Stem, pochissimi sanno che significa “Scienza, tecnologia, ingegneria, matematica”: le donne laureate in queste materie appena il 16,8%, meno della metà degli uomini

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Altro che cambio di passo: il numero di giovani donne che intraprendono studi universitari in discipline scientifiche rimane decisamente basso. Il dato più aggiornato arriva da Save the Children, sulla base del rapporto Istat 2024, il quale ci dice che in Italia le ragazze tra i 25 e i 34 anni con una laurea nelle materie Stem – cioè scienza, tecnologia, ingegneria e matematica – si fermano al 16,8%: sono, di fatto, meno della metà dei ragazzi, che arrivano infatti al 37%.

Save the Children ha ribadito l’esigenza di “abbattere il pesante divario di genere tuttora presente in quest’ambito. Ostacoli e stereotipi si riflettono anche nel mondo del lavoro: tra i laureati Stem di età compresa fra 25 e 64 anni, lo svantaggio delle donne rispetto agli uomini nei ritorni occupazionali è molto ampio”.

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L’associazione ha inoltre spiegato che il divario di interesse si realizza soprattutto tra coloro che lavorano nell’informatica, nell’ingegneria e nell’architettura: in questi ambiti il gap relativo al tasso di occupazione femminile e maschile arriva al 9,3%. Per questo, sottolinea Save the Children, è fondamentale agire fin da subito, nei primi cicli di istruzione, per colmare il divario di competenze e promuovere la diversità e l’inclusione nelle materie Stem.

“Il divario di genere è ancora molto presente e si radica fin dai primi anni di scuola, negli stereotipi, ancora oggi diffusi, che vorrebbero le ragazze poco portate verso le materie scientifiche e che bloccano sul nascere i loro talenti”, ha detto Giorgia D’Errico, direttrice public affairs di Save the Children.

“Gli stereotipi di genere incidono ancor più su bambine e ragazze che vivono in povertà educativa, scoraggiando il loro interesse per le materie Stem con il rischio di limitare ulteriormente le loro opportunità di lavoro e di vita”, D’Errico.

Secondo i dati Invalsi, oggi in Italia già dopo i primi due anni di scuola le bambine ottengono risultati in matematica inferiori in media di 9 punti rispetto ai coetanei maschi: uno svantaggio che sale a 11 punti alla fine della scuola primaria e, anche se più contenuto, persiste fino alla scuola secondaria di secondo grado, dove scende a 7 punti.

Tuttavia, se si guarda alle competenze digitali, le studentesse di 13-14 anni risultano in vantaggio di 18 punti rispetto agli studenti.

Intanto, Swg ha fatto sapere che appena il 14% degli italiani conosce bene il significato dell’acronimo Stem (Scienza, Tecnologia, Ingegneria e Matematica): i più competenti sono i laureati e le giovani generazioni.

In generale, il 50% dei cittadini non ha mai sentito parlare di Stem: si tratta principalmente di ceti fragili (68%), di senior over 55 (64%) e persone che vivono al Sud (55%).

L’indagine, dal titolo “Opinioni e percezione attorno al mondo Stem”, è stata presentata dall’Osservatorio D in occasione della Giornata Internazionale delle Donne e delle Ragazze nella Scienza.

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“È interessante notare – si legge nella relazione dello studio – come anche all’interno dello stesso mondo Stem permangono pregiudizi di genere legati alle professioni, che identificano gli uomini più adatti a ruoli come informatici, programmatori e ingegneri e le donne come insegnanti e per le scienze della vita. Il mercato del lavoro italiano, viene ricordato, soffre di un importante gap tra domanda e offerta di competenze tecnico-scientifiche e le aziende faticano a trovare i profili Stem adeguati”.

“Per colmare il divario di genere, il 79% degli intervistati identifica nella scuola e nelle istituzioni educative un attore chiave per promuovere percorsi Stem. Tra le misure ritenute più efficaci emergono la creazione di sinergie tra scuola, università e aziende (38%) e l’introduzione di progetti pratici che mostrino l’impatto concreto delle Stem sulla vita reale (33%).

Il 47% delle donne percepisce però ancora le discipline Stem come fredde e poco umane “un ostacolo che richiede interventi di sensibilizzazione più mirati”. Inoltre, le carriere Stem risultano ancora un “pericolo” per la conciliazione lavoro – famiglia, soprattutto per gli uomini (lo pensa il 60%). Sebbene la scuola sia vista come il motore principale di questo cambiamento, il 75% degli intervistati ritiene che le aziende abbiano un ruolo fondamentale, una percentuale che cresce tra le donne.

Ad inizio febbraio 2025 si è svolta la Settimana nazionale delle discipline Stem: un appuntamento a cui l’Esecutivo guidato da Giorgia Meloni e il dicastero bianco di Viale Trastevere hanno confermato di tenere molto.

“L’obiettivo del governo è rendere la scuola italiana all’avanguardia, a livello mondiale, nella formazione e nella preparazione dei giovani nelle materie Stem“, ha spiegato il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara.





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