Vercelli
È stata per molti vercellesi una scoperta interessante e piacevole. La presentazione dell’associazione «Liberi di scegliere» durante la settimana del sociale nella sede di Confartigianato ha portato alla ribalta una delle realtà cittadina che, da diciassette anni segue quotidianamente le persone diversamente abili e le loro famiglie: «Siamo stati orgogliosi di poter raccontare la nostra storia, che è poi principalmente quella dei ragazzi in un contesto così prestigioso – sottolinea il vice presidente Giuseppe Ferraris -. Il direttivo, presieduto da Adriano Greppi e i volontari, preferisce lavorare in silenzio, ogni giorno, aiutando e cercando di dare sollievo ha chi è in difficoltà. Ma qualche volta, fa piacere poter parlare e dialogare con realtà importanti come Confartigianato. Anche perché il filo conduttore della “settimana” era l’inclusione, che è anche uno dei nostri scopi».
Liberi di scegliere è nata il 4 febbraio del 2008: «I primi anni abbiamo guardato alla formazione – dice Ferraris -, cercando attraverso lo scambio di esperienze tra i famigliari di conoscere le possibilità e i servizi che il territorio poteva offre ai disabili». Per la prima volta, nel 2010: «Abbiamo organizzato un seminario sull’autismo: una mattinata che si è protratta ben oltre il termine stabilito. Facendoci capire quando era ancora lunga la strada verso l’inclusione».
Negli anni dell’Expo, il salto di qualità: «Grazie al progetto “Fiabe di riso” che ha coinvolto anche il ministero degli esteri, ci siamo fatti conoscere in tutto il mondo. È davvero curioso come, a Vercelli il volume sia meno conosciuto rispetto a diverse parti del mondo. A febbraio contiamo di completare il progetto con l’ultimo libro della collana». Fiabe di Riso è rivolto ai bambini: «Gli unici che abbiamo la forza per dare, nel prossimo futuro, un cambiamento al nostro pianeta – precisa Ferraris -, anche se noi, al momento, ci rivolgiamo a una fascia d’età tardo adolescenziale, di chi si trova a dover gestire un percorso extrascolastico nel quale gli aiuti sono veramente pochi».
Il ricavato di questi eventi permette all’associazione di proseguire nei suo molteplici progetti: «Non offriamo servizi diretti, ma siamo un punto di riferimento per le famiglie che vivono in prima persona il problema della disabilità – spiega Pino Ferraris -, forniamo informazioni su servizi, sostegni, consigli o, semplicemente, scambiarsi esperienze. È vero comunque che ogni pomeriggio grazie all’aiuto di volontari, consentiamo ai ragazzi di socializzare o sviluppare i loro talenti nel disegno, nella scrittura o nella musica. Questo permette alle famiglie di “alleggerirsi” per qualche ora nella cura del ragazzo. In estate organizziamo anche piccole gite in montagna, sempre graditissime così come le mattinate al cinema Italia. Giovedì abbiamo iniziato il settimo anno con una presenza record di oltre 130 spettatori. Quello che ci preoccupa che noi invecchiamo e non vediamo ricambio. Il nostro desiderio sarebbe quello che, chi può, si affianchi a noi per prendere poi il testimone. C’è ancora tanto da fare perché inclusione, non sia solo una parola ma trovi sempre più spazio nella vita reale». —
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