Per Senigallia Concerti, le grandi esecuzioni di Ettore Pagano e Massimo Spada – FOTO

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Le immagini di Simone Luchetti e il piacevole confronto con gli interpreti dopo la data del 9 febbraio al Teatro La Fenice

Chamber Music, Ettore Pagano, violoncello e Massimo Spada, pianoforte per Senigallia Concerti, Teatro La Fenice, 9 febbraio 2025

Un matinée di grande musica apprezzato dal pubblico nel quale sono stato particolarmente rapito dalle esecuzioni, al punto di aver ripreso pochissimo.

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Un preciso ed interessante commento storico-critico sul repertorio, scritto da Maria Chiara Mazzi, è riportato in coda a questo articolo che vuole invece partire dal dopo concerto, da un piacevole confronto con i musicisti.

Chamber Music: Ettore Pagano, violoncello e Massimo Spada, pianoforte per Senigallia Concerti - Foto Simone LuchettiChamber Music: Ettore Pagano, violoncello e Massimo Spada, pianoforte per Senigallia Concerti - Foto Simone Luchetti

Ad Ettore Pagano, premettendo che questa sera ha mostrato una bella attitudine interpretativa nei passaggi dai registri più drammatici a quelli più melodici, abbiamo chiesto quale sia l’equilibrio tra apporto personale e rispetto dell’intenzione dell’autore quando affronta un brano.

Ettore PaganoBella domanda. La paura di un esecutore alla fine è sempre quella di sovrastare il compositore, di cadere nella trappola del far sentire il musicista piuttosto che il compositore. Quando si sale sul palco l’energia che si trasmette, che tu chiami appunto attitudine di cambiare, il trasformare da un passaggio all’altro l’energia e il fluido della musica, è una cosa che viene solamente sul palco. Non bisogna studiare essenzialmente per questo, ma bisogna studiare con molta più dedizione la partitura, con approccio puntuale alla filologia, se vogliamo, perché quando sali sul palco tutto quello che hai studiato si modifica, che tu voglia o non voglia, quindi semplicemente ci sarà più estro, più energia, più intenzione musicale, nel piano, nel forte, tutte le intenzioni musicali che vorrai esprimere saranno amplificate sul palco. Quindi, secondo me, in fase di studio non bisogna essere troppo impulsivi e usare un po’ di più la testa. Poi tutto verrà naturale.

Con Massimo Spada abbiamo voluto parlare di feeling, lo spirito magico che unisce tra loro i musicisti sul palco e che nelle grandi esecuzioni – come accaduto oggi – scavalca la ribalta e raggiunge la platea. Sul palco della Fenice è emerso un bel dialogo ed il pubblico ne è rimasto coinvolto, chiedendo bis e ter tra continui applausi. Una sintonia che è andata oltre la maestria dell’esecuzione sincronica e della cui origine abbiamo chiesto di parlare.

Massimo Spada: Tutto nasce sicuramente in maniera plurale. Questa sintonia non è semplicemente uno studio di carattere metodologico con la semplice e nuda ripetizione ogni volta che si fa una prova; è innanzitutto un’attitudine che deve nascere da un’affinità caratteriale. Ecco perché alcuni duo vanno avanti anche per anni e continuano a costruire un rapporto di repertori, di viaggi, di esperienze di vita insieme proprio perché si condividono una serie di esperienze musicali ed extramusicali. Il connubio deve essere più ampio della semplice prova e della semplice esperienza concertistica che è una parte del percorso ma il percorso di un gruppo, di un duo o di un trio è totalizzante dal punto di vista musicale e anche umano. Solo così si riesce a costruire perché, se ci si vede solo per fare il concerto, il risultato poi è abbastanza fine a sé stesso.

Chamber Music: Ettore Pagano, violoncello e Massimo Spada, pianoforte per Senigallia Concerti - Foto Simone LuchettiChamber Music: Ettore Pagano, violoncello e Massimo Spada, pianoforte per Senigallia Concerti - Foto Simone Luchetti

Chamber Music: Ettore Pagano, violoncello e Massimo Spada, pianoforte per Senigallia Concerti - Foto Simone LuchettiChamber Music: Ettore Pagano, violoncello e Massimo Spada, pianoforte per Senigallia Concerti - Foto Simone Luchetti 

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Le parole degli interpreti confermano quanto già percepito in sala. Il duo Pagano-Spada implementa un approccio maturo e autoriale all’interpretazione dello spartito producendo eseguiti che restituiscono una chiara visione degli interpreti pur mantenendo coerenza filologica con lo spartito. Esattamente quello che vorremmo sentire ogni volta.

Entusiasta, a buona ragione, il maestro Federico Mondelci, direttore artistico di Senigallia Concerti, chiosa su questa stagione che ha portato in scena molta qualità ed alcune vere gemme, coinvolgendo giovanissimi sia in platea sia sul palco.

Federico Mondelci: Andiamo avanti così. Credo sia un progetto, un esperimento pilota a livello nazionale. Integrare concerti per i giovani è cosa che si fa già per le scuole, ma portare in sala da concerto non solo i giovani delle scuole medie di indirizzo musicale o di licei musicali, ma quelli che fanno i corsi normali e per i quali la musica rappresenta un ampliamento dei propri orizzonti culturali e averli in maniera così importante, è veramente una novità a livello nazionale. I musicisti stessi rimangono sempre colpiti da questa partecipazione. Grazie alla collaborazione con gli istituti comprensivi ed i loro professori di musica, abbiamo creato una bella realtà che ci onora e ci fa sentire veramente orgogliosi di questa cosa.

Chamber Music: Ettore Pagano, violoncello e Massimo Spada, pianoforte per Senigallia Concerti - Foto Simone LuchettiChamber Music: Ettore Pagano, violoncello e Massimo Spada, pianoforte per Senigallia Concerti - Foto Simone Luchetti

Programma musicale della serata

Igor Stravinskij (1882-1971)

Suite italienne n.1 (trascrizione da “Pulcinella”)

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Introduzione
Serenata
Aria
Tarantella
Minuetto e Finale 

Ludwig van Beethoven (1770-1827)

Sonata n.5 in Re maggiore op.102 n.2

Allegro con brio
Adagio con molto sentimento d’affetto
Allegro. Allegro fugato 

Johannes Brahms (1833-1897)

Sonata n.2 in Fa maggiore op.99

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Allegro vivace
Adagio affettuoso
Allegro passionato e Trio
Allegro molto

Chamber Music: Ettore Pagano, violoncello e Massimo Spada, pianoforte per Senigallia Concerti - Foto Simone LuchettiChamber Music: Ettore Pagano, violoncello e Massimo Spada, pianoforte per Senigallia Concerti - Foto Simone Luchetti

(di Maria Chiara Mazzi)
Liberato nel corso del Settecento dall’esclusivo ruolo di rinforzo del basso continuo grazie ai grandi virtuosi e a Bach, il violoncello arricchisce man mano il suo catalogo e nelle mani dei grandissimi del Classicismo si insedia definitivamente tra i protagonisti della musica da camera, godendo, nella letteratura cameristica, assieme al pianoforte, di pagine straordinarie che soddisfano, contemporaneamente, le esigenze del pubblico, degli artisti e dei virtuosi.

Da questo punto di vista, le cinque sonate di Beethoven, collocate nei momenti iconici del suo itinerario artistico, rivestono un’importanza centrale per la creazione di un modello ‘moderno’ di interazione discorsiva tra i due strumenti. E sono proprio le ultime, le Sonate op. 102 (1815) a toccare il punto più elevato di questo percorso: destinate al virtuoso Joseph Linke, si pongono infatti come capolavori assoluti della letteratura per duo, grazie al loro equilibrio timbrico, alla complessità della scrittura e all’intreccio polifonico delle voci dei protagonisti.

Ad un grande interprete, Robert Hausmann, è destinata anche la Sonata op. 99 di Brahms (1886) nella quale, in una struttura apparentemente ‘classica’ e senza mai perdere di vista l’integrazione espressiva tra i due strumenti, i movimenti alternano piani espressivi contrastanti, dall’impetuosità del primo all’espressività del secondo, dall’energia del terzo fino al lirismo del quarto.

Chamber Music: Ettore Pagano, violoncello e Massimo Spada, pianoforte per Senigallia Concerti - Foto Simone LuchettiIl concerto approda, infine, ad un ‘900 che guarda il ‘700 in uno specchio deformante: “Conosco bene la mentalità degli archivisti di musica che custodiscono intangibili le loro carte senza mai mettervi il naso, e non perdonano chi voglia rianimare la vita dei loro tesori, per loro solo cose morte e sacre. Sento di avere la coscienza netta da ogni sacrilegio, e ritengo che il mio atteggiamento davanti a Pergolesi sia il solo che si possa assumere di fronte alla musica del passato”. Con questo spirito Stravinskij prepara il balletto Pulcinella, e con lo stesso spirito, per favorire la diffusione di alcune di quelle splendide pagine prepara per violoncello la Suite italienne, epitome in stile concertante dove la gaia freschezza settecentesca viene come turbata dalle deformazioni armoniche disincantate del nostro tempo.

 

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Bio

ETTORE PAGANO

Nato a Roma nel 2003, ha iniziato lo studio del violoncello a nove anni. Allievo all’Accademia Chigiana sotto la guida di Antonio Meneses e David Geringas, ha frequentato la Pavia Cello Academy con Enrico Dindo e l’Accademia Stauffer di Cremona. Ha terminato il corso di Laurea triennale al Conservatorio di S. Cecilia a Roma laureandosi con il massimo dei voti, lode e menzione. Dal 2013 ha ottenuto il primo premio assoluto in oltre 40 concorsi nazionali e internazionali. I più recenti riconoscimenti che arricchiscono il suo già cospicuo palmares di vittorie sono il primo premio alla prestigiosa Khachaturian Cello Competition svoltasi nel giugno 2022 a Yerevan e il secondo premio (oltre a due premi speciali della giuria) all’Enescu Cello Competition di Bucarest (settembre 2024). È stato già invitato a suonare su importanti palcoscenici sia in recital sia come solista con orchestra in Francia, Germania, Svizzera, Austria, Ungheria, Croazia, Romania, Albania, Lituania, Finlandia, Armenia, Kuwait, Oman e Stati Uniti.  Degni di particolare nota sono il debutto nella stagione dell’Accademia Nazionale di S. Cecilia al Parco della Musica di Roma e gli inviti dell’Orchestra Sinfonica Nazionale della RAI come solista in tre singolari occasioni nella stagione concertistica programmata all’Auditorium Toscanini di Torino con diretta Radio3 e video Raicultura. Ricordiamo poi la trasferta all’Royal Opera House di Muscat e il Concerto per la Festa della Repubblica al Quirinale alla presenza del Capo dello Stato con diretta TV Rai1. Ettore Pagano suona un violoncello Ignazio Ongaro (Venezia 1777) affidatogli da Setaro Fine Instruments.

 

MASSIMO SPADA

Nato a Roma nel 1986, si avvicina al pianoforte a sei anni e si diploma con lode al Conservatorio di Santa Cecilia. Prosegue la sua formazione presso prestigiose istituzioni musicali, perfezionando tecnica e interpretazione. Ha una brillante carriera concertistica e si esibisce in importanti festival e teatri in Italia e all’estero. Accanto al repertorio classico, si dedica a opere meno conosciute di compositori come Medtner e Villa-Lobos, ampliando l’orizzonte del pubblico. Spada promuove attivamente la musica contemporanea, collabora con l’Ensemble Novecento ed è impegnato nella didattica, insegnando e dirigendo in Conservatorio a Perugia e presso Avos Project a Roma. È direttore artistico del Festival della Tuscia dal 2022.

 

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Fotografie e interviste di Simone Luchetti



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