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La città di Pomigliano d’Arco, a nord di Napoli, torna al centro della cronaca per un’importante operazione contro la camorra. Recenti indagini condotte dalla Direzione Distrettuale Antimafia, in collaborazione con la Procura dei Minorenni, hanno portato a 27 arresti, tra cui anche minori, rivelando la presenza pervasiva del crimine organizzato nella comunità. Un focolaio di violenza e traffico di droga è stato smantellato, portando alla luce un sistema criminale che utilizzava i giovani per perseguire i propri interessi.
Il panorama della camorra a Pomigliano d’Arco
Negli ultimi anni, Pomigliano d’Arco ha vissuto un incremento della presenza camorristica, con i clan che hanno messo a rischio la sicurezza dei cittadini. La situazione è diventata critica, con il coinvolgimento di minorenni in attività delinquenziali, come nel caso di un giovane affiliato al clan Cipolletta. Questo ragazzo, in cerca di affiliazione e approvazione sociale, ha adottato pratiche violente, tra cui il reato di associazione mafiosa, palese dall’atto di tatuarsi il nome del clan sul polso.
Tale emergenza ha sollevato molte preoccupazioni tra le autorità locali. In passato, il sindaco Lello Russo si era espresso sostenendo che la criminalità organizzata non avesse una presenza significativa a Pomigliano. Recenti eventi, però, hanno dimostrato il contrario, portando a spinose discussioni politiche con la presidente della Commissione Antimafia, Chiara Colosimo, che ha invitato il sindaco a essere più cauteloso e attento nel seguire le dinamiche mafiose.
Le indagini della DDA e i colpi inferti al clan Cipolletta
L’indagine della DDA, avviata nel 2023, ha rivelato un quadro allarmante di eventi criminali legati ai clan attivi sul territorio. Gli accusati affrontano gravi reati come incendio, tentato omicidio e traffico di stupefacenti. L’uso di minorenni da parte dei clan ha rappresentato uno strumento di efficienza nel compimento delle loro attività illecite, complice anche la possibilità di ricevere pene meno severe.
Particolare attenzione è stata data alla gestione delle operazioni relative alla droga, dove i Cipolletta utilizzavano droni per facilitare l’introduzione di stupefacenti e cellulari nel carcere di Carinola. Questo aspetto rivela l’organizzazione e la destrezza con cui i clan gestiscono le loro attività, dimostrando un sistema rodato e efficiente nel eludere le forze dell’ordine.
Nel corso delle operazioni sono state documentate 14 estorsioni a danno di imprenditori e 11 rapine, molte delle quali commesse proprio da minorenni. Le intercettazioni, che hanno avuto un ruolo cruciale nel rintracciare e arrestare i membri del clan, hanno rivelato non solo l’evidente dinamismo nel condurre affari illeciti, ma anche il livello di incoscienza e sfida nei confronti della legge.
Effetti sociali e reazioni della comunità
La violenza e l’intimidazione imposte dalla camorra hanno generato un clima di paura in molte zone di Pomigliano d’Arco. Le cronache recenti evidenziano come le famiglie siano rimaste profondamente toccate dall’operato dei clan, con i minorenni spesso avviati a una vita di crimine sin dalla più giovane età. Il procuratore Nicola Gratteri ha ribadito la gravità della situazione, sottolineando le affermazioni del sindaco che hanno portato a sminuire la presenza del crimine nella città.
In risposta all’operazione, il sindaco ha voluto chiarire che le sue affermazioni originali si riferivano a una percezione del fenomeno all’interno delle istituzioni locali. Riconoscere con sincerità le radici della criminalità ha un’importanza cruciale per le politiche locali e per il recupero delle aree colpite.
Molti cittadini stanno cominciando a rispondere attivamente. Associazioni e gruppi di volontariato si stanno mobilitando per ridurre l’impatto della criminalità e per sostenere iniziative di inclusione sociale, volte a offrire opportunità ai giovani lontano dalle strade della violenza. La sfida rimane difficile, ma la recente operazione ha incluso la possibilità di una maggiore collaborazione tra autorità e comunità per affrontare fenomeni che minacciano la coesione sociale.
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