Nessuna pressione in vista sui titoli di Stato italiani, considerata la stabilità politica che il paese sta avendo sotto il governo di Giorgia Meloni, anche se le prospettive di crescita e debito dell’esecutivo appaiono troppo ottimistiche. Ne è convinta Silvia Ardagna, Head of European Economics Research di Barclays, secondo cui manca qualunque catalyst per creare un aumento del premio al rischio dei BTP italiani.
“Guardando l’andamento dei BTP si può dire che il mercato ha già reagito molto positivamente – spiega l’economista – Gli spread si sono ristretti notevolmente e fondamentalmente la visione del mercato è che la situazione economica è di crescita sotto il trend un po’ in tutti i paesi dell’eurozona, ma quello che influenza l’attitudine positiva verso il mercato italiano è la situazione di stabilità politica“.
Nel Piano strutturale di bilancio a medio termine, il governo ha confermato che per quest’anno prevede una crescita del PIL pari all’1% nel 2024, anche se nel frattempo sono arrivati dati macroeconomici meno brillati e gli esponenti del governo sono diventati più cauti su questa cifra. L’attesa per l’anno prossimo è di un’espansione dello 0,9%, mentre per il 2026 è di un aumento dell’1,1%. Barclays stima invece, rispettivamente per 2024-2025-2026, una crescita del PIL dello 0,5%-0,5%-1%.
“Ci aspettiamo una crescita minore delle stime ufficiali per quanto riguarda il PIL e la riduzione del deficit“, riassume Ardagna in un colloquio con la stampa a margine di un incontro a Milano tra analisti e clienti italiani della banca. “Le ragioni per cui ci aspettiamo un deficit più alto è in parte dovuto alla crescita, perché abbiamo stime di crescita nominale più basse e quindi automaticamente le entrate fiscali saranno minori, e in parte c’è una difficoltà a stimare misure come i bonus edilizi e l’aumento dei salari”, aggiunge.
Allargando lo sguardo all’Europa, dove si stanno avendo performance molto diverse e inaspettate tra le grandi economie (Barclays stima per il 2024 un calo del PIL in Germania dello 0,1% e un aumento in Spagna del 3%), l’economista afferma che ormai la distinzione tra titoli di Stato – e quindi paesi – core e periferici è “superata”.
“Nel mercato delle obbligazioni governative, sembra un po’ che il paese che gli investitori cercano di isolare, come più negativo in questo momento pensando all’outlook, è la Francia. E questo è legato non solo ai fondamentali di finanza pubblica – il deficit è alto e il debito cresce – ma anche all’incertezza politica. Quindi fondamentalmente questi premi al rischio sono legati non solo ai fondamentali economici, ma anche a questi rischi di tipo politico che possono generare incertezza e quindi possono richiedere un premio al rischio maggiore”.
Lo spread BTP vs Bund è oggi in area 120 punti base, rispetto ai 170 di inizio anno, mentre quello Oat Vs Bund è in area 70 punti base, rispetto ai 50 di inizio anno. Il rendimento del decennale tedesco è al 2,34%, quello francese al 3,08% e quello italiano al 3,57%.
Mentre “se uno facesse un’analisi strettamente legata ai fondamentali, nonostante le difficoltà che sta affrontando, la Germania è l’unico grande paese in Europa che ha fiscal space, per cui se dovesse esserci una politica fiscale più espansiva dopo le elezioni l’impatto non potrà che essere visto come positivo sulla crescita piuttosto che negativo sul premio a rischio“. Le elezioni tedesche sono quindi viste come “un appuntamento importante” e potrebbero “essere un catalyst positivo per l’Europa, se c’è un governo che utilizza lo spazio fiscale per stimolare un po’ l’economia”.
In ogni caso, osserva Ardagna, “sono elezioni importanti per la leadership europea, perché in questo momento non si può decidere qualcosa di veramente concreto o largo in Europa senza una leadership franco-tedesca, il che vuol dire nemmeno portare avanti per esempio elementi del rapporto di Draghi”.
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