Altavilla
Si deve bere responsabilmente, ma si può bere anche solidalmente. Perché certi brindisi oltre che al cuore, fanno bene anche a chi sta affrontando sfide delicatissime. Brindisi “buoni” che si possono anche contare: a Vicenza nel 2024 sono stati quasi 320 mila, 318 mila a voler essere più precisi. Tanti, infatti, sono i tappi raccolti e destinati al recupero solidale. A fare la differenza è cosa si decide di fare del tappo di sughero che lascia la bottiglia.
L’aiuto all’associazione Brain di Altavilla
Se invece di essere gettato nell’immondizia viene messo da parte e poi consegnato negli appositi punti di raccolta diventa infatti una forma di supporto per “Brain, associazione traumi cranici”, con sede ad Altavilla, che dal 2003 sostiene chi ha subito una grave lesione cerebrale acquisita, dovuta ad esempio a incidenti o ictus, e ai familiari. Dal 2017 a sostegno di questa attività è partita la campagna “Stappa per Brain!”, in collaborazione con Amorim, impresa portoghese che produce tappi di sughero e che si occupa di riciclare il materiale così raccolto, trasformandolo in materiale per l’edilizia o di design e ripagando ogni tonnellata ritirata con 700 euro.
In un anno raccolte 4,5 tonnellate di sughero
La risposta non manca, dato che lo scorso anno in città sono state raccolte 4,5 tonnellate di sughero, pari, appunto, a circa 318 mila tappi (per altrettante bottiglie).
A fine 2024 nelle riciclerie Nord e Ovest del capoluogo sono stati esposti anche degli striscioni per promuovere questa raccolta. Raccolta che non può avvenire dentro le riciclerie, perché al quel punto il tappo diventerebbe rifiuto e dovrebbe seguire un altro iter, mentre se viene intercettato prima, può essere inviato direttamente al riciclo. “Stappa per Brain!” attiva dunque un circolo virtuoso due volte, sia per l’ambiente, con una riduzione di rifiuti prodotti, sia per il sociale.
Il supporto di bar, ristoranti e scuole
La raccolta è possibile grazie al supporto di bar, ristoranti, bar, scuole, eventi e manifestazioni, ma anche singoli cittadini che aderiscono, raccogliendo i tappi e poi conferendoli nei punti di raccolta: nella sede di Brain Odv, in via Chiesa 87, ad Altavilla, o in città nella sede Aics, in via Fermi 228.
Fondamentale è anche però il lavoro dei volontari che mettono a disposizione il loro tempo sia per l’associazione, sia per il progetto dei tappi. «La rete di chi ci sostiene è cresciuta nel tempo – racconta una volontaria – e adesso conta circa un centinaio di realtà e privati. Come volontari ci occupiamo di far conoscere il progetto, di distribuire i contenitori per la raccolta e gli adesivi che i locali possono esporre». «Una volta che riceviamo le scatole – continua – dobbiamo passare ad uno a uno i tappi, per scartare quelli non in sughero».
Riempiti 130 scatoloni nel 2024
E così, a forza di esaminare tappi, i volontari di Vicenza nel 2024 hanno riempito 130 scatoloni. E considerando che ogni scatolone persa circa 35 chili, arriviamo a circa 4.500 chili, ossia a 4,5 tonnellate, per un valore di oltre 3 mila euro. I soldi sono utilizzati per promuovere attività nel centro, come l’ortoterapia, l’ippoterapia, teatro e iniziative organizzate per coinvolgere gli ospiti del centro con uscite e momenti di vita quotidiana.
L’associazione aiuta i traumatizzati cranici
Il centro Brain, nella sua sede de La Rocca ad Altavilla, può contare su «un’equipe professionale di medici e di terapisti volontari», si legge nella presentazione, e accompagna «le persone che necessitano di un percorso di riabilitazione (fisica, cognitiva e sociale) dopo un trauma cranico encefalico, un’emorragia cerebrale o un’anossia cerebrale, eventi che cambiano radicalmente il modo di vivere personale e della propria famiglia. Possono, infatti, provocare la perdita del lavoro e della capacità di partecipare alla vita sociale, ma possono anche significare la privazione dei propri diritti e della dignità personale».
Lo scopo «è recuperare la migliore qualità di vita possibile». Parliamo «di recupero delle capacità per la cura dell’igiene personale, autonomia domestica, autonomia motoria, autonomia relazionale e sociale, sostegno psicologico alla famiglia».
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