al via il restauro di una singolare e inedita opera d’arte. Ci sono indizi per pensare a Leonardo.Il Comune di Vinci darà il via alle indagini diagnostiche e al restauro – Centritalia News


A Vinci sta per prendere avvio il restauro di un interessante disegno tracciato a carboncino sulla cappa di un camino tre-quattrocentesco, che si trova in un edificio di proprietà comunale in prossimità del Castello dei Conti Guidi, sede del Museo Leonardiano.Il disegno, scarsamente leggibile, ad oggi oggetto di studio, raffigura un drago alato munito di un unicorno sulla testa, che sorregge uno stemma, lo stesso scolpito sull’architrave in pietra. La tipologia iconografica è quella nota come pistrice, animale mitologico al pari dell’unicorno, contraddistinto proprio dal corno di narvalo. Il disegno rimanda a una cultura figurativa della seconda metà del Quattrocento fiorentino. Dimostra la conoscenza di opere come il Marzocco di Donatello, i draghi di Paolo Uccello e le Idre dei Pollaiolo. Presenta tuttavia caratteri di estrema originalità. Iconograficamente è rapportabile a un gruppo di disegni di Leonardo da Vinci raffiguranti draghi, unicorni e altri animali fantastici e reali. Animali a cui Leonardo conferisce anche la capacità di ibridarsi l’uno nell’altro a seconda degli effetti da ottenere.

L’immagine ottenuta da un rilievo laser scanner del camino, in cui il dato relativo alla riflettanza del segnale dello stesso laser scanner ha permesso di evidenziare e rendere più leggibile il segno grafico del disegno a carboncino. L’immagine è stata realizzata in questa prima fase di studi dal Prof. Giovanni Pancani (Università degli Studi di Firenze).  

Leonardo e Vinci

Il rapporto di Leonardo con Vinci non si limita a una nascita occasionale. Leonardo trascorre nel borgo natale l’infanzia e i primi anni della sua giovinezza, per poi mantenere comunque una consuetudine di presenze e di rapporti che si estende per lo meno fino agli anni della maturità. Vinci è il luogo di numerose suggestioni che trovarono occasione di essere sviluppate ed approfondite nella sua opera di artista e scienziato. Basti pensare al disegno Paesaggio, inv. 8P delle Gallerie degli Uffizi, esposto a Vinci nel Museo Leonardiano in occasione della mostra del cinquecentenario del 2019, Leonardo a Vinci. Alle origini del genioSappiamo con certezza, per esempio, che nel 1478 Leonardo era a Vinci, proprio nel Castello dei Conti Guidi, allora sede del Podestà. Era lì per presenziare alla firma del contratto per la presa a livello del mulino del Comune da parte del padre e dello zio Francesco. Nei suoi manoscritti troviamo menzionato il Mulino della Doccia di Vinci. Proprio per il suo paese natale, nei primi anni del Cinquecento, Leonardo elabora un complesso progetto per la realizzazione di un bacino idrico nella località di Serravalle. Altro elemento di cui tenere conto è la proprietà della casa in cui si trova il camino, ricordata anche dalla scritta sulla cappa. Si tratta della famiglia Bracci. Una lunga consuetudine di rapporti di amicizia e di affari lega la famiglia Bracci alla famiglia da Vinci. I Bracci, con ogni probabilità, vi abitarono prima di acquistare nel 1491 una casa da signore, da identificare con quella conosciuta oggi come Fattoria dei Bracci in piazza Leonardo da Vinci. È dunque un disegno molto promettente che merita di essere oggetto di indagini diagnostiche e di un accurato restauro volto a restituirne la leggibilità e a garantirne la conservazione nel tempo, conducendo a una più concreta ipotesi attributiva. Il restauro avverrà sotto l’Alta sorveglianza della Soprintendenza. La Dott.ssa Roberta Barsanti, direttrice Biblioteca e Museo Leonardiani di Vinci ha avuto modo di condividere le sue ricerche e riflessioni su questo disegno, che conducevano a prendere in considerazione il nome di Leonardo, con un gruppo di studiosi ed esperti che avevano dimostrato il loro interesse per l’opera. Sono stati coinvolti, per le rispettive competenze i Professori Andrea De Marchi (Università degli Studi di Firenze), Pietro C. Marani (Politecnico di Milano, Università Cattolica del Sacro Cuore), Giovanni Pancani (Università degli Studi di Firenze), Marco Gaiani (Alma Mater Studiorum Università di Bologna), il funzionario restauratore della Soprintendenza ABAP di Firenze Alberto Felici. Alle fasi iniziali ha partecipato anche Donatella Pegazzano (Università degli Studi di Firenze) per la sua conoscenza dei documenti relativi ai Bracci.

 

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