Palermo, 11 feb. (Adnkronos) – Vasta operazione antimafia a Palermo dove sono stati eseguiti 180 provvedimenti restrittivi. L’obiettivo รจ quello di “disarticolare i mandamenti mafiosi della cittร di Palermo e provincia, in particolare quelli di ‘Porta Nuova’, ‘Pagliarelli’, ‘Tommaso Natale – San Lorenzo’, ‘Santa Maria del Gesรน’ e ‘Bagheria’”, si legge in una nota.
Tra gli arrestati, in molti portati alla caserma Carini di Palermo, ci sono anche boss e fedelissimi di Cosa nostra scarcerati qualche tempo fa, perchรฉ hanno finito di scontare la loro pena: erano tornati in cittร per riprendere in mano le redini e occuparsi ancora di estorsioni, traffico di droga.
Gli arrestati sono ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione per delinquere di tipo mafioso, tentato omicidio, estorsioni, consumate o tentate, aggravate dal metodo mafioso, associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti, favoreggiamento personale, reati in materia di armi, contro il patrimonio, la persona, esercizio abusivo del gioco dโazzardo, e altro. I particolari dellโoperazione saranno resi noti nel corso di una conferenza stampa prevista per le ore 10 presso il Comando Provinciale di Palermo alla presenza del Procuratore Nazionale Antimafia e Antiterrorismo e del Procuratore Capo della Repubblica di Palermo. Le operazioni sono state eseguite da circa 2000 carabinieri.
“Un’operazione straordinaria dei Carabinieri del Comando Provinciale di Palermo ha portato oggi all’arresto di oltre 180 persone, tra cui diversi boss, infliggendo un colpo durissimo a Cosa Nostra. Un risultato che conferma l’impegno incessante dello Stato nella lotta alla criminalitร organizzata”. Cosรฌ commenta su X la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni.
“Le intercettazioni lo dicono chiaramente: ‘L’Italia per noi รจ diventata scomoda, io me ne devo andare’, ammetteva uno degli arrestati. Un segnale chiaro: la criminalitร organizzata รจ alle strette, la lotta alla mafia non si ferma e non si fermerร ”, rimarca la premier e leader di Fdi, rivolgendo un ringraziamento “ai Carabinieri del Nucleo Investigativo e a tutte le Forze dell’Ordine che ogni giorno difendono la legalitร e la sicurezza dei cittadini. La mafia – conclude Meloni – va sconfitta con determinazione e senza alcun compromesso. Lo Stato c’รจ e non arretra”.
“Cosa nostra รจ attualmente impegnata in una significativa opera di riorganizzazione volta a superare i dissesti cagionati dallโincessante repressione degli ultimi trentโanni”, scrivono nel provvedimento di fermo i pm della Dda di Palermo. “Le plurime indagini delegate ai Carabinieri di Palermo nellโambito dei procedimenti che qui ci occupano hanno registrato una crescente vitalitร di Cosa nostra e hanno rivelato unโassociazione dotata di una nuova energia che, molto verosimilmente, affonda le sue radici nellโequilibrata combinazione tra gli elementi di modernitร , provenienti dalla piรน avanzate tecnologie, e quelli del passato, rappresentati dalla roccaforte dello ‘statuto scritto, che hanno scritto i padri costituenti’ – evocato nella ormai nota riunione di Butera del 5 settembre 2022 dagli uomini dโonore della famiglia di Rocca Mezzomonreale – che tuttora rappresenta lโhumus organizzativo dellโassociazione e, soprattutto, lโelemento aggregante”, sottolineano i pm.
“La graduale ripresa di Cosa nostra รจ stata, al contempo, causa ed effetto del crescente introito di denaro. Il sistema estorsivo รจ tuttora al centro degli interessi mafiosi, anche quale strumento di controllo del territorio, dove emerge, ancora una volta, la strategia delle imposizioni ‘a tappeto’ (si pensi, ad esempio, alla sottomissione massiccia dei ristoranti delle borgate marinare di Sferracavallo e Mondello allโordine di intraprendere nuovi rapporti di fornitura di prodotti ittici con il grossista indicato da Nunzio Serio)”, si legge ancora. Mentre “unโulteriore espansione affaristica, connessa anche stavolta allo sviluppo tecnologico, come accertato per i tutti mandamenti oggetto di queste indagini, riguarda il settore dei giochi e delle scommesse digitali che, subentrando alle vetuste riffe, in realtร rappresenta oggi una delle attivitร piรน remunerative di Cosa nostra che, da longa manus operativa degli imprenditori del settore, quali Angelo Barone, impone i pannelli di gioco, spesso illegali, ai singoli esercizi del territorio sรฌ da realizzare enormi guadagni (Barone: Ho preso ora… quindici milioni di gioco)”.
“L’ormai noto sistema dei criptofonini ha reso possibile il dialogo, costante e riservato, non solo con i trafficanti di droga, a beneficio degli affari, ma anche tra i vari mandamenti, a beneficio, stavolta, della stessa essenza organizzativa dellโassociazione”, รจ il monito dei pm.
Poi l’allarme: “Non puรฒ ignorarsi che la facile introduzione, negli istituti penitenziari, di minuscoli apparecchi telefonici e di migliaia di sim, destinate ciascuna a una breve durata per annientare le eventuali attivitร di intercettazione, ha neutralizzato lโannosa questione dellโinoperativitร dei detenuti che, ormai, dalle loro celle, continuano ininterrottamente la militanza mafiosa, seppure in videochiamata, collegandosi ad un telefono-citofono (cioรจ un apparecchio esterno dedicato in via esclusiva a ricevere e chiamare lโutenza attiva dentro al carcere), sรฌ da interloquire sulle questioni di maggiore rilievo e da realizzare, con estrema facilitร , vere e proprie riunioni di mafia”. E’ l’allarme lanciato dai pm della Dda di Palermo nel provvedimento di fermo che all’alba di ggi ha portato all’arresto di decine di persone.
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