MODENA – Oggi su l’Equipe i colleghi Béatrice Avignon e Guillaume Degoulet in occasione della presenza in Francia, per la Champions League, dei polacchi dello Jastrzebski con i campioni olimpici Benjamin Toniutti e Timothée Carle a sfidare lo Chaumont di coach Prandi, affrontano il tema del numero ridotto di giocatori internazionali francesi che giocano in Francia.
Un tema sentito dopo il doppio oro olimpico della nazionale di Tillie prima e Giani ora.
Una assenza che si spiega principalmente con motivi economici e sportivi. Gli stipendi offerti in campionati come quelli di Italia e Polonia sono significativamente più alti rispetto a quelli proposti in Francia, grazie a una maggiore visibilità, sponsor più attivi e minori oneri fiscali. Inoltre, questi campionati sono considerati tra i migliori al mondo e offrono un livello di competizione essenziale per la crescita dei giocatori.
nell’articolo si legge di come in Francia, il volley soffre di una scarsa riconoscenza e di un insufficiente supporto economico, nonostante i grandi successi olimpici. I giocatori lamentano l’assenza di progetti ambiziosi che potrebbero giustificare un ritorno in patria. Per questo, trasferirsi all’estero diventa una scelta obbligata per migliorare sia dal punto di vista sportivo che finanziario, anche se molti esprimono il desiderio di tornare a giocare davanti al loro pubblico nazionale.
L’articolo con le dichiarazioni del palleggiatore Toniutti, dell’oppsoto Patry, e del regista di Piacenza (in uscita a fine stagione per la Russia) Brizard.
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Sulla carta, la sfida sembra sbilanciata, soprattutto dopo la pesante sconfitta subita dai giocatori di Chaumont mercoledì scorso a Lüneburg, in Germania, battuti al tie-break dopo aver condotto 2-0. Opposto a Jastrzebski per la seconda giornata della Champions League, il CVB52 offrirà almeno una grande serata di spettacolo al pubblico della Palestra.
Il club polacco, finalista della scorsa stagione, presenta infatti cinque giocatori saliti sul podio olimpico a Parigi quest’estate: i polacchi Lukasz Kaczmarek, Tomasz Fornal e Norbert Huber, medaglia d’argento; i francesi campioni olimpici Benjamin Toniutti, palleggiatore e capitano, e Timothée Carle, schiacciatore di riserva.
Questo sorteggio aveva strappato un sorriso al presidente di Chaumont, Bruno Soirfeck, all’inizio della stagione, felice di “ricevere un terzo della squadra campione olimpica alla Palestra”, dopo Earvin Ngapeth, venuto a imporsi il 4 ottobre con Poitiers (0-3), e Nicolas Le Goff, atteso per il 22 febbraio. Una stagione eccezionale, considerando quanto sia raro vedere i Bleus in Francia. “A un certo punto della nostra carriera, partire diventa un obbligo per crescere e accedere a un’altra dimensione” – spiega l’opposto Jean Patry, 27 anni, che ha appena iniziato la sua sesta stagione fuori dalla Francia, al Galatasaray (Turchia), ma sogna di indossare la maglia di Montpellier, la sua città natale.
Lanciati da alcune prestazioni nel campionato francese, i giovani talenti si dirigono quasi sempre verso Italia o Polonia, campionati più prestigiosi, e raramente tornano indietro. Un’eccezione recente tra i campioni olimpici, oltre a Le Goff, a Montpellier dal 2020, e Ngapeth, destinato a lasciare Poitiers entro la fine dell’anno per una destinazione più redditizia, è Kevin Tillie, che ha giocato a Tours nella stagione 2021-2022 prima di tornare in Polonia.
“Non ci nascondiamo: quello che ci impedisce di tornare è lo stipendio” – ammette Patry. Maggiore visibilità per il volley, più sponsor, meno tasse sociali: tutto ciò offre un grande vantaggio ai club stranieri, che possono proporre stipendi netti cinque o dieci volte superiori.
“Se potessimo giocare in Francia, lo faremmo tutti, anche accettando un sacrificio economico – assicura Antoine Brizard da Piacenza, in Italia, dove sta vivendo la sua ottava stagione all’estero. – Ma per prendere un giocatore dell’attuale nazionale francese, servirebbe metà del budget di un club. È complicato rinunciare a così tanti soldi, non abbiamo una carriera infinita. Earvin, quello che non guadagna ora, lo recupererà probabilmente entro la fine dell’anno”.
L’idea di una fine carriera in patria non basta nemmeno per i doppi campioni olimpici ancora in piena forma. “Non tornerò solo per tornare” – afferma Benjamin Toniutti, 35 anni, di cui dodici passati all’estero. “Rientrerò in Francia solo se ci sarà un progetto forte. Voglio portare la mia esperienza e il mio vissuto per far crescere un club ambizioso”.
Brizard, legato a Poitiers, sua città natale, e azionista del Paris Volley, il club dei suoi inizi, sogna un ritorno collettivo. “L’impatto sarebbe ancora più grande, potremmo portare il campionato a un livello superiore. Prendere dei giovani con noi, che magari avrebbero voglia di restare in Francia…”.
Rimane la frustrazione di non poter essere seguiti dal pubblico nazionale dopo il secondo oro olimpico. “Ho la sensazione di essere più riconosciuto in Italia che in Francia, e questo mi fa un po’ male al cuore dopo l’osmosi che c’era con il pubblico a Parigi” – ammette il palleggiatore di Piacenza. “Mi fa male per il volley, ho la sensazione che, qualunque cosa facciamo, restiamo sempre allo stesso punto. Quello che ci frustra un po’ è vedere che gli sponsor investono enormemente in altri eventi o sport, e non nel volley”.
Il pubblico francese dovrà accontentarsi di poche apparizioni legate ai sorteggi delle Coppe europee, o di rivivere le immagini della scorsa estate.
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