Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#adessonews
Affitto Immobili
Agevolazioni - Finanziamenti
Aste Abruzzo
Aste Basilicata
Aste Calabria
Aste Campania
Aste Emilia Romagna
Aste Friuli Venezia Giulia
Aste Italia
Aste Lazio
Aste Liguria
Aste Lombardia
Aste Marche
Aste Molise
Aste Piemonte
Aste Puglia
Aste Sardegna
Aste Sicilia
Aste Toscana
Aste Trentino Alto Adige
Aste Umbria
Aste Valle d'Aosta
Aste Veneto
Auto - Moto
bed & breakfast
Immobili
I votanti della classe operaia pro-Trump saranno delusi dalla Trumponomics 2.0, che trasferisce il potere alle banche #finsubito prestito immediato – richiedi informazioni –


Dalla tassazione alla spesa sociale e alla regolamentazione del lavoro, la “Trumponomics 2.0” sarà la solita politica economica: un approccio devoto al servizio del capitale americano.

Secondo i sondaggi condotti da ABC all’uscita dai seggi, più di due terzi degli elettori americani si dichiarano insoddisfatti della situazione economica lasciata dall’amministrazione Biden. La classe operaia lamenta una riduzione del potere d’acquisto dei salari fino a tre punti percentuali all’anno per tre anni consecutivi.

L’erosione salariale sembra aver avuto un impatto significativo sulle elezioni. Molti lavoratori che in passato avevano votato per i Democratici hanno deciso di non recarsi alle urne o di scegliere Donald Trump.

Il fatto che una parte di quel residuo della classe operaia che ancora si registra per votare si sia allontanata dai Democratici è forse la prova più tangibile del fallimento del partito. Tuttavia, se la loro speranza è che il nuovo presidente migliori le condizioni di vita dei lavoratori, possiamo già dire che sarà disattesa.

Dalla tassazione alla spesa sociale e alla regolamentazione del lavoro, la “Trumponomics 2.0” sarà la consueta politica economica devota agli interessi del capitale americano.

Trump ha insistito per approvare una versione rafforzata del suo “Tax Cuts and Jobs Act,” con cui nel 2017 aveva abbassato l’aliquota massima sui profitti aziendali dal 35% al 21%. Ora vuole ridurla ulteriormente al 15%, con l’applauso dei grandi azionisti di Wall Street. Inoltre, il nuovo presidente ha annunciato tagli significativi alla tassazione federale sugli straordinari e sulle pensioni più consistenti.

Finanziamenti personali e aziendali

Prestiti immediati

Secondo il Committee for a Responsible Federal Budget, i minori introiti derivanti potrebbero causare un buco fino al 30% nel bilancio della Social Security. Questo rispecchia un altro obiettivo chiave di Trump: ridurre ulteriormente il sistema di welfare pubblico, puntando a restaurare il dominio assoluto delle assicurazioni private.

Per sostenere i consumi della classe operaia, Trump ha riproposto una soluzione molto amata dai grandi finanzieri: misure fiscali per dimezzare i tassi d’interesse sulle carte di credito e abbassare il costo dei prestiti per l’acquisto di elettrodomestici, auto e case. Una possibile attuazione prevede che le banche ricevano agevolazioni fiscali se riducono le commissioni per i consumatori indebitati.

Con questo obiettivo in mente, non è un problema allentare i vincoli per una nuova esplosione del debito: Trump è deciso a rimuovere gli ultimi legami regolamentari che tengono sotto controllo la finanza. In molti aspetti, le sue politiche sembrano un ritorno agli anni ruggenti prima della crisi del 2008. La bolla speculativa che gonfia l’economia statunitense si espanderà ulteriormente prima di scoppiare. Alla fine, lascerà i lavoratori nella polvere, in bancarotta.

In questo cupo scenario di dominio del capitale, c’è chi sostiene che almeno la classe operaia possa rallegrarsi per il fermo annunciato all’immigrazione. In realtà, i dati mostrano che i migranti vanno dove l’economia cresce. Questo significa che l’afflusso di lavoratori stranieri non è causa del peggioramento dell’occupazione e dei salari locali, ma piuttosto una conseguenza del loro miglioramento. L’ideologia xenofoba continua a vincere alle urne, ma perde costantemente quando viene messa alla prova delle evidenze scientifiche.

Le speranze dei presunti tribuni del popolo nel campo pro-Trump si fondano anche sul rilancio dell’isolazionismo economico statunitense. La retorica trumpiana dell’“America first” è focalizzata sul blocco delle importazioni e sul tentativo di riportare gli impianti produttivi delle multinazionali sul suolo statunitense per rimediare alla crisi occupazionale nelle aree interne.

A un’analisi più attenta, però, i dati mostrano che il protezionismo di Trump non è affatto un’idea nuova. Da Obama a Biden, le amministrazioni statunitensi hanno innalzato sempre di più le barriere commerciali e finanziarie per oltre 15 anni. Questo è ciò che il segretario del Tesoro uscente ha definito “friend shoring”: fare affari solo con gli “amici” e tenere lontani i “nemici,” specialmente se sono creditori degli Stati Uniti.

Trump sta semplicemente gridando ai quattro venti una strategia di divisione dell’economia mondiale in blocchi contrapposti che è stata adottata anche da altri presidenti, sebbene con più discrezione. Si tratta di un indubbio favore per i proprietari di imprese statunitensi, che temono sempre più le incursioni del capitale orientale negli Stati Uniti e nelle aree del mondo sotto controllo americano. Quanto agli straordinari risultati promessi per i lavoratori locali, finora non sembrano essersi concretizzati.

Qualcuno potrebbe obiettare che, almeno, Trump stia perseguendo una strategia orientata alla pace, sebbene appaia cinica: lasciare alla Russia i territori occupati e porre fine alla guerra in Ucraina. In realtà, con questa possibilità il nuovo presidente mira a resuscitare un vecchio obiettivo di Nixon: dividere Russia e Cina per preservare l’egemonia americana nel mondo.

Conto e carta difficile da pignorare

Proteggi i tuoi risparmi

La differenza è che Nixon cercava di fare accordi con i cinesi per isolare la Russia sovietica, mentre oggi Trump vuole fare accordi con i russi per isolare la Cina. La sua idea è che i cinesi rappresentino la vera minaccia al primato economico americano, e che le barriere, le sanzioni e le armi degli Stati Uniti debbano essere puntate specificamente contro di loro. Non si tratta davvero di un’agenda “pacifista” quanto di un altro tassello verso l’escalation militare globale.

* da il manifesto

– © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO


Ultima modifica:

stampa





Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link 

Informativa sui diritti di autore

La legge sul diritto d’autore art. 70 consente l’utilizzazione libera del materiale laddove ricorrano determinate condizioni:  la citazione o riproduzione di brani o parti di opera e la loro comunicazione al pubblico sono liberi qualora siano effettuati per uso di critica, discussione, insegnamento o ricerca scientifica entro i limiti giustificati da tali fini e purché non costituiscano concorrenza all’utilizzazione economica dell’opera citata o riprodotta.

Vuoi richiedere la rimozione dell’articolo?

Clicca qui

 

 

 

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link

Informativa sui diritti di autore

La legge sul diritto d’autore art. 70 consente l’utilizzazione libera del materiale laddove ricorrano determinate condizioni:  la citazione o riproduzione di brani o parti di opera e la loro comunicazione al pubblico sono liberi qualora siano effettuati per uso di critica, discussione, insegnamento o ricerca scientifica entro i limiti giustificati da tali fini e purché non costituiscano concorrenza all’utilizzazione economica dell’opera citata o riprodotta.

Consulenza fiscale

Consulenza del lavoro

Vuoi richiedere la rimozione dell’articolo?

Clicca qui

 

 

 

Gestione Bed & Breakfasts

Finanziamenti Bed & Breakfasts

Prestito personale

Delibera veloce

Per richiedere la rimozione dell’articolo clicca qui

La rete #dessonews è un aggregatore di news e replica gli articoli senza fini di lucro ma con finalità di critica, discussione od insegnamento,

come previsto dall’art. 70 legge sul diritto d’autore e art. 41 della costituzione Italiana. Al termine di ciascun articolo è indicata la provenienza dell’articolo.

Il presente sito contiene link ad altri siti Internet, che non sono sotto il controllo di #adessonews; la pubblicazione dei suddetti link sul presente sito non comporta l’approvazione o l’avallo da parte di #adessonews dei relativi siti e dei loro contenuti; né implica alcuna forma di garanzia da parte di quest’ultima.

L’utente, quindi, riconosce che #adessonews non è responsabile, a titolo meramente esemplificativo, della veridicità, correttezza, completezza, del rispetto dei diritti di proprietà intellettuale e/o industriale, della legalità e/o di alcun altro aspetto dei suddetti siti Internet, né risponde della loro eventuale contrarietà all’ordine pubblico, al buon costume e/o comunque alla morale. #adessonews, pertanto, non si assume alcuna responsabilità per i link ad altri siti Internet e/o per i contenuti presenti sul sito e/o nei suddetti siti.

Per richiedere la rimozione dell’articolo clicca qui