Scoperto un ritratto inedito di Galileo giovane forse di Santi di Tito


Il Museo Galileo sorprende per le intraprendenti acquisizioni che valorizzano ancora di più questa importante istituzione fiorentina.

Tre gioielli per i quali vale una visita specifica al museo: un dipinto che ritrae il giovane Galileo Galilei 40enne, uno dei più antichi arrivati fino a noi, un raro svegliatore monastico del ‘400, un esemplare integro di orologio meccanico, e il viaggio virtuale “Galileo VR. La vita, le scoperte, il processo”, un viaggio immersivo, virtuale che fa parte di un progetto innovativo per far conoscere la vita dello scienziato.

Alla presentazione, il 14 febbraio 2025, erano presenti Roberto Ferrari, direttore esecutivo del Museo Galileo, e Giovanni Bettarini, assessore alla cultura del Comune di Firenze, che ha dichiarato: “Il museo Galileo sta crescendo e incrementando il suo patrimonio in maniera bella e intelligente. Oggi presentiamo acquisizioni solo apparentemente distanti fra loro: lo svegliatore monastico, il ritratto di Galileo e il visore per un viaggio immersivo nella vita di Galileo. Mettendo insieme queste testimonianze ed esperienze cresce il museo soprattutto nella sua capacità di raccontare e far capire l’esperienza del mondo della scienza e di Galileo in particolare”.

Il raro dipinto a olio su tela raffigurante Galileo Galilei, risalirebbe ai primi anni del ‘600. Un inedito Galileo, rappresentato quando era professore di matematica all’Università di Padova, all’età circa di 40 anni. Delle dimensioni 70 × 61 cm, il ritratto, tra i più antichi dello scienziato, è esposto nel percorso museale permanente, nella sala VII dedicata a “Il nuovo mondo di Galileo”.

La figura di Galilei sembra abbia origine dall’incisione di Giuseppe Calendi per la biografia di Giovanni Battista Clemente Nelli, una delle opere più antiche che raffigura Galileo.

Nelli dichiara infatti che «Santi di Tito l’effigiò nel 1601, in un piccolo quadro in età di anni trentotto, non molto tempo avanti che da questa passasse all’altra vita»; e in nota precisa che il «Ritratto […] si conserva nella mia privata Biblioteca, ed il quale inciso dal Sig. Giuseppe Calendi ho posto in principio della presente Istoria L’iscrizione nella parte superiore, (“Galileus Gal: Novor. | orbium repertor”), allude alle scoperte celesti del 1610, ma forse è stata aggiunta successivamente.

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Come osservò Antonio Favaro, sia il racconto di Nelli sia la stampa tradiscono qualche discrepanza nell’indicazione dell’età di Galileo, dovuta forse al modo con cui i pisani calcolavano gli anni del calendario, ossia secondo la tradizione che fissa l’inizio dell’anno ab incarnatione (il 25 marzo).

Per l’attribuzione del dipinto, non è certo che si tratti di opera esclusiva di Santi di Tito, mentre la cura per il dato naturalistico della veste e nella vivacità espressiva del volto, sono indizi del cambiamento della cultura figurativa fiorentina, fondata sull’eccellenza del disegno, ma in questo caso più vicina alla maniera veneta-emiliana. Un rinnovamento che vede proprio Santi di Tito tra i principali artefici della scuola toscana insieme ad Alessandro Allori e Girolamo Macchietti. Alla morte di Santi di Tito avvenuta nel 1603 il figlio Tiberio Titi prese le redini della bottega e si può ipotizzare che il ritratto di Galileo possa essere stato iniziato da Santi di Tito e concluso dal figlio.

Lo svegliatore monastico di provenienza italiana, della fine XIV – inizi XV secolo, è un prezioso strumento di misurazione del tempo in ottone e ferro delle dimensioni di 14 × 11 × 25 cm.

Dono della figlia di Gian Carlo Del Vecchio, collezionista di orologi antichi, al Museo Galileo. È il più antico orologio meccanico conosciuto e ancora intatto giunto fino a noi. Le cifre sul quadrante girevole, diviso in 24 ore, sono gotiche, indizio di antichità dell’oggetto. Il meccanismo, dotato di una “corona freni” come regolatore delle oscillazioni, conferma la raffinatezza della tecnologia medievale per la fabbricazione degli orologi. In un dipinto di Filippino Lippi, conservato nella Pinacoteca Comunale di San Gimignano, è raffigurato un elemento simile.  L’orologio sarà collocato nella sala al piano terreno dedicata agli antichi orologi meccanici.

Il terzo gioiello rappresenta il progetto “Galileo VR. La vita, le scoperte, il processo” realizzato in collaborazione con VIS – Virtual Immersions in Science, primo spinoff della Scuola Normale Superiore di Pisa. Il video evidenzia la vita e le scoperte di Galileo Galilei, in realtà virtuale, fruibile con visori VR stand-alone. Il video 360 spiega alcune delle sue più importanti scoperte, oltre alla sua vita con il processo, la condanna e gli ultimi anni di vita. I testi, realizzati in nove lingue, e narrati dalla voce di Galileo sono tratti dai suoi scritti ed elaborati per creare una storia avvincente. Entro la primavera alcune postazioni saranno installate vicino alla sala dedicata a Galileo.

In foto: Santi di Tito (?) (Borgo San Sepolcro, 1536 – Firenze, 1603), Ritratto di Galileo Galilei, primo decennio XVII secolo, olio su tela, 70 × 61 cm, Firenze, Museo Galileo, inv. 3960





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