Vediamo in questo articolo se e quando si può avere l’assegno ordinario senza dirlo in azienda. Ovvero quando in busta paga non ci sono trattenute e diciture varie che lo attestano. – Scopri le nostre guide complete su invalidità, Legge 104 e pensione anticipata. Entra nei nostri gruppi WhatsApp e Telegram.
Guida all’Assegno Ordinario di Invalidità 2024, importi e regole
https://invaliditaediritti.it/assegno-ordinario-di-invalidita-2024-guida/
Avere l’assegno ordinario senza dirlo in azienda: busta paga
Chi riceve l’assegno ordinario di invalidità (AOI) e lavora come dipendente può subire delle trattenute sulla busta paga. Queste riduzioni avvengono solo se l’importo dell’assegno supera un certo limite. Esistono due tipi di riduzione:
- Riduzione dell’assegno stesso se il reddito del lavoratore supera una certa soglia.
- Trattenuta sulla busta paga per chi riceve un assegno superiore a un importo prestabilito.
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Quando viene ridotto l’assegno ordinario
L’assegno ordinario di invalidità è compatibile con il reddito da lavoro, ma viene ridotto se si supera un certo limite di guadagno.
Per evitare la riduzione dell’assegno, il reddito annuo non deve superare 4 volte il trattamento minimo INPS.
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Anno | Trattamento minimo mensile INPS | Limite annuo da non superare (4 volte il minimo) |
---|---|---|
2024 | 598,61 € | 31.127,72 € |
2025 | 603,40€ | Superiore a 31.376,8€ |
Se il reddito annuo è superiore al limite indicato, l’importo dell’assegno viene ridotto di almeno il 25%. Questo taglio però non appare in busta paga, ma viene applicato direttamente dall’INPS sull’importo dell’assegno.
Trattenuta sulla busta paga
Se l’assegno ordinario è superiore a circa 600 € al mese, sulla parte che eccede questa cifra viene applicata una trattenuta del 50% in busta paga.
In pratica:
- Se l’assegno è inferiore a 600 €, non ci sono trattenute.
- Se l’assegno è superiore, la parte eccedente viene dimezzata e trattenuta direttamente nella busta paga.
Queste trattenute servono a evitare che un lavoratore riceva sia lo stipendio che un assegno troppo alto, garantendo un equilibrio nei pagamenti.
Cos’è l’assegno ordinario di invalidità?
L’assegno ordinario di invalidità (AOI) è un sostegno economico destinato a chi ha una riduzione della capacità lavorativa a causa di problemi di salute. Non è una pensione definitiva, ma un aiuto che dura tre anni e può essere rinnovato. Dopo tre rinnovi consecutivi, diventa permanente.
Chi lo riceve può continuare a lavorare, ma l’importo dell’assegno può essere ridotto in base al reddito. Quando si raggiunge l’età per la pensione di vecchiaia, l’assegno si trasforma in pensione.
A chi spetta l’assegno ordinario?
L’assegno ordinario di invalidità viene concesso a chi soddisfa tre requisiti principali:
- Invalidità lavorativa
- La persona deve avere una riduzione della capacità lavorativa di almeno il 67%, accertata da una commissione medica dell’INPS. Questo significa che, a causa di una malattia o di un infortunio, non può più lavorare come prima.
- Contributi versati
- Sono richiesti almeno 5 anni di contributi INPS (pari a 260 settimane di lavoro).
- Di questi, almeno 3 anni di contributi devono essere stati versati negli ultimi 5 anni prima della domanda.
- Iscrizione all’INPS
- L’assegno spetta solo a chi ha versato contributi previdenziali in Italia (dipendenti, autonomi o parasubordinati iscritti all’INPS).
A chi non spetta l’assegno ordinario?
L’assegno non può essere richiesto da:
- Lavoratori del settore pubblico, perché sono iscritti a una gestione previdenziale diversa dall’INPS.
- Disoccupati di lunga data senza i contributi richiesti.
- Persone con invalidità al 100%, che possono invece accedere alla pensione di inabilità.
- Chi non ha versato abbastanza contributi negli anni richiesti.
L’assegno non viene concesso automaticamente: bisogna fare domanda all’INPS e sottoporsi a una visita medica per la valutazione dell’invalidità.
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